La sicurezza è un valore fondamentale per ogni azienda che offre un servizio al pubblico e i parcheggi rappresentano spazi sensibili. Le telecamere di videosorveglianza nei parcheggi dei centri commerciali sono oggi pensate principalmente per proteggere i beni dell’azienda stessa.
Tuttavia, quando si parla di danni alle vetture dei clienti, emergono sfide e limitazioni imposte dalla normativa sulla protezione dei dati.
Cosa accadrebbe se i centri commerciali potessero rispondere a queste situazioni offrendo accesso mirato ai filmati?
Attraverso LIA e DPIA ben sviluppati, questa potrebbe non essere più solo un’ipotesi.
Indice degli argomenti
Videosorveglianza e GDPR: protezione per l’azienda, non per il cliente
Attualmente, all’interno dei centri commerciali sono installati sistemi di videosorveglianza per proteggere i beni aziendali.
Questa finalità giustifica anche la videosorveglianza, più in generale, all’interno dei parcheggi che sono “spazi privati ad uso pubblico”.
In tale quadro di situazione, se il veicolo di un cliente riceve un danno durante una manovra effettuata nel parcheggio da un altro cliente, le immagini registrate dalle telecamere non possono essere rilasciate liberamente. Possono essere fornite solo le immagini che riguardano direttamente il richiedente, e devono essere oscurati volti, targhe e altri elementi identificativi relativi a persone diverse dal richiedente stesso, anche se queste ultime sono responsabili del danno.
Ciò, perché il danno arrecato a un veicolo in seguito a una manovra in un parcheggio costituisce un illecito di natura civilistica e, nel nostro ordinamento, non esiste una norma giuridica che autorizzi la comunicazione di dati personali a soggetti diversi dall’interessato.
Una possibile soluzione temporanea, sebbene non risolutiva, potrebbe consistere nell’esercitare immediatamente il diritto di “limitazione del trattamento” ai sensi dell’art. 18, paragrafo 1, lettera c) del GDPR.
Di conseguenza, senza le immagini da presentare all’assicurazione, la persona danneggiata, o chi sospetta che la propria auto sia stata danneggiata da un terzo, non ha alcun modo di ottenere giustizia per il danno subito.
Se, invece, un veicolo all’interno del parcheggio viene intenzionalmente danneggiato da qualcuno con violenza o minaccia verso la persona, si configura un reato perseguibile, previsto dall’art. 635 del Codice penale.
In questo caso il centro commerciale dovrà rilasciare le immagini alla polizia giudiziaria attivata dalla vittima del reato a seguito di una denuncia.
Le opportunità di una LIA innovativa
Un assessment del legittimo interesse (LIA) dei clienti che rivestono il ruolo di TERZI ed una buona valutazione di impatto sulla protezione dei dati personali (DPIA) potrebbero cambiare questa situazione.
L’adozione di una gestione avanzata di questi strumenti potrebbe consentire ai centri commerciali di offrire un servizio mirato per il rilascio delle immagini. In caso di danni ai veicoli causati da manovre improprie, le registrazioni potrebbero essere fornite al cliente richiedente, senza necessità di oscurare i volti o le targhe delle persone coinvolte nel danneggiamento. Resterebbero invece oscurati i volti e le targhe degli altri soggetti non direttamente interessati all’evento.
Questa opzione richiede un robusto design e apre a possibilità inedite.
Questa riflessione si basa sull’art. 6, paragrafo 1, lettera f) del GDPR, che stabilisce la liceità del trattamento solo se e nella misura in cui esso sia necessario per il perseguimento di un legittimo interesse del titolare o di terzi, a condizione che tale interesse non prevalga sui diritti, sulle libertà fondamentali e sugli interessi dell’interessato, soprattutto se quest’ultimo è un minore.
È quindi possibile esplorare la possibilità di riconoscere che:
- il trattamento eseguito con il sistema di videosorveglianza sia necessario per tutelare il legittimo interesse dei clienti che rivestono il ruolo di “terzi” ossia dei soggetti che hanno subito il danno;
- non prevalgono gli interessi o i diritti e le libertà fondamentali dell’interessato (che ha cagionato un danno al veicolo del richiedente le immagini) che richiedono la protezione dei dati personali.
Questa prospettiva consente di considerare un bilanciamento tra il legittimo interesse alla tutela del patrimonio e dei diritti dei clienti e la protezione dei dati dell’interessato, qualora quest’ultimo sia responsabile di un danno.
Questa argomentazione apre, dunque, alla possibilità di giustificare il rilascio delle immagini, a condizione che si possa dimostrare la prevalenza del legittimo interesse dei clienti danneggiati rispetto ai diritti dell’interessato che ha causato il danno.
Tale bilanciamento consentirebbe di tutelare i diritti dei clienti lesi senza compromettere ingiustificatamente la protezione dei dati personali dell’interessato.
La potenza dell’advertising “privacy-friendly”
L’applicazione di una LIA e di una DPIA ad alto profilo non solo migliorerebbe il servizio ai clienti, ma potrebbe diventare una vera leva di marketing. Pensiamo a cartelli espliciti nel parcheggio, del tipo: “In caso di danneggiamenti, è possibile, fornendo adeguate motivazioni, accedere ai filmati“. Tale messaggio non solo comunica sicurezza, ma trasmette ai clienti una sensazione di tutela e fiducia, creando un potente legame tra il supermercato e i suoi utenti.
La trasparenza si converte in fiducia, e la fiducia in fedeltà.
Conclusioni
Investire in un sistema di videosorveglianza conforme al GDPR, capace di rispondere in casi specifici alle esigenze dei clienti, rappresenta un’evoluzione fondamentale.
Attraverso strumenti di DPIA e LIA efficaci, i supermercati possono garantire protezione e sicurezza senza compromettere la privacy.
In un’epoca in cui la privacy è un bene prezioso, fare la differenza su questo fronte significa creare un valore aggiunto per il cliente e un’opportunità unica di fidelizzazione.