La nascita del più grosso polo di cyber security italiano, con l’acquisizione da parte di Tinexta di Yoroi, Swascan e della divisione progetti e soluzioni e R&D di Corvallis, per un investimento iniziale di 47,8 milioni, è una buona notizia.
Lo è perché è la razionalizzazione che aspettavamo da tempo, per la maturazione del mercato. E buona anche la notizia che tutto ciò avvenga per mano italiana, quasi pubblica, dato che Tinexta è controllata da una holding partecipata dal sistema camerale.
Una conseguenza è che maturerà l’offerta di servizi cyber, grazie alle sinergie di questi attori e le nuove economie di scala raggiunte. Ma in particolare auspico che ne venga uno sprone per la maturazione della domanda. I dati (cfr. ultimi quelli degli Osservatori del Politecnico di Milano, ndr.) dicono che le PMI ancora per gran parte sono poco strutturate, poco cyber-consapevoli del rischio informatico, anche se la situazione sta migliorando. Dieci anni fa predicavo nel deserto. Ora vedo che le aziende sono più interessate e mi chiedono cosa fare.
Un polo di maggiori dimensioni (previsti 67 milioni di euro di ricavi nel 2020 per la business unit ottenuta, ndr.), soprattutto se collegato al sistema camerale che ha già un forte ruolo verso le aziende, e all’interno un gruppo (Tinexta) che già offre servizi di certificazione e per la trasformazione digitale può sviluppare le sinergie giuste per meglio penetrare anche nel tessuto delle nostre PMI.