Il PNRR, Piano nazionale di ripresa e resilienza, approvato lo scorso 24 aprile dal Consiglio dei Ministri, destinerà 620 milioni di euro alla cyber security delle PA, per potenziare personale e strutture. Il Presidente del Consiglio Mario Draghi si è espresso positivamente in merito, sottolineando che il NextGeneration UE sarà un’ottima opportunità per il nostro Paese per ripartire in sviluppo, investimenti e riforme e sbloccarsi, dopo decenni, da quel torpore economico che ormai ci caratterizza.
“Digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura” sarà il primo obiettivo del PNRR e stanzierà 49,2 miliardi, di cui 40,7 miliardi dal Dispositivo per la ripresa e la resilienza e 8,5 miliardi dal Fondo.
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Cyber security e PNRR: come l’Italia sfrutterà l’occasione
L’Italia sarà la prima a beneficiare in Europa dei due strumenti del NextGeneration UE: il Dispositivo per la Ripresa e Resilienza, RRF, che garantirà risorse per 191,5 miliardi di euro per il quinquennio 2021-2026, di cui 68,9 miliardi a fondo perduto, e il Pacchetto di assistenza alla Ripresa per la Coesione e i Territori di Europa, REACT-EU.
Come ha dichiarato lo stesso Draghi, l’Italia attingerà a questi finanziamenti tramite i prestiti della RRF, stimati in 122,6 miliardi.
“Digitalizzazione, Innovazione, Competitività, Cultura” mira alla modernizzazione digitale delle infrastrutture di comunicazione del Paese, nella Pubblica Amministrazione e nel suo sistema produttivo.
È risaputo e provato che se un paese dispone di servizi veloci ed efficienti può essere considerato competitivo, per cui il potenziamento di automazione e digitalizzazione della pubblica amministrazione è necessario affinché ciò accada anche per l’Italia.
La situazione pandemica da Covid-19 ha, da un certo punto di vista, ha accelerato alcuni processi, forzatamente, costringendo il passaggio dal lavoro in ufficio a quello che è stato chiamato smart working, seppur si trattava di un più semplice “lavoro da casa” o “a distanza”, che non rispettava regole di orari o di mole di lavoro da svolgere, né tantomeno, molto spesso, la privacy stessa del lavoratore.
Questo ci ha mostrato che la possibilità di concretizzare un distacco dalla postazione in ufficio è reale, ma va sfruttata e soprattutto strutturata in maniera seria.
Cosa prevede il PNRR sul piano della cyber security
Il PNRR prevede quindi, innanzitutto, un programma di digitalizzazione della Pubblica Amministrazione che offra efficacia, velocità e sicurezza ai cittadini e alle imprese nella fruizione dei servizi, pertanto infrastrutture, interoperabilità, piattaforme e servizi, e cyber security.
Inoltre, verranno inserite “misure propedeutiche alla piena realizzazione delle riforme chiave delle Amministrazioni Centrali, quali lo sviluppo e l’acquisizione di (nuove) competenze per il personale della PA (anche con il miglioramento dei processi di upskilling e di aggiornamento delle competenze stesse) e una significativa semplificazione/sburocratizzazione delle procedure chiave, incluso uno sforzo dedicato al Ministero della Giustizia per lo smaltimento del backlog di pratiche”.
In questo modo, la Pubblica Amministrazione subirà in positivo una sorta di rivoluzione per quanto riguarda le dotazioni tecnologiche, il personale e le infrastrutture, così come nella sua stessa organizzazione e nelle procedure interne e orientate al cittadino.
Si legge nel testo della Proposta di Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza:
“La prima componente riguarda la digitalizzazione e la modernizzazione della PA. In questo ambito, lo sviluppo di un cloud nazionale e la effettiva interoperabilità delle banche dati delle PA avvengono in parallelo e in sinergia con il progetto Europeo GAIA-X, dove l’Italia intende avere un ruolo di primo piano.
Sfruttando anche la digitalizzazione va sviluppato un “Programma di innovazione strategica della PA” per completare il percorso delle riforme della PA realizzando un cambiamento strutturale che rafforzi la PA italiana, in maniera organica e integrata, ai diversi livelli di governo, creando una amministrazione capace, competente, semplice e smart, in grado di offrire servizi di qualità ai cittadini e alle imprese e da rendere più competitivo il Sistema-Italia, con investimenti mirati e interventi di carattere ordinamentale a costo zero, volti a definire una cornice normativa abilitante al cambiamento per il rilancio del Sistema Paese.
Infine, sarà portata a termine la riforma della Giustizia per accelerare i processi, anche potenziando digitalizzazione e capitale umano del sistema giudiziario italiano al fine di accelerare lo smaltimento del pregresso”.
Le novità per le imprese e la loro digitalizzazione
Per quanto riguarda, invece, le imprese e la loro digitalizzazione, si parla di Transizione 4.0, che comprenderà anche “quelle del comparto editoria e della filiera della stampa e per le filiere agroalimentari del Mezzogiorno, la realizzazione di reti ultraveloci in fibra ottica, 5G e investimenti per il monitoraggio satellitare.
In questa ottica, gli incentivi fiscali inseriti nel PNRR sono riservati alle imprese che investono in beni strumentali, materiali ed immateriali, necessari ad un’effettiva trasformazione digitale dei processi produttivi, nonché alle attività di ricerca e sviluppo connesse a questi investimenti.
Si prevedono, inoltre, progetti per sostenere lo sviluppo e l’innovazione del Made in Italy, delle catene del valore e delle filiere industriali strategiche, nonché la crescita dimensionale e l’internazionalizzazione delle imprese, anche attraverso l’utilizzo di strumenti finanziari a leva.
Infine, resta alta l’attenzione sulla protezione di sicurezza nazionale e Draghi ha affermato che verranno irrobustiti “gli asset e le unità cyber incaricate della protezione della sicurezza nazionale e della risposta alle minacce cyber. Tutto ciò sarà svolto in pieno raccordo con le iniziative Europee e alleate, per assicurare la protezione degli interessi comuni dei cittadini e delle imprese”.