Il parere favorevole che il Garante privacy ha dato alla modifica del decreto del Ministero della salute del 7 settembre 2023, introduce una disciplina transitoria delle disposizioni sul fascicolo sanitario elettronico 2.0 (FSE).
Lo scopo è quello di ottenere al termine della terza fase applicativa, una tutela uniforme, in tutto il territorio nazionale, dei diritti fondamentali dei cittadini.
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L’intervento del Garante privacy
Le modifiche sono state rese necessarie a seguito dell’attività di monitoraggio avviata dal Garante privacy per verificare la corretta attuazione delle nuove disposizioni da parte delle regioni e province autonome. Questa iniziativa si è imposta a causa della delicatezza dei dati trattati e del potenziale coinvolgimento di soggetti vulnerabili.
I risultati preliminari di questa attività istruttoria evidenziano un quadro preoccupante, in cui le tutele appaiono garantite soltanto a livello teorico.
Molte disposizioni cruciali per la protezione dei dati risultano disattese da alcune regioni, creando potenziali disparità nel trattamento dei diritti dei cittadini. E questa disomogeneità è contraria all’obiettivo del FSE 2.0, che mira a garantire un approccio uniforme e coordinato a livello nazionale.
Il Garante ha giustamente sollevato preoccupazioni riguardo alla possibile discriminazione tra cittadini, a seconda della loro residenza. È imperativo che le misure previste dal decreto vengano applicate uniformemente, affinché ogni assistito possa beneficiare delle stesse tutele, senza disparità.
Un problema cruciale: non tutti i cittadini possono esercitare i propri diritti legati al FSE. Prendiamo ad esempio il diritto di oscurare i dati personali o di consultare gli accessi effettuati sul proprio FSE. Queste dovrebbero essere tutele basilari, garanzie per un uso corretto dei dati.
Eppure, non tutti gli assistiti possono esercitare questi diritti, così come la possibilità di esprimere consensi specifici per le diverse finalità perseguibili attraverso il FSE 2.0 (cura, prevenzione e profilassi internazionale).
Preoccupazioni simili emergono dall’applicazione disomogenea delle misure tecniche volte a garantire l’integrità e la sicurezza dei dati sul territorio nazionale.
Piano di attuazione del fascicolo sanitario elettronico
Per affrontare le problematiche emerse, è stato previsto un piano di attuazione suddiviso in tre fasi, ognuna essenziale per costruire un sistema più sicuro e coeso che stabilisce scadenze chiare e rispettose dei diritti degli utenti.
Una sfida che prevede tutele incrementali, una risposta pragmatica alla necessità di implementare in modo graduale e controllato le nuove disposizioni:
Fase 1: entro il 31 marzo 2025. Implementazione del diritto di oscuramento automatico dei dati e registrazione degli accessi al FSE.
Fase 2: entro il 30 settembre 2025. Completamento del Profilo Sanitario Sintetico e miglioramento dell’accesso consultivo ai dati, alimentazione da parte di tutte le regioni e province autonome, dei dati soggetti a maggiore tutela dell’anonimato direttamente oscurati, alla completa realizzazione del Taccuino personale (TP), all’accesso al FSE da parte dei minori e di soggetti incapaci di intendere e volere e all’attuazione del sistema delle deleghe.
Fase 3: entro il 31 marzo 2026. Finalizzazione della completezza dei contenuti del FSE, accesso online per strutture sanitarie private. tempestiva alimentazione del FSE, con i dati e documenti, entro cinque giorni dall’erogazione della prestazione sanitaria, nonché all’alimentazione con i dati e i documenti sanitari riferiti alle prestazioni erogate anche al di fuori del Servizio Sanitario Nazionale (SSN).
Conclusioni
La sfida ora è quella di superare le disomogeneità attuali e assicurare che ogni cittadino, indipendentemente dalla propria regione, possa fruire di un FSE 2.0 che garantisca sicurezza, accessibilità e rispetto della protezione dei dati personali.