I cyber attacchi vedono i settori di produzione presi di mira dagli ATP (gruppi attaccanti). Ecco le loro tecniche di attacco più utilizzate.
“Nel 2022, secondo i dati del nostro Osservatorio Cybersecurity, circa il 70% di aziende private in tutto il mondo ha dichiarato che la propria azienda è stata minacciata da attacchi informatici”, commenta Gianluca Porcelli, Cyber Security Specialist di Exprivia: “Secondo le nostre stime il costo globale del crimine informatico dovrebbe aumentare nei prossimi cinque anni, passando da 8,44 trilioni di dollari nel 2022 a 23,84 trilioni di dollari entro il 2027”.
Ma il punto debole rimane il fattore umano.
Cyber attacchi: ecco i tool, le tattiche, le principali cause e come mitigare i rischi
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Cyber attacchi: i settori produttivi nel mirino degli ATP
“Per fare un confronto al passato (dei dati reali registrati sul territorio italiano), si è passati da 199 tentativi di attacco sul suolo italiano nel 2021 ad un totale di 271 eventi di sicurezza registrati nel 2022”, continua Gianluca Porcelli, che condivide con CyberSecurity360 le conoscenze di Exprivia legate agli incidenti (attacchi informatici con un risultato per gli attaccanti) ed attacchi informatici registrati in Italia, Spagna e Brasile.
L’incremento è pari al 36% rispetto all’anno precedente: “Questo dato dovrebbe mettere in allarme tutte le aziende pubbliche o private che investono poco o nulla in cyber security in quanto gli incidenti di sicurezza, seppur con impatto diverso, minacciano tutte le realtà aziendali e non”, spiega Gianluca Porcelli.
“Le minacce all’interno del nostro report”, avverte Gianluca Porcelli, “sono state anche classificate per categoria di incidenti ed i numeri precedentemente citati sarebbero distribuiti fra le categorie di riferimento come indicato nella figura sottostante”.
Dai dati raccolti emerge un’altra informazione poco incoraggiante: “Riguarda una progressiva riduzione della forbice tra attacco e difesa (con qualche piccola eccezione) che culmina nel quarto trimestre 2022 con un numero di incidenti superiore al numero di attacchi“, mette in guardia Gianluca Porcelli.
Le minacce cyber più comuni
Per quanto riguarda il tipo di minacce, quelle più diffuse lo scorso anno, vedono i malware in prima fila. “I gruppi attaccanti hanno soprattutto utilizzato trojan e banking trojan, seguiti da botnet. Tecniche che facilmente traggono in inganno utenti inesperti ma permettono ad un attaccante di avere un primo punto di contatto con la vittima“.
In una classifica delle tecniche di cyber attacchi condotti da ATP più usate durante il 2022, i gruppi attaccanti hanno diffuso, secondo Gianluca Porcelli:
- “LockBit 3.0, il primo ransomware bug bounty (i programmi Bug Bounty offrono ricompense in denaro agli hacker etici per aver scoperto e segnalato con successo una vulnerabilità o un bug allo sviluppatore dell’applicazione);
- un nuovo metodo di phishing di bypass MFA (Multi Factor Authentication) che sfrutta il controllo Microsoft Edge WebView2 (gli attaccanti sfruttano WebView2 per rubare cookie e credenziali dopo che un utente ha effettuato correttamente l’accesso, aggirando l’MFA e ottenendo l’accesso completo);
- nuove tecniche di vishing e smishing (si osserva un aumento degli attacchi di phishing, in particolare attacchi di vishing e smishing in cui gli attori delle minacce tentano di ottenere informazioni personali per ottenere un guadagno finanziario tramite telefonate, software di alterazione vocale, messaggi di testo ed altri strumenti);
- attacchi ransomware del gruppo attaccante Vice Society contro le scuole (le autorità competenti avvertono che gli attacchi contro il settore dell’istruzione potrebbero potenzialmente addirittura aumentare durante l’anno scolastico 2022-2023)”.
Il punto debole: il fattore umano
Nonostante la grande attenzione mediatica, il numero di incidenti e cyber attacchi di ATP connessi al conflitto in corso, in seguito all’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, resta statisticamente non fortemente rilevante.
“O perlomeno non rilevante quanto il fattore umano”, sottolinea Gianluca Porcelli. “Se da un lato nel 2020, 2021 e 2022 abbiamo osservato che qualunque evento imprevisto (guerra, pandemia…) ha spesso un impatto nell’ecosistema digitale”, evidenzia Gianluca Porcelli, “dall’altro ad impattare realmente la stabilità dell’ecosistema stesso è la mancanza di consapevolezza delle persone”.
Infatti, “la tecnica di attacco più spesso utilizzata resta il phishing talvolta sofisticato ma spesso anche banale e facilmente riconoscibile”, conclude Gianluca Porcelli.
Servono più formazione continua e consapevolezza per evitare il proliferare del phishing, oltre ad usare in azienda più meccanismi anti-phishing come Passkey nell’era passwordless.