I Servizi informativi italiani sono al centro di una riforma su cui si sta discutendo da tempo. Il disegno di legge, presentato lo scorso 22 gennaio e approvato a settembre dalla Camera dei deputati, prevede l’ampliamento dei poteri dei Servizi del nostro Paese, intervenendo sulla Legge 124/2007 “Sistema di informazione per la sicurezza della Repubblica e nuova disciplina del segreto”.
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Alcuni punti della riforma sicurezza
L’obiettivo della proposta di Lorenzo Guerini, a capo del Copasir, Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica, è fronteggiare sempre meglio terrorismo e criminalità attraverso il potenziamento dei reparti di sicurezza italiani e un accesso ai dati più immediato.
L’articolo 31 del disegno di legge in questione consentirebbe all’Intelligence di accedere direttamente a molte banche dati riservate, comprese quelle gestite dalle procure della Repubblica e altri organi statali, ma, se attualmente bisogna coinvolgere un’autorità giudiziaria o richiedere un’autorizzazione specifica, con questa riforma non servirebbe più passare prima da terzi.
Il rischio che si cela dietro questo cambiamento sta nella minor tutela di privacy e diritti fondamentali dei cittadini, così come nell’abuso di potere e sorveglianza sulla popolazione.
All’interno dello stesso disegno di legge appaiono restrizioni al diritto di manifestazione pubblica, maggiori sanzioni per quelle non autorizzate, fino a pene detentive per forme di resistenza passiva come i blocchi stradali. in questo modo, si rischia di scoraggiare anche le manifestazioni pacifiche e, di conseguenza, la libertà di manifestazione e di espressione.
Un’Autorità delegata
Nella proposta di Guerini c’è anche la possibilità di introdurre un’Autorità delegata obbligatoria deputata al controllo delle attività di Aisi, Agenzia informazioni e sicurezza interna, e Aise, Agenzia informazioni e sicurezza esterna, con poteri maggiori rispetto agli attuali, in mano al Presidente del Consiglio dei ministri.
Tra i compiti di questa Autorità delegata quello di disporre ispezioni e autorizzare condotte altrimenti perseguibili per legge, così che gli agenti sotto copertura non abbiano ripercussioni legali nell’operare in contesti criminali o terroristici.
Un Consiglio di sicurezza nazionale
Per gestire le minacce che incombono sul Paese e portare l’Italia al livello degli standard internazionali, il disegno di legge prevede l’istituzione di una Strategia di sicurezza nazionale con scadenza triennale, così come già operano i Paesi del G7.
In questo modo, si potrebbe avere un migliore controllo delle minacce e delle risorse da investire, oltre alla creazione di un Consiglio di sicurezza nazionale, all’interno del quale si raccoglierebbero i ministri dell’Interno, della Difesa, della Giustizia e dell’Economia, il Capo di Stato Maggiore della Difesa e il direttore del DIS, Dipartimento delle Informazioni per la Sicurezza, per un maggiore coordinamento tra le varie figure e una confluenza delle competenze in un unico organismo.
I servizi di intelligence e la legge 124/2007
La Legge 124/2007 del 3 agosto, “Sistema di informazione per la sicurezza della Repubblica e nuova disciplina del segreto”, sulle cui modifiche si sta discutendo da qualche mese, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 187 del 13 agosto 2007, entrata in vigore il 12 ottobre, ampliamento e superamento della nota Legge 24-10-1977 n. 801, “Istituzione e ordinamento dei servizi per la informazione e la sicurezza e disciplina del segreto di Stato”, già nel 2020, con l’emersione del cyberspazio come quinto dominio, presente in ogni conflitto tra Stati, e quindi della necessità di difenderlo con la cybersecurity, era sui tavoli di discussione per una revisione sul modo in cui la nostra intelligence funzionava ed era strutturata.
La Legge 124/2007 ha posto per la prima volta il Presidente del Consiglio dei ministri a capo dei servizi informativi, che a sua volta nomina direttore e vicedirettori delle varie agenzie e coordina le politiche dell’informazione per la sicurezza.
Già con la 124/2007 c’è stata una riprogettazione dell’intelligence nazionale, partendo proprio dalla sua struttura. Il passaggio nel nome da “informazione e sicurezza” (Legge 24-10-1977 n. 801) a “informazione per la sicurezza” (Legge 124/2007), è stato indicativo e sulla base di questo è stato ricostruito il modello organizzativo e sono state ripartite le competenze ai vari dipartimenti informativi, con la necessità di specializzarli senza che rischiassero di sovrapporsi agli altri organismi pubblici che, come loro, seguono la sicurezza nazionale, che sia interna e quindi le forze di polizia, o esterna, ossia le forze armate.
In questo modo non c’è stato solo un aggiornamento generale, ma sono stati regolati tutti gli strati per un sistema più strutturato e completo e ovviamente al passo con i tempi.
Con la Legge 124/2007, quindi, sono stati regolamentati l’organizzazione degli Apparati, i criteri di reclutamento degli addetti, i presupposti e i limiti di un sistema di “garanzie funzionali” per gli appartenenti ai Servizi che si trovassero nella necessità (a causa o nel perseguimento di finalità istituzionali) di violare la legge penale, la normativa sui “nulla osta di sicurezza” e quella sulle classifiche di segretezza da attribuire ad atti, documenti e altro a tutela dell’interesse della Repubblica, oltre a dare maggiore struttura all’organizzazione del Sistema e al segreto di Stato, già regolamentati precedentemente.