Parlando di IoT, sia quella relativa allo smart living sia soprattutto quella relativa alla IoT industriale che sta alla base dell’Industry 4.0 e dell’automazione di flotte e strumenti aziendali, le complessità sono di tre tipi. La prima è quantitativa: gli oggetti connessi sono tanti e difficilmente gestibili.
La seconda complessità è di tipo qualitativo: gli oggetti connessi alla Internet of Things sono oggetti molto semplici perché devono essere poco costosi da un punto di vista energetico e di risorse che si portano con sé e questo ovviamente è una grossa complessità per il tema della sicurezza perché è difficile installare delle componenti che gestiscano la sicurezza su un oggetto così verticale.
La terza problematica, comune sia alle persone sia agli oggetti connessi in rete, è quello dell’identità e cioè di assegnare all’oggetto un’identità come avviene per le persone attraverso le firme digitali o le identità digitali dedicate agli oggetti della Internet of Things.
Il focal point è quindi l’identità dell’oggetto all’interno della flotta aziendale o all’interno dello smart living e per soddisfare la necessità di sicurezza tecnologica e normativa occorre, secondo Lorenzo Piatti, Digital Analytics, InfoCert, “un pacchetto di soluzioni certificate e basate su una tecnologia PKI conosciuta che deve essere messa a terra in comune accordo con il cliente che ha la necessità di portare questo grado di sicurezza all’interno della propria industria robotizzata e automatizzata”.