Se siamo esperti di cyber security e intelligenza artificiale e ci piace mettere le nostre conoscenze a servizio della collettività per mitigare i rischi delle minacce introdotte dalla sempre maggiore diffusione delle nuove tecnologie, non possiamo perdere questa occasione: scade il prossimo 31 maggio 2024, infatti, il bando dell’intelligence italiana per reclutare nuovi talenti in queste materie.
Una conferma di quanto la cyber security e l’intelligenza artificiale siano ormai parte integrante della nostra quotidianità e dell’importanza di formare nuove professionalità in grado di padroneggiarne ogni aspetto.
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Un bando per esperti cyber e AI
Sul sito del Sistema di Informazione per la Sicurezza della Repubblica si legge che i nostri Servizi sono alla ricerca di professionalità con competenze nei seguenti settori: “intelligenza artificiale, quindi figure di machine learning engineer, data scientist e big data engineer/architect; metodologie di penetration testing e red teaming, cyber threat intelligence, reverse engineering, malware analysis e digital forensics; minacce WMD, armamenti, missilistica e tecnologie associate, nonché materiali dual use e reti di procurement; algoritmica per la crittoanalisi; fotointerpretazione di immagini satellitari; scienze comportamentali e attività di profiling; archivistica e digitalizzazione documentale”.
Il profilo ricercato, come sottolineato dalla Direttrice del DIS, Dipartimento informazioni per la sicurezza, Elisabetta Belloni, oltre a dover rispondere alle caratteristiche richieste dal punto di vista tecnico, deve poter “garantire massima lealtà alle istituzioni e allo Stato. Questo implica riservatezza e capacità di sacrificio”.
Ovviamente, le candidature sono aperte anche per le donne che, dice la Belloni, “rappresentano il 50% dei posti messi a disposizione; è del tutto evidente che bisogna sfruttarne le capacità per il contributo che anche l’altra metà può dare alla riuscita del nostro lavoro”
Il bando indetto dai nostri Servizi, come visto, mirato alla ricerca di competenze cyber e AI, non rappresenta l’unica posizione aperta, ma è possibile candidarsi per un impiego nel Sistema di informazione per la sicurezza della Repubblica anche in maniera spontanea nella sezione del sito web “Lavora con noi” per profili di: “analista in ambito geopolitico, del contrasto ai fenomeni del terrorismo e dell’eversione; esperto in campo economico (con particolare focus sui temi del golden power, della green economy e della transizione energetica); conoscitore di lingue rare e dialetti d’area; esperto in attività Humint di ricerca informativa; sviluppatore software”.
Contrasto alla minaccia ibrida
Come evidenziato a fine febbraio 2024 dal comparto Intelligence attraverso la pubblicazione della Relazione sulla politica dell’informazione sulla sicurezza sull’operato 2023 di DIS, AISI e AISE, ormai è consolidato che i terreni di guerra non siano più fisici, ma sempre più virtuali, grazie alla tecnologia, lo spionaggio, la disinformazione, i cyber attacchi, per citare solo alcuni dei mezzi utilizzati. I settori più colpiti sono le filiere delle infrastrutture digitali/servizi IT, dell’energia, dei trasporti e il settore pubblico-istituzionale.
Russia e Cina le maggiori responsabili di queste minacce ibride: basti pensare ai diversi attacchi multivettoriali di Mosca nei confronti dell’Occidente e Israele, sfruttando fake news a favore del popolo palestinese o alle influenze sull’opinione pubblica estera da parte della Cina, sia a suo favore, che nei confronti del conflitto mediorientale, per porsi in una posizione di contrasto con gli Stati Uniti.
Il mutamento continuo delle minacce necessita di profili professionali come quelli ricercati dalla nostra intelligence, che abbiano la preparazione e le competenze necessarie per anticiparle, comprenderne in tempo la provenienza e agire di conseguenza prima che possano manifestarsi.
Servizi segreti e digitale: cambia la sicurezza nazionale
La digital transformation e le tecnologie emergenti sempre in continua evoluzione, tra cui l’intelligenza artificiale, estendono la portata delle minacce alla nostra sicurezza nazionale e, come dimostrano le stesse posizioni aperte dei nostri Servizi, questi ultimi stanno reagendo anche con una ricerca di profili mirata alla migliore risposta a questa rivoluzione e alle cose che ci circondano, evolutesi al punto tale da trasformarsi in potenziali porte per attacchi cyber, terroristici o criminali.
L’internet of Things, ossia l’insieme di dispositivi interconnessi e collegati a Internet che raccolgono e trasferiscono dati attraverso la rete e senza l’intervento umano, si è oggi trasformato nell’Intelligence of Things, lo studio delle opportunità digitali, ma anche delle loro vulnerabilità e dei loro pericoli, partendo dalle interazioni che le cose generano tra di loro e con le persone, da cui derivano nuovi sistemi sociali che devono e tendono a proteggere le persone e lo Stato stesso.
Da qui, il cambiamento del concetto di sicurezza e, pertanto, dell’approccio dei nostri Servizi segreti al cambiamento stesso.