Il conflitto in Ucraina, iniziato con l’invasione delle forze armate russe il 24 febbraio 2022, ha da subito mostrato di essere uno scontro anche di natura tecnologica.
Gli scontri sono stati e sono tuttora terreno fertile per la nascita di nuove pratiche di guerra, nuove tecnologie e di nuovi modi di attaccare il nemico.
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I nuovi strumenti di guerra
In questi mesi, in particolare, caccia, intelligence e armi in rete digitale, collegati attraverso comunicazioni satellitari e software personalizzati, sono stati realizzati da Kiev a costi ridottissimi e in tempi brevi, al contrario del Pentagono, che ci sta lavorando da decenni investendo miliardi di dollari.
Questa struttura di guerra ha consentito all’Ucraina di competere degnamente contro Mosca, in superiorità numerica e con artiglieria molto più pesante.
All’Ucraina ora si stanno affiancando anche Lettonia e gli altri Paesi dell’Europa Orientale, che stanno modificando i prodotti di consumo, dagli scooter ai droni da diporto, per poterli sfruttare in guerra.
La lungimiranza della Global Wolf Motors
Nel 2020 Henrijs Bukavs e Klavs Asmanis hanno fondato la start-up lettone Global Wolf Motors per la realizzazione dello scooter Mosphera, scooter elettrico superaccessoriato che può raggiungere i 100 chilometri all’ora in piano e percorrere 300 chilometri con una sola carica e scalare pendenze di 45 gradi.
L’idea era di far utilizzare questo scooter dai pendolari negli ambienti urbani, dagli agricoltori e dai viticoltori per spostarsi all’interno delle loro proprietà, dai minatori e dai lavoratori dei servizi pubblici per la manutenzione e le pattuglie di sicurezza, dalla polizia e dalle guardie di frontiera sui sentieri della foresta e, volendo, anche dall’esercito in campo di battaglia.
I primi riscontri erano stati negativi, sia per lo scettiscismo sul veicolo in sé e la sua utilità per i militari, sia per la procedura burocratica da seguire.
Dall’invasione russa dell’Ucraina, invece, nei primi giorni disperati della guerra, le unità da combattimento ucraine volevano qualsiasi equipaggiamento su cui potessero mettere le mani ed erano disposte a sperimentare idee, come uno scooter militare, che in tempo di pace non sarebbero mai state prese in considerazione.
Tramite i contatti con un giornalista lettone che si è recato in Ucraina in quel tempo, è iniziata la collaborazione tra Kiev e la Global Wolf Motors. Nel giro di poche settimane, gli scooter erano in prima linea e anche dietro, utilizzati dalle forze speciali ucraine per audaci missioni di ricognizione.
Questo è stato un primo indicatore di una nuova domanda che sta attraversando le aziende tecnologiche lungo i confini dell’Ucraina e che sta portando a riadattare prodotti civili all’uso militare.
L’Europa e la tecnologia militare
L’Europa ancora non è allineata da questo punto di vista, in quanto governi nazionali, l’Unione Europea e la NATO stanno investendo miliardi di dollari di denaro pubblico in incubatori e fondi di investimento, seguiti da vicino da investitori privati, ma, per fronteggiare la minaccia di un attacco, devono imparare dall’esempio ucraino a trasformare rapidamente i prodotti civili in strumenti a duplice uso e a superare la burocrazia per portare avanti soluzioni innovative.
Gli sforzi della Lettonia
I Paesi baltici sentono più di quelli dell’Europa occidentale la minaccia dell’aggressione russa dopo l’invasione ucraina del 2022.
La Lettonia che, come l’Ucraina, ha un lungo confine con Russia e Bielorussia e una storia di occupazione ed è stata obiettivo, nel tempo, di diversi attacchi informatici e campagne di disinformazione da parte di Mosca, negli ultimi due anni ha investito già più di 300 milioni di euro per fortificare il confine russo e ripristinare una forma limitata di coscrizione per potenziare le sue forze di riserva.
Dall’inizio di quest’anno, i vigili del fuoco lettoni stanno ispezionando le strutture sotterranee del Paese, alla ricerca di cantine, garage e stazioni della metropolitana che potrebbero essere trasformate in rifugi antiatomici.
Inoltre, come l’Ucraina, la Lettonia non ha un complesso militare-industriale capace di fornire le forze armate di proiettili d’artiglieria o carri armati in massa, ma riesce a produrre sistemi d’arma su piccola scala, piattaforme software, attrezzature per le telecomunicazioni e veicoli specializzati.
Al momento il governo lettone sta investendo in strumenti come Exonicus, una piattaforma tecnologica medica fondata undici anni fa dallo scultore lettone Sandis Kondrats, che permette agli utenti del simulatore di addestramento medico sul campo di battaglia in realtà aumentata, con una cuffia di realtà virtuale, di diagnosticare e capire come curare le vittime, risparmiando sui manichini e sulle risorse critiche del campo.
C’è anche VR Cars, un’azienda fondata da due ex piloti di rally lettoni, che ha firmato un contratto nel 2022 per sviluppare veicoli fuoristrada per le forze speciali dell’esercito, ed Entangle, un’azienda di crittografia quantistica che vende widget per trasformare i telefoni cellulari in dispositivi di comunicazione sicuri e che ha recentemente ricevuto una sovvenzione per l’innovazione dal Ministero della Difesa lettone.
Un esempio sulla produzione dei droni viene dalla Origin Robotics, azienda che, dopo due anni di ricerca e sviluppo, ha sfruttato l’esperienza del team nei droni di consumo e la sua competenza nel volo autonomo per iniziare a costruire quello che il co-fondatore dell’azienda Kipurs definisce “un sistema d’arma di precisione a guida aerea”, una bomba guidata che un soldato può portare in uno zaino.
Il governo lettone ha investito per incoraggiare startup come queste, così come piccoli produttori, a sviluppare UAV con capacità militari, istituendo un fondo di 600.000 euro per le startup nazionali di droni e un budget di 10 milioni di euro per creare un nuovo programma di droni, lavorando con produttori locali e internazionali.
Se non siete in Ucraina, non siete nel settore della difesa
Come ha affermato l’ex ufficiale di marina Kaspars Pollaks, che dirige una divisione dell’azienda nazionale di telecomunicazioni LMT incentrata sull’innovazione della difesa, “In Lettonia, più o meno, ci stiamo preparando alla guerra […] “Stiamo prendendo molto sul serio la minaccia. Perché saremo soli dal punto di vista operativo [se la Russia dovesse invadere]”.
Pollaks ha riferito, inoltre, di essersi recato spesso in Ucraina dall’inizio della guerra e la burocrazia di guerra ucraina, che ha definito “non standardizzata”, ha contribuito fortemente al suo avanzamento tecnologico: “L’Ucraina, purtroppo, è il miglior terreno di sperimentazione della tecnologia di difesa al mondo in questo momento […] Se non siete in Ucraina, non siete nel settore della difesa”.