Aumenta del 67% il tempo che i giovani trascorrono davanti ai device tecnologici. L’87% dei genitori ha riscontrato effetti negativi sui loro ragazzi, questa la fotografia che viene fuori da una indagine su ‘’Cyber-risk e pandemia’’ realizzata dall’ Istituto Piepoli commissionatagli dal MOIGE Movimento Italiano Genitori. In occasione del Safer Internet Day 2022, la giornata mondiale dedicata all’uso positivo di internet istituita e promossa dalla Commissione Europea, Antonio Affinita, direttore generale del MOIGE, ha dato il via il 4 febbraio scorso, in collegamento con oltre 50 istituti scolastici, alla VI edizione del progetto “Giovani Ambasciatori per la cittadinanza digitale contro bullismo e cyber risk”, promosso in collaborazione con Polizia di Stato, e con ‘’Un nodo blu’’ del MIUR, Anci (Associazione Nazionale Comuni Italiani) e realizzato grazie al contributo di Enel Italia, Vodafone Italia, Trend Micro Italia e Nexi.
L’evento ha permesso di introdurre le novità del progetto Giovani Ambasciatori per la cittadinanza digitale contro bullismo e cyber risk, un progetto con l’obiettivo di sensibilizzare ragazzi, educatori e genitori sul corretto utilizzo degli strumenti tecnologici e della rete internet, entrati nel quotidiano anche tra i giovanissimi e non solo per uso scolastico ma anche per puro piacere ludico.
La campagna sul cyber bullismo e altri pericoli del web proposta dal MOIGE, in questi ultimi 5 anni, ha già raggiunto 587.500 genitori, 325.000 studenti e 11.500 docenti, coinvolgendo in un dibattito attivo ed efficace ragazzi di Istituti tecnici superiori e licei di tutta Italia, educandoli su temi quale cyber -bullismo e rischi nella rete internet.
Una vera e propria rete nazionale è stata creata, che coinvolge oltre 1.200 scuole e 5.500 “Giovani ambasciatori”, ragazzi scelti dai docenti per le loro particolari attitudini e sensibilità e addestrati per “formare” i loro coetanei. Ragazzi che sono in grado di creare un rapporto da pari a pari e che nelle situazioni di rischio mettono in campo i valori della solidarietà e dell’inclusione.
Safer Internet Day: raddoppiare gli sforzi sui rischi della rete
Indice degli argomenti
Giovani Ambasciatori per la cittadinanza digitale contro bullismo e cyber risk
Con questa VI Edizione l’attuazione del progetto prevede un coinvolgimento di ulteriori 250 scuole primarie e secondarie di I e II grado in circa 200 comuni di tutta Italia, 62.500 studenti, 1.250 Giovani Ambasciatori, 1.250 docenti formati tramite piattaforma online e incontri a scuola.
Dalle stime si calcola che 125.000 saranno i genitori degli studenti informati attraverso il materiale didattico dedicato, con l’obiettivo di diffondere una cultura digitale soffermandosi sull’importanza di un corretto utilizzo dei social, della rete oltre che sui rischi connessi a un uso improprio delle nuove tecnologie e, promuovere tra i minori una maggiore consapevolezza dei cyber risk.
I 250 plessi scolastici riceveranno kit didattici e formazione su spazio web con contenuti redatti dalla task di psicologi e pedagogisti esperti del Moige. Attivo anche un numero WhatsApp, 393 300 90 90, e un numero verde, 800 93 70 70.
Gli studenti saranno protagonisti in prima linea per promuovere l’uso corretto del web. Il docente referente del progetto sceglierà 5 o più allievi che, dopo essersi formati sulla piattaforma, diventeranno “Giovani Ambasciatori” per trasmettere le loro conoscenze ai loro coetanei attraverso la peer to peer education.
Inoltre, la Task Force di esperti del Centro mobile di prevenzione del Moige, se consentito dalla normativa anti Covid-19, raggiungerà in piena sicurezza alcune delle scuole per realizzare, la mattina, incontri in con gli studenti in classe, coadiuvati dal docente referente del progetto, per creare momenti di riflessione sull’uso corretto dei device e dei social network. Il pomeriggio, invece, incontri di formazione con i genitori e i docenti. Ad integrare l’offerta, a disposizione delle scuole anche il Centro mobile digitale, una piattaforma con contenuti realizzati dagli esperti del settore che possono essere attivi e raggiungibili in qualsiasi momento.
Legge nazionale, transizione digitale, corresponsabilità educativa
Nella legge 92/2019 “Introduzione dell’insegnamento scolastico dell’educazione civica” all’articolo 5 viene introdotto il tema della Cittadinanza digitale, ed è proprio con questa norma che si pone l’accento sulla partecipazione alla vita sociale considerata anche tramite l’informazione digitale.
Nell’articolo di legge dedicato si affronta il tema della cittadinanza digitale e viene presa in considerazione l’attività di “informarsi e partecipare al dibattito pubblico attraverso l’utilizzo di servizi digitali pubblici e privati” come “opportunità di crescita personale e di cittadinanza partecipativa”. L’educazione alla fruizione delle tecnologie digitali prevede anche un’attività di verifica critica delle fonti e il riferimento alle fake-news, di cui i social network sono purtroppo pieni, è un tema trattato in modo indiretto ma la tematica viene considerata nella sua sostanza.
La legge prevede che la scuola sia un luogo dove imparare ad “analizzare, confrontare e valutare criticamente la credibilità e l’affidabilità delle fonti di dati, informazioni e contenuti digitali”.
Il tema della digitalizzazione e innovazione, nel frattempo si è affermato sempre di più nella società tanto da rientrare tra le azioni di rilancio del Paese delineato dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza che lo vede tra i 3 assi strategici accanto a quello della transizione ecologica e della inclusione sociale.
In un contesto di corresponsabilità educativa in cui docenti e genitori sono coinvolti è necessario che temi come bullismo, cyber bullismo e rischi della rete internet siano affrontati nelle scuole con i ragazzi e con le famiglie al fine di conoscerne gli strumenti adeguati per contrastare tali fenomeni. Temi di questa portata sono oggi al centro dell’attività educativa e considerando che il perimetro dell’educazione si è ampliato, necessita prevedere un percorso di educazione adeguato per sensibilizzare e formare sui rischi a cui ci si può trovare esposti.
I dati della ricerca su ‘’Cyber-risk e pandemia’’
L’evento organizzato dalla MOIGE ha permesso anche di presentare e commentare i dati dell’indagine realizzata dall’Istituto Piepoli sul tema ‘’Cyber-risk e pandemia’’.
Il primo dato rilevante emerso dalla ricerca, effettuata sui genitori e relativo ad argomenti che riguardano l’utilizzo del digitale da parte dei minori durante il periodo dell’emergenza Covid, è che, da quando è scoppiata l’emergenza pandemica (escluso l’impegno per la DAD) il tempo trascorso davanti ai device tecnologici è aumentato del 67% (+ 48% nel nord ovest; + 71% nel nord est; + 71% al centro; + 74% al sud; + 76% nelle isole).
Dati così preoccupanti, anche se fatti su un campione non molto esteso, considerato che l’indagine è stata realizzata attraverso la somministrazione di 505 interviste CATI/CAWI a campione rappresentativo di genitori con figli minori di 18 anni, segmentato per genere, età, GRG e ampiezza centri, destano preoccupazione.
Altro dato significativo emerso è quello delle conseguenze dovute all’aumento del ricorso al digitale sui rapporti sociali tra i bambini e gli adolescenti, l’87% dei genitori ha riscontrato effetti negativi sui loro ragazzi, il 52% ha segnalato la perdita del contatto fisico con gli altri.
A livello territoriale i giovani delle isole hanno maggiormente risentito dell’aumento di utilizzo di device, addirittura il 94% degli intervistati ne ha riscontrato gli effetti negativi. Il 77%, però, riconosce che l’uso dei device ha compensato la mancanza di relazioni aiutando i figli ad affrontare la chiusura forzata e mantenere così delle relazioni sociali.
In controtendenza un dato positivo il 40% dei genitori ha evidenziato che durante il periodo di pandemia, costretti a stare nello stesso ambiente chiusi per molto tempo con l’impossibilità di uscire e frequentare amici, si è riusciti a trascorrere più tempo insieme ai figli, dialogando molto.
Questo ultimo aspetto che può essere colto come un elemento positivo è uno dei temi che esprime il bisogno che c’è nei giovani di confrontarsi con i genitori e di non esser lasciati soli.
Le richieste avanzate dai ragazzi
Cosa chiedono i ragazzi intervistati dalla Consulta dell’Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza?
Alla luce di questo, cosa chiedono i ragazzi intervistati dalla Consulta dell’Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza?
La dottoressa Carla Garlatti, invitata all’evento ha fatto notare quali sono i temi che nella consulta, delle ragazze e dei ragazzi, sono emersi. Interrogati sul digitale i giovani intervistati hanno fatto specifiche richieste: il miglioramento delle piattaforme digitali che si utilizzano a scuola, le vorrebbero anche interconnesse con altre scuole al fine di alimentare un costruttivo dialogo per condividere e scambiare esperienze; chiedono maggiore attenzione per i disabili, mettendoli nelle condizioni di poter accedere più agevolmente agli strumenti tecnologici adatti alle proprie caratteristiche; una istruzione digitale che sia diretta a genitori e alunni, per questi ultimi con il fine di conoscerne l’utilizzo e i rischi, per potersi difendere, mentre per i genitori chiedono di trasmettere loro la consapevolezza dell’utilizzo del digitale, conoscere cioè il ruolo che devono rivestire, conoscere cosa sono i controlli parentali e come usarli.
Trasformazione digitale: nuovi modelli di apprendimento
In questo scenario di innovazione tecnologia, la mole dei dati sulla rete è talmente alta che solo investimenti importanti possono consentire la sicurezza, come fanno notare i partener aziendali intervenuti all’evento. Il trend di trasformazione digitale che sta investendo la scuola non riguarda solo la DAD ma nello specifico la didattica aumentata, quella cioè che utilizza nuove tecnologie come il 5G per cambiare e rivoluzionare i modelli di apprendimento.
Tutta questa trasformazione digitale richiede necessariamente una particolare attenzione ai giovani che sono i più esposti ai rischi; solo educandoli ad un uso responsabile si possono evitare le trappole che si insidiano nella rete.
Al contempo, una internet sicura è l’obiettivo anche del Garante della Privacy, che impone una regolamentazione per i gestori, i quali sono chiamati a porre le giuste misure di limitazione del rischio.
La socializzazione, l’apprendimento e il potersi esprimere liberamente tra coetanei sulla rete, deve avvenire in modo sicuro e i gestori sono i primi a dover impedire accessi impropri.
Con l’innovazione è più semplice creare opportunità di coesione sociale e territoriale ma è con la capacità di governare i rischi che si può aspirare ad un futuro digitalmente migliore e più corretto.
NOTA
Sono intervenuti alla presentazione del progetto, Elena Centemero, consigliera staff sottosegretario Rossano Sasso, Ministero Istruzione Francesco Profumo, ex ministro istruzione e presidente ACRI, Carla Garlatti, autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza, Ginevra Cerrina Feroni, vice presidente garante privacy, Enzo Bianco, presidente del consiglio nazionale Anci, Barbara Strappato, direttore della prima divisione del servizio Polizia Postale e delle comunicazioni, Sandra Cioffi, presidente cnu presso AGCOM, Luca Bernardo, direttore centro coordinamento nazionale cyberbullismo, Gianluca Pasquali, direttore business unit consumer Vodafone Italia, Fabrizio Iaccarino, responsabile sostenibilità e affari istituzionali Enel Italia, Lorenzo Malagola, head institutional affairs Nexi, Gastone Nencini, country manager Italy – Trend Micro, Giovanna Paladino, direttore e curatore del Museo del Risparmio, Sarah Varetto, direttore sostenibilità e comunicazione Sky.
Coordinati da Elisabetta Scala, vice presidente Moige, hanno portato un saluto ai ragazzi i testimonial del progetto: Milly Carlucci, Guillermo Mariotto, Beppe Fiorello, Eleonora Daniele, Alessio Strazzullo e Riccardo Betteghella (Casa Surace), Davide Nonino e Edoardo Mecca.