Dall’Osservatorio del CRIF emerge che nel 2022 le frodi creditizie e i furti di identità sono aumentate del 20%. Al cyber crime fanno inoltre gola gli importi bassi.
“Il tema delle frodi nel credito al consumo è un problema noto”, commenta Claudio Telmon, Senior Partner – Information & Cyber Security at P4I – Partners4Innovation, “ma del quale si parla ancora troppo poco”.
Ecco le frodi bancarie in cifre e come mitigare il rischio.
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Frodi creditizie e furti d’identità: +20% nel 2022
Sul credito e soprattutto sul credito al consumo pesano le frodi creditizie via furto d’identità, con l’uso illecito successivo dei dati (personali e finanziari altrui) per ricevere credito o comprare beni.
Secondo l’Osservatorio sulle Frodi Creditizie e i furti di identità realizzato da CRIF-MisterCredit, nel 2022 il numero di frodi in Italia è salito del 19,9%. Ha superato la soglia dei 34.300 casi, mentre in valore ha registrato un aumento del 6,3%.
Si stima un danno pari ai 132 milioni di euro, anche se l’importo medio frodato scende di -11,3%, attestandosi a 3.850 euro.
“L’aumento delle frodi può essere attribuito all’evoluzione delle tecniche utilizzate dalle organizzazioni criminali, che sono diventate sempre più sofisticate e difficili da rilevare”, dichiara Beatrice Rubini, Executive Director della linea Mister Credit di CRIF: “Nel 2022 i casi sono cresciuti, e non solo in Italia: secondo la Federal Trade Commission sono cresciute del +30% negli Stati Uniti, mentre nel Regno Unito, secondo CIFAS, l’incremento è stato del +23%. In poche parole, non bisogna abbassare la guardia perché l’uso frequente dell’e-commerce, l’accelerazione nell’utilizzo delle carte di pagamento e la digitalizzazione di molti processi possono aumentare i rischi di furto di identità”.
Tempi e documenti
I tempi di scoperta delle frodi si allugano. Appena il 37,6% dei casi si scopre nei primi 6 mesi; tra i 6 e 24 mesi (+40%) e tra i 3 e 4 anni (+32%). Un caso su 5 richiede oltre 5 anni (+7,9%).
“Particolarmente significativi i tempi molto lunghi per la scoperta delle frodi“, continua Telmon, “legati anche al fatto che la persona di cui è stata rubata l’identità spesso viene a sapere del fatto solo quando vengono avviate nei suoi confronti delle iniziative di recupero crediti. Questo mette in evidenza che l’aspetto economico non è l’unico rilevante: le persone colpite da furto di identità devono affrontare importanti complessità fatte di azioni legali, denunce, impossibilità di accedere a loro volta a finanziamenti, e uno stress emotivo molto importante“.
Nello 0,10% la frode sfrutta un codice fiscale apparentemente regolare ma inesistente, quindi mai rilasciato dall’Agenzia delle Entrate. Un tentativo di frode con identità inesistente.
Ma l’uso della carta di identità come documento identificativo riguarda l’82,4% del totale, seguito dalla patente col 15,3%. Secondo il CRIF, l’1,33% dei documenti presentati in fase di identificazione anagrafica è una carta di identità con più rischio di contraffazione. Oppure valida ma non riconducibile al soggetto. Per le patenti questo dato arriva al 2,6% dei casi.
Il 2,3% delle pratiche di finanziamento di lavoratori dipendenti è risultata non conforme. Analogamente il 2,6% delle pratiche dei lavoratori autonomi, lo 0,3% per i pensionati e lo 0,2% per altre categorie, come i Cococo.
Fanno gola gli importi bassi
Nel 2022 fanno la parte del leone i casi di frode con importo inferiore ai 1.500 euro (+46% rispetto al 2021). Rappresentano il 38,8% del totale.
I casi di frode con importi compresi fra 5.000-10.000 euro sono passati dal 14% al 7,5% del totale (-46,2%). Crollano anche i casi con importo superiore ai 10.000 euro (-30,4% sul totale rispetto al 2021).
Gli acquisti riguardano elettrodomestici (31,1%), auto-moto (8,7%), elettronica (6,3%), arredamento (5,0%) e immobili/ristrutturazione (5,6%), mentre le spese per la casa raggiungono il 10,6%.
Frode sui crediti e sul Bnpl
I prestiti finalizzati all’acquisto di beni e servizi (per esempio auto, moto, articoli di arredamento, elettronica ed elettrodomestici eccetera) sono la tipologia di finanziamento più colpita. Nel 2022 rappresentano il 38,4% del totale (+11,5% nel 2022, nonostante un -30% nel 2021 e un altro un -30% nel 2019). L’importo medio per questa tipologia è pari a 7.339 euro.
Le somme chieste in prestito per spese personali, non legate all’acquisto di beni particolari, registrano un calo del -40,7%. Nel 2022 rappresentano solo il 13,4% del totale delle frodi.
Il focus dei truffatori si sposta sempre più verso le carte di credito (comprese credito revolving: +31,5% nel 2022, dopo il +59,7% nel 2021).
Salgono i casi di frode sulla rateizzazione di acquisti eCommerce, le formule Buy now, pay later (BNPL), ma si fermano all’1,3%.
Identikit della vittima
Le frodi aumentano nella fascia 51-60 anni (+6,6%), mentre scendono tra i 31-40 anni (-5,5%). Gli Under30 restano (22,9%) fanno la parte del leone.
A livello geografico, il maggior impatto è in Campania, Sicilia (+4,5%), Lombardia e Puglia (+8,1%). Il maggior incremento si registra in Trentino-Alto Adige (+17,9%), ma sul totale si ferma allo 0,7%.
Come proteggersi da frodi creditizie e furti d’identità
I cyber criminali attingono a informazioni anagrafiche e identificative pubblicate sui social media. Le organizzazioni criminali trovano nei social le informazioni per creare false identità.
I consumatori devono alzare il livello di attenzione alla protezione dell’identità digitale. I consumatori dovrebbero poter attivare un sistema di avviso per monitorare l’apertura di linee di credito al consumo, come già possono fare per le transazioni con le carte di credito. Dovrebbe infatti essere un intervento normativo, tale da imporre a chi propone finanziamenti al consumo di segnalare l’apertura al domicilio digitale del beneficiario.
“L’uso di meccanismi di segnalazione istantanea delle operazioni (l’SMS che ci arriva quando facciamo un prelievo o un pagamento con carta di debito o di credito) ha aiutato a ridurre drasticamente l’impatto dei singoli incidenti, spesso azzerandolo”, sottolinea Telmon.
“Da questo punto di vista, è interessante l’attivazione, proprio in questo periodo, dell’Indice Nazionale dei Domicili Digitali (INAD), che potrebbe permettere a chi offra credito al consumo di segnalare in modo analogo agli interessati eventuali attivazioni di finanziamenti, riducendo, almeno in alcuni casi, quei tempi di rilevazione e quindi anche l’impatto dei singoli incidenti”.
Inoltre, “le cronache ci raccontano di persone soggette a incidenti ripetuti a seguito di un singolo furto di documenti di identità. Anche dal punto di vista della capacità di rilevare queste situazioni probabilmente si potrebbe cercare di fare di più, riducendo ulteriormente l’impatto sulle persone colpite“, avverte Telmon.
Inoltre occorre implementare sistemi con segnalazione tempestiva dell’utilizzo improprio dei propri dati personali per richiedere finanziamenti (o se queste informazioni circolano sul web o nel dark web). “È importante proteggere i propri dati personali e finanziari per evitare il furto di identità”, conclude Beatrice Rubini.