La recente acquisizione della Alpi Aviation (azienda friulana che produce e progetta ultraleggeri e droni ed è fornitrice del Ministero della Difesa) da parte di due importanti società statuali cinesi attraverso un’altra società offshore con sede ad Hong Kong, ha scoperchiato il vaso di Pandora sul cosiddetto shopping strategico e sul trasferimento del nostro know-how tecnologico all’estero con possibili violazioni della normativa sul golden power che, per l’appunto, dovrebbe tutelare proprio le aziende strategiche italiane.
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Il caso Alpi Aviation: l’operazione Legal Fly
In particolare, la Guardia di Finanza ha accertato che tra il 2019 e il 2020 la Alpi Aviation srl ha esportato un UAV militare per la “Fiera internazionale dell’import a Shanghai” (2019): l’apparecchiatura militare era stata dichiarata agli uffici doganali di esportazione non come “sistema UAV” o “drone”, ma falsamente come “modello di aeroplano radiocomandato”.
A marzo del 2021 è stata indagata anche per aver venduto tecnologia dual use (droni nella fattispecie) all’Iran, aggirando l’embargo nei confronti della Repubblica Islamica. La società, inoltre, non è nuova a questo tipo di notizie in quanto già presente nei cablo della diplomazia statunitense, diffusi da Wikileaks nel 2009, in cui si avvertivano le autorità italiane circa possibili triangolazioni – non si esclude fossero involontarie – tra Giappone, Italia e Iran per aggirare l’embargo.
Con l’operazione Legal Fly, la GdF ha messo sotto indagine sei dirigenti, 3 cinesi e 3 italiani, tutti membri del management della società Alpi Aviation srl. Viene loro contestata la violazione della legge sulla movimentazione di materiali di armamento (legge 185/1990) e, per l’appunto, possibili violazioni della normativa cosiddetta “Golden Power” che tutela le aziende italiane che operano in settori strategici. L’azienda Alpi Aviation risulta inoltre tra i fornitori delle forze armate italiane ed è dunque soggetta a specifici controlli e vigilanza.
L’assetto societario della Alpi Aviation
È necessario fare un passo indietro per ricostruire l’assetto societario della Alpi Aviation per avere un quadro chiaro delle criticità del caso e dell’importanza che questo potrà avere nelle relazioni con la Cina.
Alpi Aviation srl, società italiana con base a Pordenone, produce droni militari (sistemi UAV “Unmanned Aerial Vehicle” di tipo militare, certificati per gli standard “stanag” Nato), aerei e veicoli spaziali.
Nel 2018 viene comprata dalla Mars information technology co. limited con sede a Hong Kong, che da allora ricopre il ruolo di socio di maggioranza con il 75% delle quote. La società in quesitone ha rilevato le quote per 3,9 mln, ossia 90 volte il valore nominale delle azioni, e fa capo alle cinesi China Corporate United Investment Holding (CCUI) e CRRC Capital Holding, che a loro volta fanno capo al Management Committee of Wuxi Liyuan Economic Development Zone, società a capitale pubblico della “Silicon Valley” cinese di Wuxi, e alla SASAC (State-owned Assets Supervision and Administration Commission of the State Council), la Commissione per la supervisione e l’amministrazione dei beni di proprietà dello Stato cinese.
Il subentro societario è stato messo in atto in modo da non far emergere tale catena di controllo mediante ritardi nelle comunicazioni amministrative e omettendo di informare preventivamente la Presidenza del Consiglio dei Ministri dell’acquisto della maggioranza dell’azienda, violando la legge sopra menzionata, che attribuisce speciali poteri alle autorità italiane sugli assetti societari di settori strategici.
Mediante l’acquisizione di Alpi Aviation è possibile ipotizzare addirittura il trasferimento forzato di know-how dall’Italia alla Cina e lo sfruttamento di tecnologia dual-use.
Un caso di studio sullo shopping strategico internazionale
Il Governo italiano ha infatti potenziato l’istituto del Golden Power incentivando il proprio carattere d’intervento posto a contrasto di eventuali pratiche predatorie sul mercato globale. Il novero dei settori in cui l’esecutivo potrà intervenire spazia dagli ambiti di difesa, della sicurezza nazionale, dell’energia, dei trasporti fino alle comunicazioni, con particolare riferimento alla tecnologia 5G.
Negli anni, con l’evolversi degli equilibri economici e politici mondiali, la normativa ha subito diverse modifiche, volte in particolare ad ampliare i settori considerati strategici e ad abbassare le soglie per l’obbligo di notifica. Bisogna inoltre sottolineare come l’evoluzione della normativa italiana sia improntata ad un modello di governance volto sempre più alla tutela dell’economia nazionale.
Se con il passaggio dal Golden Share al Golden Power l’Italia è passata “da uno Stato imprenditore ad uno Stato supervisore”, che esercitava un potere oppositivo, prescrittivo e interdittivo, oggi si sta compiendo un progresso ulteriore, con uno Stato che si è trasformato in attore stratega, con facoltà di intervenire sugli investimenti stranieri in modo più pervasivo e di effettuare delle analisi approfondite da un punto di vista economico e politico con lo scopo di difendere gli interessi nazionali e, di rimando, europei.
In definitiva, l’affaire Alpi Aviation srl è diventato un vero e proprio caso di studio internazionale in quanto rappresenta perfettamente ciò che viene definito “shopping strategico”, attuato regolarmente dalla Cina. Sembra però che il governo Draghi sia intenzionato a contestare formalmente il comportamento cinese annullando dell’acquisizione del 2018.
Tale vicenda si inserisce in un quadro di relazioni già complicato. Dal 2018, infatti, Italia e Cina si sono allontanate anche a causa dell’ampliamento del Golden Power alla tecnologia 5G.
L’interesse cinese sui settori strategici del mercato
La normativa Golden Power è stata infatti potenziata con il decreto-legge 25 marzo 2019, n. 22 per inserire il 5G tra i settori strategici, probabilmente per contenere l’avanzata cinese in tale settore.
Il governo Draghi ha fatto ricorso alla normativa più volte; infatti, dei 22 procedimenti andati a buon fine nel corso del 2020, 18 hanno riguardato proprio il 5G. La questione Alpi Aviation segna quindi un ulteriore passo nella direzione già intrapresa e dimostra ancora una volta il crescente interesse cinese verso settori strategici del mercato sia italiano che europeo.
La sfida per le autorità italiane ed europee sarà quella di rendere ineludibile lo strumento del Golden Power per salvaguardare i settori di interesse strategico ed evitare il ripetersi di eventi simili in futuro.