Il rapporto

Cloud Native Application Protection Platform, analisi e sfide all’orizzonte

Un recente sondaggio condotto da CSA (Cloud Security Alliance), commissionato da Microsoft, fornisce una preziosa anteprima delle priorità di sicurezza del cloud e dello stato dell’adozione delle piattaforme CNAPP

Pubblicato il 27 Ott 2023

Federica Maria Rita Livelli

Business Continuity & Risk Management Consultant, BCI Cyber Resilience Committee Member, CLUSIT Scientific Committee Member, ENIA Comitato Scientifico

Cloud,Computing,Concept.,Modern,City,And,Communication,Network.,Software,As

L’aumento della complessità dell’ambiente cloud aziendale rende sempre più sfidante monitorare, rilevare e prevenire minacce e vulnerabilità nel cloud. I team di sicurezza, oltre alla proliferazione e alla frammentazione degli strumenti di sicurezza, devono affrontare una crescente complessità nel proteggere i propri ambienti cloud.

In questo contesto, le piattaforme CNAPP hanno guadagnato rapidamente popolarità, offrendo una soluzione completa e unificata per la sicurezza su diverse piattaforme cloud, come si evince dal recente report di CSA (Cloud Security Alliance) – Cloud Native Application Protection Platform (CNAPP).

CSA – Cloud Native Application Protection Platform (CNAPP) Survey Report

Microsoft, per comprendere meglio la posizione del settore riguardo alle CNAPP, ha commissionato un sondaggio a CSA. Si tratta di uno studio completo- pubblicato a fine agosto 2023 – che ha coinvolto 1201 professionisti IT e della sicurezza, raccogliendo opinioni, conoscenze e atteggiamenti, oltre a: fornire approfondimenti sulle priorità e sulle sfide della sicurezza cloud delle organizzazioni; rivelare lo stato attuale dell’implementazione del CNAPP; identificare i metodi e le sfide attuali nella gestione del livello di sicurezza, nella protezione del carico di lavoro cloud e nel DevSecOps.

È doveroso evidenziare che i CNAPP consolidano le funzionalità di molti strumenti di sicurezza, come Cloud Security Posture Management (CSPM), Cloud Workload Protection (CWP), Cloud Infrastructure Entitlement Management (CIEM), sicurezza di rete e DevOps sicuri.

Di seguito i principali risultati scaturiti dal sondaggio.

Tre su quattro organizzazioni scelgono di utilizzare CNAPP per proteggere il loro ambiente multi-cloud

La maggioranza delle aziende (71%) ha già adottato o sta pianificando di adottare CNAPP (Cloud Native Application Protection Platform) nei propri ambienti cloud.

Questo elevato tasso di adozione è spiegato dalla crescente tendenza all’utilizzo di strategie multi-cloud, con l’84% delle organizzazioni che utilizzano due o più ambienti cloud. Tuttavia, gli strumenti di sicurezza esistenti spesso non sono in grado di gestire in modo adeguato le complessità di queste configurazioni multi-cloud, spingendo le aziende a cercare alternative come le CNAPPs.

Mentre il 14% prevede di implementare CNAPP nei prossimi 12 mesi, un 8% lo implementerà in futuro e un 7% non ha intenzione di farlo.

Inoltre, il sondaggio ha rivelato che gli strumenti di sicurezza comunemente utilizzati, come CSPM, CWP e CIEM, risultano integrati in più ambienti cloud solo per il 30% o meno delle organizzazioni.

Ancora, il CSPM – che rientra tra le funzionalità offerte dalle CNAPPs – è emerso come un elemento chiave (25%) per la sua importanza nel garantire la visibilità della postura di sicurezza, identificata come una delle principali priorità (42%) per le organizzazioni.

CSPM: I team di sicurezza richiedono informazioni chiare e definite per una corretta prioritizzazione

I team di sicurezza si trovano costantemente di fronte a sfide nella gestione e prioritizzazione dei miglioramenti di sicurezza a causa dell’elevato numero di allarmi. Il 32% dei partecipanti ha ammesso avere difficoltà nel dare la giusta priorità ai miglioramenti di sicurezza a causa della molteplicità delle informazioni, che risultano spesso errate.

Inoltre, il 34% si trova sommerso dalle raccomandazioni di sicurezza, mentre una percentuale equivalente manca di informazioni contestuali o insights utili per prendere decisioni informate. Nonostante i team ricevano numerosi allarmi o suggerimenti, questi non forniscono i dettagli necessari per guidarli verso la giusta azione da intraprendere. Inoltre, vi è una grande disparità nelle configurazioni di monitoraggio tra le diverse organizzazioni, ovvero:

  • il 33% dei partecipanti utilizza sistemi di monitoraggio completamente agent-based.
  • il 37%, adotta principalmente metodologie di monitoraggio agent-less, integrati da un certo livello di monitoraggio agent-based. Questa differenza è probabilmente influenzata dal fornitore specifico e dal tipo di tecnologia a cui l’organizzazione ha accesso.

Di fatto, le organizzazioni sembrano aver bisogno di cercare strumenti e tecnologie che supportino la gestione della loro postura di sicurezza attraverso l’uso di automazione e strumenti di sicurezza consolidati per ovviare ai problemi evidenziati.

Sicurezza DevOps sempre più strategica, ma la carenza di competenze e talenti ostacola il progresso

Nonostante la tendenza verso la sicurezza shift-left e il DevSecOps, l’incorporazione di solide misure di sicurezza all’interno del DevOps è ancora nelle fasi iniziali, con significativi ostacoli che ne impediscono una piena integrazione. Attualmente, il 51% delle organizzazioni sta lavorando per integrare la sicurezza nelle proprie pratiche DevOps, ma solo il 35% riporta un’integrazione completa.

Le principali sfide includono:

  • la mancanza di competenze in materia di sicurezza
  • l’automazione insufficiente
  • un eccessivo numero di falsi positivi
  • la mancanza di feedback utili per l’azione.

Pertanto, le organizzazioni, per garantire il successo dei propri sforzi di integrazione, dovranno affrontare direttamente diversi problemi tra cui:

  • La mancanza di competenze in materia di sicurezza, segnalata dal 46% dei partecipanti e che può causare vulnerabilità nel processo DevOps, che gli attaccanti potrebbero sfruttare. Pertanto, le organizzazioni dovranno ovviare a questi empasse dovranno investire maggiormente nella formazione sulla sicurezza per i team DevOps, oltre ad assumere specialisti della sicurezza e promuovere una cultura incentrata sulla sicurezza all’interno dell’organizzazione.

Per quanto riguarda la tecnologia, le principali sfide da gestire risultano essere:

  • la mancanza di automazione, segnalata dal 43% dei rispondenti che può rendere difficile per le organizzazioni gestire e scalare efficientemente le loro pratiche DevOps.
  • I falsi positivi emergono come un altro problema significativo, con il 42% delle organizzazioni alle prese con questo problema che può portare a una fatica e a una ridotta efficacia di un team di sicurezza già in difficoltà.
  • La mancanza di feedback concreti che ostacola una risposta efficace agli incidenti di sicurezza è stata segnalata dal 42% delle organizzazioni .

Le organizzazioni – a fronte di quanto sopra evidenziato – devono prestare attenzione particolare attenzione a questi aspetti in modo da garantire un’efficace integrazione della sicurezza in DevOps, proteggendo così le proprie operazioni in modo più efficace.

CWP: le sfide legate alla risposta agli incidenti riguardano le persone, i processi e la tecnologia

Nel contesto di DevOps, la protezione dei carichi di lavoro nel cloud e la risposta agli incidenti rappresentano sfide che coinvolgono tutti gli aspetti, i.e.: persone, processi e tecnologia.

  • Persone – La mancanza di personale è un problema significativo – riportato dal 25% dei partecipanti all’indagine – che ostacola la capacità dell’organizzazione di rispondere efficacemente agli incidenti di sicurezza. Inoltre, la mancanza di un piano di risposta formale aggrava ulteriormente il problema. Ancora, è importante fornire al team di sicurezza una formazione completa e le risorse necessarie per affrontare gli incidenti in modo efficiente.
  • Processo – Il 29% delle organizzazioni ha segnalato l’assenza di piani di risposta formali agli incidenti. Di fatto, senza una roadmap chiara, le organizzazioni spesso faticano a comprendere i loro ruoli e le loro responsabilità durante un incidente di sicurezza. Per affrontare questa situazione, le organizzazioni devono sviluppare e implementare un piano formale di risposta agli incidenti che dovrebbe delineare chiaramente i ruoli, le responsabilità e le azioni da intraprendere dal team di risposta agli incidenti durante un evento di sicurezza. È inoltre essenziale testare e aggiornare regolarmente il piano di risposta per garantirne l’efficacia. Infine, le organizzazioni dovrebbero identificare attivamente e affrontare in modo proattivo eventuali lacune potenziali nei loro piani di risposta agli incidenti.
  • Tecnologia – La mancanza di automazione, segnalata da un significativo 39% dei partecipanti, è un’altra sfida chiave con cui le organizzazioni si confrontano. Gli strumenti di automazione possono ridurre drasticamente i tempi di risposta e aumentare l’efficienza delle indagini sulle minacce. Pertanto, l’implementazione di questi strumenti è un passo critico per migliorare la risposta agli incidenti. Strumenti come CNAPP e Security Information and Event Management (SIEM) – che automatizzano i processi di risposta agli incidenti – offrono una visibilità in tempo reale sugli incidenti di sicurezza potenziali. Le organizzazioni dovrebbero inoltre investire in tecnologie che aiutino a prioritizzare gli incidenti di sicurezza e a ridurre il numero di falsi positivi, aumentando così l’efficienza della sicurezza.

Di fatto, la prioritizzazione di queste aree consentirà alle organizzazioni di rafforzare le loro capacità di risposta agli incidenti, garantendo così una protezione robusta per i carichi di lavoro cloud.

Sicurezza di rete: l’implementazione è più matura, tuttavia la rilevazione delle minacce rimane una sfida

La sicurezza di rete nell’ambito multi-cloud è l’area più sviluppata, con il 43% dei partecipanti che ha raggiunto un’integrazione completa. Tale livello di maturità potrebbe essere attribuito all’aumento della popolarità delle strategie di zero trust.

Tuttavia, le organizzazioni affrontano ancora sfide significative nella sicurezza di rete, quali: la rilevazione delle minacce e la gestione degli allarmi di sicurezza. Di fatto, la complessità degli ambienti e l’alto volume di traffico di rete possono rendere difficile identificare e individuare efficacemente le potenziali minacce.

Un approccio basato sul rischio può aiutare le organizzazioni a dare priorità ai rischi più critici, migliorando la loro postura di sicurezza complessiva e si consiglia di utilizzare strumenti di sicurezza che supportino un ambiente multi-cloud e offrano protezione intelligente dalle minacce.

Gli strumenti come CNAPPs automatizzano, di fatto, i processi di sicurezza di rete, facilitando l’individuazione e la mitigazione rapida delle minacce. Ridurre il numero di allarmi di sicurezza è importante per la gestione della sicurezza di rete, pertanto, investire in strumenti di sicurezza intelligenti che riescono a distinguere tra minacce reali e falsi positivi può ridurre significativamente il volume di allarmi, consentendo al team di sicurezza di concentrarsi sulle minacce autentiche.

È doveroso evidenziare che, nonostante la sicurezza di rete sia l’area più matura nell’ambiente multi-cloud, le organizzazioni devono ancora affrontare sfide significative nella rilevazione delle minacce e nella gestione degli allarmi di sicurezza. Pertanto, le organizzazioni, adottando un approccio basato sul rischio e utilizzando strumenti di sicurezza avanzati, possono migliorare la sicurezza di rete nel contesto multi-cloud e proteggere efficacemente i propri asset.

CIEM: le configurazioni errate sono la principale preoccupazione riguardo ai permessi

CIEM sta affrontando sfide significative, in particolare riguardo alle configurazioni errate dei permessi. Circa il 43% delle organizzazioni considera questo problema come la principale preoccupazione, poiché può portare ad accessi non autorizzati e perdite di dati considerevoli. Di fatto, le configurazioni errate possono esporre dati sensibili e concedere privilegi non necessari, creando vulnerabilità sfruttabili da attori malintenzionati.

È doveroso evidenziare che gli strumenti di sicurezza automatizzati sono sempre più riconosciuti come soluzione per rafforzare CIEM. Essi consentono di analizzare l’intero ambiente multi-cloud, garantendo visibilità e controllo sulle configurazioni dei permessi. Inoltre, essi permettono alle organizzazioni di affrontare tempestivamente i problemi, riducendo le vulnerabilità, rilevando e segnalando in modo proattivo le configurazioni errate.

Conclusioni

La tecnologia delle CNAPP è stata rapidamente adottata dalle organizzazioni negli ultimi anni. La sua attrattiva risiede nella capacità di fornire una gestione completa della postura e della visibilità, nonché un approccio dal codice al cloud per ridurre i rischi, che rappresentano una priorità di sicurezza fondamentale per le organizzazioni.

La CNAPP è particolarmente efficace nella protezione di ambienti multi-cloud e offre una soluzione unificata per consolidare diversi strumenti di sicurezza.

Dai risultati del sondaggio, è evidente che le sfide affrontate dalle organizzazioni ruotano frequentemente attorno a due elementi centrali: le persone e la tecnologia. Da una parte, c’è la necessità di rafforzare il personale con professionisti della sicurezza ben addestrati che abbiano una chiara comprensione dei loro ruoli e delle loro responsabilità.

Dall’altra parte, c’è l’esigenza impellente di una tecnologia e di strumenti efficaci per affrontare il panorama in rapida evoluzione delle minacce alla sicurezza informatica e supportare efficacemente i team di sicurezza.

La tecnologia, come la CNAPP, deve fornire ai team di sicurezza le informazioni e la visibilità necessarie per proteggere in modo efficace gli ambienti multi-cloud attraverso una piattaforma end-to-end per una governance coerente. Questa necessità si estende a diverse aree critiche, quali: CSPM, CWP, DevSecOps, CIEM e Network Security.

Ne consegue che le organizzazioni, mentre si muovono nel cloud, devono sfruttare soluzioni come CNAPP che offrono un approccio integrato alla sicurezza, affrontando sia gli aspetti umani che quelli tecnologici. In questo modo, saranno in grado di prepararsi meglio ad affrontare le complesse sfide della sicurezza informatica di oggi e del futuro.

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