Come si evince dal nuovo rapporto della società inglese di ricerche di mercato ID TechEx, sempre più grandi aziende tecnologiche e case automobilistiche si stanno concentrando sulla progettazione di veicoli autonomi a tal punto che si ritiene che possano essere disponibili finalmente sul mercato nei prossimi anni.
Tuttavia, persistono diverse sfide da superare prima di poter vedere implementazioni di massa di veicoli autonomi, in quanto il massiccio e continuo scambio di dati necessario per eseguire i cicli di rilevamento e di pianificazione richiede un ambiente sicuro in modo tale da evitare gli attacchi hacker che non accennano a diminuire.
Indice degli argomenti
Il mercato dei veicoli autonomi
Il report di ID TechEx “Autonomous Vehicle Trends and Milestones From 2022 and What to Expect in 2023, pubblicato lo scorso dicembre 2022, fornisce una panoramica dello stato dell’arte e trend per il 2023 del settore dei veicoli autonomi in termini di robotaxi, di roboshuttle, degli autobus autonomi e degli autotrasporti autonomi.
Robotaxi su
La più grande novità di quest’anno nel mondo dei robotaxi è che i servizi commerciali sono arrivati online a San Francisco. Nel settembre 2021 sia Waymo sia Cruise – leader del settore – hanno ottenuto un “permesso di distribuzione senza conducente”.
Lo scorso giugno 2022 Cruise ha ottenuto il permesso di gestire un servizio commerciale dalla California Public Utilities Commission. Attualmente sono utilizzati solo 30 veicoli della flotta di circa 150 veicoli di Cruise. I veicoli sono limitati a 30 miglia all’ora ed il servizio è fornito solo tra le 22 e le 6 del mattino e solo in una zona ristretta della città.
La cyber security nell’automotive: il ruolo dei Vehicle-SOC (V-SOC) per la mitigazione dei rischi
Anche la Cina ha intensificato le sue implementazioni di robotaxi autonomi. Le società Baidu, Pony.ai e AutoX hanno fatto progressi significativi e condotto numerosi test a Pechino e, al momento come Cruise, hanno servizi di robotaxi commerciali limitati.
Inoltre, Baidu e Pony.ai hanno avuto il permesso di avviare un servizio robotaxi senza conducente al volante nell’aprile 2022 anche se i loro servizi necessitano ancora di un supervisore presente nel veicolo, presumibilmente seduto sul sedile del passeggero anteriore.
Il servizio sarà limitato a un determinato numero di auto, ore di funzionamento. In particolare, Baidu sarà in grado di operare dieci auto tra le 10 e le 16 mentre Pony.ai avrà solo quattro auto operative tra le 9 e le 17, entrambe operanti in un’area di 23,1 miglia quadrate.
La società AutoX ha aumentato il suo servizio robotaxi a Shenzhen da oltre un anno e ora ha un’area di servizio di 65 miglia quadrate, quasi tre volte più grande di quella di Baidu e di Pony.
Roboshuttle giù
Si tratta di piccoli veicoli condivisi in grado di operare in modo più flessibile rispetto a un autobus normale e di offrire percorsi più diversificati e, in alcuni casi, su richiesta.
Questi veicoli sono apparsi per la prima volta decenni fa e si limitavano a percorrere strade isolate con sistemi di guida incorporati paragonabili a un treno autonomo molto economico – ma lento – con capacità molto limitata. La moderna versione open-road è in circolazione dai primi anni 2010. Tra i pionieri in questo settore sono da segnalare due aziende francesi EasyMile e Navya.
Purtroppo, il numero di aziende attive nel settore dei roboshuttle è progressivamente diminuito negli ultimi anni, come si evince dal grafico del rapporto di ID TechEx, dato che l’interesse per questi veicoli sembra essere in declino. Di fatto, aziende importanti come Local Motors sono state costrette a chiudere i battenti; mentre altre aziende – come Continental e Bosch – hanno deciso di abbandonare il settore.
Numero di compagnie roboshuttle attive. Fonte: ID TechEx
La principale difficoltà per lo sviluppo di adozione dei roboshuttle, come per i robotaxi, è dovuto principalmente al fatto che la tecnologia autonoma necessita di raggiungere un maggiore grado di maturità tale da poter garantire sia la salvaguardia dei passeggeri sia la conformità ai vari regolamenti vigenti in materia di veicoli su strada e relativa omologazione – soprattutto in termini di volante, di comandi a pedale, di specchietti retrovisori e di tachimetro – essendo veicoli progettati ex-novo per essere senza conducente.
Di fatto, la tecnologia autonoma, anche se potesse essere approvata al 100%, si scontrerebbe con le normative vigenti relative alla guida su strada che vieterebbero comunque l’uso commerciale di questi veicoli. Pertanto, ID TechEx ritiene che si dovrà attende ancora qualche anno prima che i roboshuttle ottengano tutte le modifiche legislative di cui hanno bisogno.
Autobus autonomi più sicuri
Secondo quanto si evince dal report di ID TechEx, l’automazione contribuirà a migliorare il settore degli autobus autonomi nei prossimi anni.
Molte compagnie di autobus vedono il conducente passare a un ruolo di supervisione, man mano che la tecnologia migliora, con ambizioni a lungo termine di autobus autonomi senza equipaggio.
Inoltre, il livello di autonomia migliorerà la sicurezza degli autobus e, nei prossimi anni, potrebbero essere realizzate implementazioni per casi d’uso speciali (i.e. nei depositi di autobus, negli autobus aeroportuali lato volo e nei minibus che operano nei campus ad accesso controllato).
Camion autonomi, grandi potenzialità
I camion autonomi rappresentano una delle prospettive più interessanti di veicoli autonomi nel 2023, soprattutto a fronte del test del dicembre 2021 del leader del settore TuSimple che ha completato un viaggio di 80 miglia attraverso l’Arizona con una cabina vuota e senza intervento umano, confermando le potenzialità di espansione di questo settore nei prossimi anni.
Tali potenzialità sono determinate dal fatto che: la professione di conducenti di camion, un tempo popolare, non riesce più ad attrarre le giovani generazioni a causa delle lunghe ore sulla strada e della separazione dalla famiglia; l’aumento della domanda di autotrasporto scaturita dalla significativa crescita dell’e-commerce e dalla necessità di un maggior numero di merci su strada.
Produttività super
Presumibilmente, le prime introduzioni di autobus autonomi avverranno negli hub di distribuzione separati da vasti tratti di interstatale, ovviando agli scenari più impegnativi per i veicoli autonomi, quali: pedoni, svolte, segnali di stop, semafori e altre situazioni che si basano sul giudizio umano.
È doveroso evidenziare che i camion autonomi possono contribuire ad un aumento significativo della produttività dato che molti viaggi richiedono diversi giorni per i conducenti a causa dei limiti di tempo di guida giornalieri.
Pertanto, i veicoli autonomi saranno in grado di ovviare a questa problematica e avranno il potenziale per dimezzare il tempo di consegna per i viaggi su una certa distanza e, al contempo, aumentare la capacità della flotta.
In Cina e negli Stati Uniti, molte delle miglia servite dai camion sono tra centri di distribuzione separati da vasti tratti di autostrada. Queste strade non sono utilizzate dai pedoni, hanno corsie centrali che scorrono in una sola direzione su entrambi.
Ciò riduce drasticamente le sfide che i sistemi autonomi nei roboshuttle e negli autobus autonomi incontrano quando operano in città densamente popolate, con traffico meno prevedibile e pedoni imprevedibili.
Ancora, operare di notte, quando le strade sono più silenziose, non influisce sul valore della missione, a differenza dei roboshuttle e degli autobus autonomi, il cui funzionamento è più prezioso negli orari di punta.
Pertanto, ID TechEx ritiene che le prime rotte commerciali “driver-out “verranno introdotte entro due-tre anni.
Sicurezza informatica e sicurezza delle informazioni in ambito automotive: quali differenze
Cyber security & veicoli autonomi
È doveroso ricordare che veicoli connessi e autonomi dipendono da una serie di componenti elettronici, sensori e sistemi informatici. Ne consegue che – a fronte di un maggiore sviluppo dei veicoli a guida autonoma – la sicurezza informatica è fondamentale per garantire che tali veicoli funzionino come previsto e siano costruiti secondo i principi di cyber security in modo da mitigare i rischi per la sicurezza.
Ovvero, è necessario un approccio multilivello che sfrutti i framework di sicurezza informatica esistenti e incoraggi l’industria a adottare le migliori pratiche atte a sviluppare la sicurezza dei veicoli.
Inoltre, un approccio strutturato alla sicurezza informatica, con censimento e monitoraggio dei punti di ingresso di un veicolo – sia wireless sia cablati – che potrebbero essere potenzialmente vulnerabili, può ridurre la possibilità di un attacco informatico e mitigarne le potenziali conseguenze in caso di intrusione.
Serve un approccio multilivello
Un approccio completo e strutturato per lo sviluppo di protezioni di sicurezza informatica a più livelli per i veicoli autonomi include quanto segue:
- Processo di identificazione e protezione prioritario e basato sul rischio per i sistemi critici dei veicoli.
- Rilevamento tempestivo e una risposta rapida a potenziali incidenti di sicurezza informatica.
- Architetture, metodi e misure che integrano la sicurezza informatica e la resilienza informatica, facilitando il ripristino rapido dagli incidenti quando si verificano.
- Metodi per un’efficace condivisione di intelligence e informazioni in tutto il settore per facilitare la rapida adozione delle lezioni apprese a livello di settore.
- Creazione di standard che articolano le migliori pratiche.
Si ritiene che nel 2023 assisteremo ad un maggiore utilizzo di veicoli automatizzati che aumenterà inevitabilmente il rischio di acquisizione del controllo del veicolo o l’utilizzo di microfoni per intercettazioni, senza dimenticare che i veicoli a guida autonoma – che utilizzano un meccanismo ancora più complesso – richiederanno ulteriori rigorose misure di sicurezza informatica.
Conclusioni
Il modo in cui affrontiamo la sfida della sicurezza informatica è destinato ad avere un forte impatto sul successo dei veicoli connessi ed autonomi, senza dimenticare le interconnessioni con le città intelligenti e il ruolo dei regolatori in giurisdizioni importanti come Stati Uniti, Europa e Cina.
Si tratta, di fatto, di rendere possibile la digitalizzazione e l’innovazione del settore automobilistico e di implementare la tecnologia secondo un approccio risk-based e resilience-based oltre che diffondere sempre più la cultura della cyber security. Non abbassiamo la guardia!