Il 19 agosto il Comitato parlamentare per la Sicurezza della Repubblica (Copasir) ha approvato all’unanimità la Relazione al Parlamento con alcune indicazioni significative su urgenti interventi legislativi indirizzati a rendere più efficace l’attività a tutela della sicurezza nazionale.
I 12 capitoli di cui si compone la Relazione riguardano diverse tematiche affrontate dal Comitato e che vanno dalla sicurezza nazionale nel settore economico, alla sfida dei sistemi autoritari alle democrazie occidentali, l’avanguardia della guerra ibrida, la macchina di disinformazione, la propaganda, il condizionamento e le ingerenze straniere, la guerra della Russia in Ucraina e la sfida della Cina all’Occidente.
E ancora il Mediterraneo, cyberspazio e aerospazio, la governance della sicurezza, l’azione di controllo messa in campo dal Comitato e infine l’ultimo capitolo con le indicazioni al Parlamento.
Per quanto riguarda queste ultime, il Presidente del Copasir, Adolfo Urso, ha spiegato che il Comitato ha indicato “l’esigenza di alcune puntuali modifiche all’impianto della legge n. 124 del 2007, al fine di garantire una sua piena funzionalità nel periodo ricompreso tra lo scioglimento delle Camere e l’avvio della nuova legislatura”.
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Indice degli argomenti
Il Comitato provvisorio per la sicurezza della Repubblica
Un primo effettivo riscontro in tal senso si è avuto con la predisposizione di un apposito disegno di legge presso il Senato della Repubblica (Atto n. 2679), presentato dal Senatore Parrini, Presidente della Commissione Affari costituzionali, e sottoscritto da rappresentanti dei Gruppi parlamentari; nel DL viene prevista l’istituzione di un Comitato provvisorio per la sicurezza della Repubblica, composto dai membri del Copasir della legislatura appena conclusa e che siano stati rieletti in una delle Camere.
Tale Comitato provvisorio, che è chiamato a svolgere le relative funzioni fino alla nomina del nuovo collegio, cesserebbe in ogni caso di esercitare le proprie funzioni decorsi venti giorni dalla votazione della fiducia al Governo.
Lo scioglimento anticipato delle Camere non ha consentito l’avvio dell’esame del disegno di legge. Tuttavia, l’esigenza di modifica resta inalterata: un prolungato vacuum temporum prima della costituzione del Comitato, lascerebbe non presidiato il rilevante fronte del controllo parlamentare.
“La prospettiva deve essere quella di un servizio unico con un sistema di controllo parlamentare molto più efficace” Questo lo spunto di riflessione lasciato da Franco Gabrielli, Autorità delegata per la sicurezza della Repubblica.
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Gabrielli: ecco i temi caldi di sicurezza nazionale
In occasione dell’audizione tenutasi il 6 settembre scorso al Copasir, il Sottosegretario Gabrielli ha affrontato i più caldi temi in materia di sicurezza nazionale.
Al centro dell’attenzione dell’intelligence ci sarebbe il rischio di ingerenze esterne nella campagna elettorale del 25 settembre. Il rischio è significativo e riguarda soprattutto lo “spazio cibernetico” e la concreta possibilità che gli attacchi cyber, così come avvenuto nei giorni scorsi, possano essere realizzati con una sempre maggiore frequenza contro obiettivi sensibili (energetici) per il nostro Paese: è di questi giorni la notizia diffusa dal quotidiano di Zurigo, Blick, sul possibile utilizzo da parte dei russi, dei server elvetici per condurre cyberattacchi contro i paesi occidentali, specialmente durante le campagne elettorali.
In quest’ottica, con l’articolo 37 del Decreto-Legge 115 del 9 agosto 2022, la cyber strategia italiana prende una nuova direzione che segna un cambiamento rispetto al passato adottando non più una sola postura resiliente ma anche una cyber difesa attiva, che ricalchi il modello americano adottato nel 2018, ampliando i poteri di contrasto, del Presidente del Consiglio, alle minacce che da tempo gravano sulla sicurezza nazionale.
“Il Presidente del Consiglio dei Ministri, acquisito il parere del Comitato interministeriale per la sicurezza della Repubblica e sentito il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica, emana, ai sensi dell’articolo 1, comma 3, della legge 3 agosto 2007, n. 124, disposizioni per l’adozione di misure di intelligence di contrasto in ambito cibernetico, in situazioni di crisi o di emergenza a fronte di minacce che coinvolgono aspetti di sicurezza nazionale e non siano fronteggiabili solo con azioni di resilienza, anche in attuazione di obblighi assunti a livello internazionale”.
Gabrielli, nel corso dell’audizione menzionata, non ha mancato di considerare anche altri temi che permangono nell’attuale quadro di sicurezza del nostro Paese come centrali; tra questi vi è anche la ripresa degli scontri tra le milizie libiche (motivo per cui è stata convocata l’audizione al Copasir) che è direttamente connessa al tema dell’aumento, rispetto al biennio 2019-2020, dei flussi migratori provenienti dalla Libia e dalla Tunisia, e la situazione del conflitto Russo-Ucraino.
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Un ruolo preminente della lotta alla guerra ibrida
Il posizionamento di uno Stato sullo scacchiere internazionale è il risultato di diverse componenti che includono il PIL, la popolazione, l’estensione geografica, le risorse naturali, la collocazione geostrategica, le risorse militari e il soft power.
Dal suo inizio, il conflitto russo-ucraino minaccia ognuno di questi aspetti. I soli razionamenti energetici a cui potremmo essere costretti nei prossimi mesi, chiariscono quanto sia già grave la situazione.
Un Paese che detiene un limitato accesso alle risorse energetiche e al relativo mercato è uno Stato che incontra difficoltà nel difendere gli interessi nazionali sia a livello locale che internazionale.
Se a questa considerazione aggiungiamo tutti i possibili contraccolpi che il Paese sarebbe costretto ad affrontare nel caso di un massiccio attacco a una sola delle infrastrutture critiche nazionali (sospensione dei servizi essenziali, ingenti danni di natura economica e finanziaria, isteria di massa ecc.), l’art. 7-ter si colloca perfettamente nel rapporto di proporzionalità tra difesa e offesa, con un ampliamento di competenza che consente all’esecutivo un intervento più puntuale e allo stesso tempo normato.
Nel contesto di un nuovo panorama internazionale, in cui gli aspetti tecnologi e geopolitici hanno subito un’importante evoluzione rispetto al passato, la nuova posizione cyber strategica italiana dimostra che la lotta alla guerra ibrida ha assunto un ruolo preminente nel garantire la sicurezza del Paese.