Cambiano i vertici dell’Intelligence italiana: il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, in accordo con il Comitato interministeriale per la sicurezza della Repubblica, ha affidato al Dott. Bruno Valensise la carica di nuovo Direttore dell’AISI, Agenzia informazioni e sicurezza interna, che avrà inizio ufficialmente il 19 aprile prossimo.
Una scelta importante e per certi versi innovativa: vediamo perché.
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Cambiano i vertici dell’AISI
In corsa per il ruolo insieme al vicedirettore dell’AISI Giuseppe Del Deo, Valensise andrà a prendere il posto del suo predecessore, il generale Mario Parente, rimasto ai vertici dell’Agenzia negli ultimi otto anni, nonostante i diversi cambi di governo.
La decisione sembra essere stata presa in tempi molto brevi, per consentire al nuovo Direttore di occuparsi del G7 che si terrà a giugno in Puglia, ed essere stata spinta dalla stima nutrita nei suoi confronti dal sottosegretario Alfredo Mantovano.
La vicepresidente del Senato di Forza Italia Licia Ronzulli ha commentato la nuova nomina come una scelta che “premia la competenza, l’esperienza e la conoscenza di un settore nevralgico per il Paese come quello dell’intelligence, acquisita sul campo, anche in qualità di vicedirettore vicario del DIS”. Si è unito alle congratulazioni anche il presidente dei senatori di Forza Italia Maurizio Gasparri: “Buon lavoro al dottor Bruno Valensise, nuovo direttore dell’Aisi. Una scelta, quella del governo, che premia competenza e professionalità. Da Valensise ci attendiamo un ulteriore impegno di grande qualità dopo quanto già dimostrato sul campo in questi anni”.
Chi è Bruno Valensise, nuovo direttore AISI
Una scelta diversa rispetto ai direttori precedenti quella ricaduta su Valensise, che, a differenza dei suoi predecessori, dal 2008 ad oggi, non proviene dall’Arma dei Carabinieri, come Giorgio Piccirillo (2008-2012), Arturo Esposito (2012-2016) e Mario Parente (2016-2024).
Da tempo è al servizio di AISI e DIS, Dipartimento delle informazioni per la sicurezza e in passato è stato direttore della Scuola di formazione dell’intelligence e alla guida dell’ufficio centrale per la Segretezza del DIS.
Giurista di 53 anni, nella sua carriera all’interno del Sisde ha avuto modo di allacciare relazioni importanti nell’ambito, tant’è che lo stesso Mantovano, come detto, ha favorito la sua nuova carica all’AISI per il suo profilo più politico, rispetto all’altro “candidato”, Del Deo, appoggiato dal ministro della Difesa Guido Crosetto e dal sottosegretario alla Presidenza Giovanbattista Fazzolari.
È bene ricordare anche che Valensise è già stato apprezzato dal Quirinale negli anni, ottenendo tre onorificenze da parte del Presidente della Repubblica, ossia Cavaliere dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana il 27 dicembre 2009, Ufficiale dello stesso Ordine il 2 giugno 2013 e infine Commendatore il 2 giugno 2017.
Bruno Valensise direttore AISI: una scelta “innovativa”
La decisione ricaduta su Valensise come nuovo direttore dell’AISI rompe una tradizione, durata anni, che vedeva alla guida dell’Agenzia informazioni e sicurezza interna una figura delle forze di Polizia e lo stesso Del Deo, supportato da Crosetto, rispondeva al rispetto di questa tradizione.
Dalla riforma del 2007 e la nomina di Franco Gabrielli, in carica per 12 mesi, la direzione dell’AISI è sempre stata ricoperta da un ufficiale dell’Arma dei Carabinieri.
Altri nomi papabili ipotizzati negli ultimi mesi quello dell’ex comandante del Ros Pasquale Angelosanto, colui che coordinato la cattura di Matteo Messina Denaro, o anche dell’ex capo della Polizia Lamberto Giannini.
Decisiva anche nei confronti della nomina di Valensise la posizione del ministro degli Interni Matteo Piantedosi, che ha sottolineato quanto la sua formazione fosse più che valida per gestire questioni internazionali importanti, come l’imminente G7, i conflitti russo-ucraino e israeliano e la minaccia terroristica jihadista.
Verso la riforma dell’Intelligence
La nomina di Valensise alla direzione dell’AISI potrebbe rappresentare il primo step verso la riforma dell’intelligence, caldeggiata da Mantovano dall’inizio, di creare un’unica agenzia.
Qualche mese fa, il sottosegretario di Stato alla presidenza del Consiglio, in occasione del seminario “L’intelligence economica nell’era digitale” che si è tenuto presso la Luiss Business School di Roma, aveva annunciato che era “in corso nel settore dell’intelligence un lavoro di studio finalizzato a un restyling del comparto per renderlo più efficiente, più funzionale ed evitare sovrapposizioni che non avevano senso”.
Questo “restyling”, come lo ha chiamato Mantovano, sarebbe servito a “una migliore articolazione amministrativa, soprattutto nel settore economico finanziario con una disciplina seria delle garanzie funzionali, che non riguarda solamente il tema delle intercettazioni telefoniche”. Mantovano menzionava anche l’estensione delle garanzie funzionali, per esonerare funzionari di AISE e AISI da responsabilità penale in caso di azioni configurabili come reato all’interno del loro operato e l’importanza di puntare, considerando l’affermazione dell’intelligence economica negli ultimi anni e della tecnologia sempre più come settore centrale, al potenziamento dell’innovazione tecnologica delle singole nazioni e allo snellimento delle filiere produttive.