Gartner, nel corso del Gartner Security & Risk Management Summit di Sydney, tenutosi a fine marzo scorso, ha annunciato otto ipotesi di pianificazione strategica che le organizzazioni dovrebbero considerare nelle proprie strategie di cybersecurity nel periodo 2023-2027.
E ha sottolineato quanto sia oramai sempre più importante adattare le strategie di sicurezza e i ruoli dei Chief Information Security Officer (CISO) all’evoluzione incessante delle minacce cyber e del comportamento dei dipendenti.
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Previsioni cyber security 2023-2027: che cosa ci aspetta
Stiamo vivendo un momento storico caratterizzato da un crescente proliferazione di attacchi cyber che implica per i CISO ed i loro team da un lato il concentrarsi su ciò che sta accadendo – in modo tale da rendere le organizzazioni quanto più sicure e resilienti – e, dall’altro lato, essere in grado di anticipare i rischi cyber futuri – e spesso non ancora delineabili – che potrebbero avere un impatto considerevole sui propri programmi di sicurezza nei prossimi anni.
Pertanto, Gartner raccomanda ai leader della cyber security di integrare le seguenti 8 ipotesi di pianificazione strategica nelle proprie strategie di sicurezza:
1. Entro il 2024, le moderne normative sulla privacy avranno coperto la maggior parte dei dati dei consumatori, ma meno del 10% delle organizzazioni sarà riuscito a trasformare la privacy in un vantaggio competitivo.
Le organizzazioni stanno iniziando a riconoscere che un programma sulla privacy può consentire loro di: utilizzare i dati in modo più ampio; creare fiducia nei clienti, nei partner, negli investitori e nelle autorità di regolamentazione. Pertanto, Gartner consiglia ai responsabili della sicurezza di applicare uno standard completo sulla privacy e conforme al GDPR per differenziarsi in un mercato sempre più competitivo.
2. Entro il 2025, il 50% dei leader della cyber security avrà tentato, senza successo, di utilizzare la metodologia di quantificazione del rischio informatico per guidare il processo decisionale aziendale.
Secondo Gartner, il 62% degli utenti che adotta la quantificazione del rischio informatico per guidare il processo decisionale, difficilmente migliorerà la necessaria cyber risk awarness e solo il 36% otterrà risultati in termini di riduzione del rischio, risparmio dei costi o effettiva influenza sul processo decisionale.
Pertanto, i leader della sicurezza dovrebbero concentrarsi maggiormente sulla quantificazione precisa del rischio cyber richiesta dal Top Management atta a prendere decisioni strategiche, invece di produrre analisi autonome troppo tecniche e poco persuasive.
3. Entro il 2025, quasi la metà dei leader della cyber security cambierà lavoro e, in particolare, il 25% di essi ricercherà ruoli completamente diversi per ovviare ai molteplici fattori di stress a cui sono ora sottoposti.
I professionisti della cyber security faranno sempre più fatica a far fronte a problematiche quali la difficile reperibilità di talenti nel settore e i fattori di stress a cui sono sottoposti. Pertanto, Garner suggerisce di mettere in atto strategie atte a favorire cambiamenti culturali all’interno delle organizzazioni che supportino meglio i leader della cyber security.
4. Entro il 2026, il 10% delle grandi imprese disporrà di un programma zero trust completo, maturo e misurabile, rispetto a meno dell’1% attuale.
Un’implementazione Zero-Trust matura e ampiamente distribuita richiede l’integrazione e la configurazione di diversi componenti, che possono diventare piuttosto tecnici e complessi. Il successo dipende fortemente dalla traduzione in valore aziendale.
Pertanto, si consiglia di attuare una implementazione progressiva della mentalità zero-trust in continua evoluzione in modo da coglierne i vantaggi e gestire parte della complessità un passo alla volta.
5. Entro il 2026, il 70% dei consigli includerà un membro con esperienza in cyber security.
Affinché venga riconosciuto il ruolo strategico dei leader della cyber security, i CISO dovranno essere in grado di riconoscere la propensione al rischio del consiglio di amministrazione e dell’organizzazione.
Ovvero, essi dovranno essere in grado di dimostrare il valore del programma di cyber security strategico per l’organizzazione in quanto in grado di salvaguardarla da eventi avversi e di migliorare la capacità di gestire i rischi.
Pertanto, Gartner raccomanda ai CISO di anticipare il cambiamento per promuovere e supportare la cyber security all’interno del consiglio di amministrazione, stabilendo una relazione più stretta con i vari membri, propedeutica a migliorare la fiducia e il supporto.
6. Fino al 2026, oltre il 60% delle capacità di rilevamento, indagine e risposta alle minacce (TDIR) sfrutterà i dati di gestione dell’esposizione per convalidare e dare priorità alle minacce rilevate, rispetto a meno del 5% di oggi.
Le organizzazioni – man mano che le superfici di attacco si espandono a causa della maggiore connettività, dell’uso di applicazioni SaaS e del cloud – necessitano di una più ampia visibilità e cruscotti per monitorare costantemente le minacce e l’esposizione al rischio.
Pertanto, le funzionalità TDIR -che forniscono una piattaforma unificata o un ecosistema di piattaforme in cui è possibile gestire il rilevamento, l’indagine e la risposta – offrono ai team di sicurezza un quadro completo del rischio e del potenziale impatto.
7. Entro il 2027, il 50% dei CISO adotterà formalmente – nei propri programmi di cybersecurity – pratiche di progettazione incentrate sull’uomo per ridurre al minimo l’”attrito” operativo e massimizzare il controllo.
Gli analisti di Gartner rivelano che oltre il 90% dei dipendenti ha ammesso di aver intrapreso una serie di azioni non sicure durante le attività lavorative, pur essendo consapevoli che esse avrebbero aumentato il rischio per l’organizzazione.
La progettazione della sicurezza – incentrata sull’uomo – è modellata sull’individuo e non sulla tecnologia, sulla minaccia o sulla posizione al fine di conseguire ridurre al minimo ogni attrito.
8. Entro il 2027, il 75% dei dipendenti acquisirà, modificherà o creerà tecnologia al di fuori della visibilità dell’IT, rispetto al 41% nel 2022.
Il ruolo e l’ambito di responsabilità dei CISO si evolverà. Ovvero, i CISO passeranno dall’essere titolari del controllo a svolgere un ruolo di facilitatori del processo decisionale in termini di rischi. Ne consegue che sarà necessario riformulare il modello operativo della cyber security.
Pertanto, Gartner consiglia di pensare oltre la tecnologia e l’automazione e coinvolgere maggiormente i dipendenti in modo da influenzare il processo decisionale e garantire che dispongano delle conoscenze adeguate ad agire in modo informato e fare scelte consapevoli.
Conclusioni
I CISO, anche per gli anni futuri, continueranno a perseguire gli investimenti in cyber security eal contempo contribuire a progettare strategie strutturate per contrastare i rischi cyber.
Tuttavia, essi dovranno necessariamente evolversi per riuscire a raggiungere i propri obiettivi. Ovvero dovranno convertirsi in facilitatori strategici all’interno del Consiglio di amministrazione ed essere sempre più in grado di agire in modo sinergico con l’organizzazione e parlare un linguaggio comune oltre a diffondere una cultura della cyber resilience quale calibrata sintesi dei principi di risk management, business continuity e cyber security.
Solo in questo modo sarà possibile avere un approccio orchestrato al cyber risk ed affrontare collettivamente le minacce informatiche, proteggendo i clienti e le altre parti interessate.
Articolo originariamente pubblicato il 18 Apr 2023