L'APPROFONDIMENTO

Salvaguardare l’integrità digitale nell’era dell’informazione influenzata dall’IA: serve equilibrio

In un’epoca in cui l’IA continua a plasmare il panorama delle informazioni, la collaborazione tra governi, istituzioni e leader tecnologici rimane fondamentale per salvaguardare il discorso democratico, preservare i diritti individuali e coltivare un ecosistema digitale fondato sull’integrità

Pubblicato il 23 Ago 2023

Tommaso Maria Ruocco

Cyber Analyst, Hermes Bay

Intelligenza artificiale e competenza umana

La rapida integrazione dell’intelligenza artificiale (IA) in vari aspetti delle nostre vite ha inaugurato una nuova era di opportunità e sfide, rivoluzionandone diversi aspetti.

Man mano che il contenuto generato dall’IA diventa sempre più diffuso, le preoccupazioni relative alla disinformazione, alla propaganda e all’erosione dell’integrità digitale hanno assunto un ruolo centrale.

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Potenziali benefici e rischi della tecnologia dell’IA

L’atteggiamento proattivo dell’Amministrazione Biden-Harris verso lo sviluppo dell’IA riflette un riconoscimento profondo dei potenziali benefici e rischi della tecnologia dell’IA.

Gli impegni volontari delle influenti aziende di IA, tra cui Amazon, Anthropic, Google, Inflection, Meta, Microsoft e OpenAI, sottolineano l’importanza di prioritizzare la sicurezza, la sicurezza e la trasparenza.

Questi impegni, sebbene volontari, stabiliscono una base per lo sviluppo responsabile dell’IA che si allinea ai principi di salvaguardare i diritti individuali e garantire la sicurezza pubblica.

Valutazione della sicurezza dei prodotti di intelligenza artificiale

Un impegno chiave riguarda l’attenta valutazione della sicurezza dei prodotti di intelligenza artificiale prima della loro introduzione al pubblico.

Questo implica la conduzione di test di sicurezza sia interni che esterni dei sistemi di intelligenza artificiale, un processo che coinvolgerà esperti indipendenti.

Affrontando attivamente rischi potenziali, come preoccupazioni di bio-sicurezza e cyber sicurezza, le aziende mirano a costruire una base di fiducia e sicurezza nelle tecnologie dell’intelligenza artificiale che producono.

Inoltre, secondo quanto riportato, le aziende si stanno impegnando a condividere informazioni e migliori pratiche in tutta l’industria e con vari stakeholder, tra cui governi, società civile e mondo accademico.

Questo impegno alla collaborazione riflette uno sforzo collettivo per gestire e mitigare i potenziali rischi associati all’intelligenza artificiale.

Fomentando una comunicazione aperta e lo scambio di conoscenze, l’industria mira a affrontare collettivamente le sfide e a stare al passo con le minacce emergenti.

Trasparenza e responsabilità per individuare le vulnerabilità nell’IA

La seconda area principale di impegno ruota attorno alla sicurezza. Le aziende hanno dichiarato che stanno effettuando investimenti significativi in sicurezza informatica e garanzie contro le minacce interne per proteggere i “pesi” del modello proprietario e non ancora rilasciati che sottendono i loro sistemi di intelligenza artificiale.

Questi “pesi” del modello sono componenti essenziali e la decisione di rilasciarli è subordinata a considerazioni di sicurezza.

Inoltre, le aziende stanno promuovendo un ambiente di trasparenza e responsabilità consentendo la scoperta e la segnalazione di vulnerabilità nei loro sistemi di intelligenza artificiale da parte di terze parti.

Questo approccio consente di identificare rapidamente e risolvere i problemi anche dopo il rilascio della tecnologia.

Accountability collettiva per l’evoluzione dell’etica dell’IA

Parte integrante di questi impegni è la rigorosa prova dei sistemi di IA prima del loro rilascio.

Il coinvolgimento di esperti indipendenti nei test di sicurezza affronta rischi critici dell’IA, tra cui la biosicurezza e la cibersicurezza, e gli impatti più ampi del contenuto generato dall’IA sulla società.

Inoltre, la collaborazione tra industria, governo, società civile e mondo accademico nella gestione dei rischi dell’IA sottolinea l’importanza dell’accountability collettiva nel panorama in evoluzione dell’etica dell’IA.

Mentre gli impegni volontari indicano una traiettoria promettente verso l’IA responsabile, le sfide di applicazione e adozione universale rimangono intricate.

La focalizzazione dell’Amministrazione Biden-Harris sulla collaborazione tecnica, le salvaguardie e la trasparenza fornisce una base solida, ma le complessità delle applicazioni dell’IA e il rapido ritmo dell’innovazione richiedono un dialogo continuo e una cooperazione costante.

Poiché i sistemi dell’IA continuano a evolversi, il monitoraggio continuo e le misure regolatorie adattive sono cruciali per garantire un dispiegamento responsabile dell’IA.

L’UE vuole etichettare i contenuti dell’IA

In parallelo con questi impegni, la ricerca da parte dell’Unione Europea dell’etichettatura dei contenuti dell’IA attraverso la Coalition for Content Provenance and Authenticity (C2PA) si presenta come un’iniziativa pionieristica nella sicurezza informatica.

Sfruttando il potere della crittografia, la C2PA introduce informazioni di provenienza simili a un’etichetta nutrizionale digitale, consentendo la trasparenza delle origini del contenuto. Guidata da Adobe, Intel, Microsoft e Truepic, la C2PA affronta l’urgente necessità per i consumatori di contenuti di verificare l’autenticità dei materiali generati dall’IA.

Il riconoscimento del “lato oscuro” dell’IA da parte del commissario dell’UE sottolinea l’urgenza di contrastare la disinformazione. La pandemia COVID-19 ha esposto la vulnerabilità delle società alle teorie del complotto generate dall’IA, mettendo in evidenza la necessità di misure di sicurezza informatica robuste.

Tuttavia, l’efficacia della C2PA dipende dall’adozione diffusa e da meccanismi rigorosi di applicazione, poiché l’attribuzione del contenuto generato dall’IA rimane una sfida formidabile.

Il ruolo dell’IA nella disinformazione

Nel sempre mutevole panorama della disinformazione, la crescita delle fattorie di contenuti automatizzati alimentate dall’IA introduce una nuova dimensione di sfide.

L’indagine di NewsGuard sui siti web che diffondono articoli generati dall’IA di “bassa qualità” e “clickbait” sottolinea l’intersezione tra tecnologia e agende malevoli.

Queste piattaforme sfruttano l’efficienza dell’IA per generare grandi quantità di contenuti, contribuendo alla rapida diffusione di narrazioni false e disinformazione.

La diffusione della disinformazione attraverso le fattorie di contenuti generati dall’IA costituisce una minaccia significativa per il discorso democratico e la fiducia pubblica. L’anonimato che circonda la proprietà e il controllo editoriale accentua la sfida nell’identificare e mitigare l’intento malevolo.

La proliferazione dei “deepfake” amplifica ulteriormente queste preoccupazioni, erodendo la fiducia sia nelle informazioni visive che uditive.

Preoccupazioni per l’infrazione del diritto d’autore

Oltre alla disinformazione, la proliferazione delle fattorie di contenuti generati dall’IA solleva legittime preoccupazioni in merito all’infrazione del diritto d’autore. Molte piattaforme riscrivono e ripubblicano articoli con diritti d’autore, potenzialmente violando i diritti di proprietà intellettuale dei creatori.

Gli sforzi della Campagna dell’Arte Umana per proteggere i creatori umani riflettono la necessità di stabilire confini etici per i contenuti generati dall’IA al fine di preservare il sostentamento dei creatori di contenuti.

Inoltre, la proliferazione degli articoli generati dall’IA che fanno leva sul “clickbait” sfida l’autenticità e la credibilità delle informazioni online.

Manipolando i ranking dei motori di ricerca, questi articoli cercano l’attenzione degli utenti, spesso a scapito di contenuti di alta qualità e affidabilità. La scalabilità delle fattorie di contenuti generati dall’IA aggrava questo problema, costituendo una minaccia sostanziale per prospettive diverse e giornalismo d’inchiesta.

L’impatto insidioso del bias algoritmico sul contenuto generato dall’IA assume maggiore rilevanza nel contesto delle fattorie di contenuti automatizzati.

Dati di addestramento con bias perpetuano la disinformazione, amplificando divisioni e disuguaglianze nella società. Se non affrontato, il contenuto generato dall’IA potrebbe perpetuare narrazioni bias che danneggiano gruppi vulnerabili o minoranze.

Così gli hacker svelano le vulnerabilità dei modelli di intelligenza artificiale

Conclusioni

Navigare l’intersezione complessa dell’IA, della disinformazione e dell’integrità digitale, le iniziative presentate – impegni volontari, etichettatura crittografica dei contenuti e contrasto delle fattorie di contenuti automatizzati – offrono quadri essenziali per lo sviluppo dell’IA responsabile e la sicurezza informatica.

Gli impegni dell’Amministrazione Biden-Harris, l’etichettatura crittografica dell’UE e il paesaggio in evoluzione della sicurezza informatica dell’IA sottolineano la natura complessa dell’era digitale.

La collaborazione tra governi, istituzioni e leader tecnologici rimane fondamentale per salvaguardare il discorso democratico, preservare i diritti individuali e coltivare un ecosistema digitale fondato sull’integrità.

In un’epoca in cui l’IA continua a plasmare il panorama delle informazioni, i nostri sforzi collettivi determineranno l’equilibrio tra progresso e pericoli nell’era del contenuto generato dall’IA.

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