Questa ci mancava: la propaganda russa che sfrutta un errore tecnico di un servizio governativo importante, quello della Carta d’identità elettronica, per fingere di avere fatto un attacco informatico.
Una tecnica di disinformazione, insomma.
Da molte ore infatti il portale della carta di identità è inaccessibile e non è utilizzabile l’accesso con CIE online sui siti e servizi della pubblica amministrazione.
Il collettivo russo NoName, già autore di cyber attacchi Ddos (veri) a siti governativi anche italiani, ne ha approfittato per attribuirsene un altro. Questa volta però mai avvenuto, come hanno ricostruito gli esperti che collaborano con Cybersecurity360.
NoName057: una dashboard per prevenire gli attacchi DDoS degli hacktivisti filorussi
“Infatti si tratta di un problema di natura tecnica”, spiega l’esperto cyber Pierluigi Paganini, ma “sorprende la rapidità con la quale gruppi pro-Russia si attribuiscono la paternità di attacchi che in realtà non han sortito effetti, ammesso che vi siano stati”. Come in questo caso: il portale è fuori uso per altri motivi. Ecco perché.
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Carta di identità CIE inaccessibile: problema tecnico, nessun cyber attacco
Dalle 11.40 il portale della carta di identità risulta inaccessibile. Anche su Telegram il gruppo russo NoName ha millantato un attacco Ddos, in realtà mai avvenuto, il sito della CIE è irraggiungibile e fuori uso a causa di un problema tecnico.
Il ministero dell’Interno ha avvisato con una nota che sono “in corso le attività tecniche per ripristinare al più presto il funzionamento del sistema”, dopo che “un problema tecnico nella fornitura della connettività internet, causato dall’incendio divampato nella giornata di ieri nei pressi della Stazione Tiburtina, ha coinvolto cavi della fibra ottica”, provocando il disservizio.
Il gruppo di lavoro di Dario Fadda che collabora con Cybersecurity360 conferma l’assenza di un attacco.
NoName finge di aver sferrato l’attacco: ecco la tecnica propagandistica russa
Ma l’aspetto interessante della vicenda è che NoName si sia subito gettato a capofitto a livello mediatico, cercando di appropriarsi del tilt, fingendo di aver sferrato un cyber attacco. Un attacco mai avvenuto.
“Questo aspetto è cruciale ed è caratteristico dell’attuale conflitto”, spiega Pierluigi Paganini. E in effetti fa luce sulla tecnica propagandistica russa, basata sulla disinformazione e sull’efficacia, superiore a quella della propaganda sovietica, secondo Anton Shirikov, politologo alla Columbia University.
Da quando la Russia ha invaso l’Ucraina, lo scenario delle cyber minacce ha subito un radicale cambiamento. Hanno fatto il loro ingresso sullo scacchiere digitale, in maniera prepotente, nuovi soggetti, altamente preparati, facendo crescere il fenomeno delle milizie informatiche.
Per monitorare le mosse degli hacktivisti filorussi NoName057 esiste anche una dashboard. Tuttavia il collettivo, che ha provato a buttare giù il ministero del Lavoro, il consiglio superiore della Magistratura (Csm) e – più di una volta – Carabinieri e Gruppo Tim, ha cercato comunque di millantare un attacco masi avvenuto, inquinando i pozzi dei media mainstream occidentali. In effetti il sito della Repubblica.it, qualche ora fa, era caduto nella fake news.
La narrazione, che i sostenitori del Cremlino diffondono sui social, ha un canovaccio ben collaudato, come conferma questa vicenda.