A meno di due settimane dal voto per eleggere il nuovo presidente degli Stati Uniti, che avverrà il 5 novembre 2024, l’unità operativa di threat intelligence della Microsoft, il Microsoft Threat Analysis Center (MTAC), ha pubblicato l’ultimo rapporto di cinque sulla crescente ingerenza esterna, sottoforma di campagne di disinformazione, da parte di Russia, Cina e Iran che sta bersagliando l’elettorato americano.
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Il rapporto Microsoft sulle ingerenze di Russia, Iran e Cina
Nel rapporto è stato confermato che ognuno dei Paesi di cui sopra ha scelto bersagli diversi, adottando tattiche e tecniche differenti, ma condividendo, come ha affermato il direttore dell’Agenzia per la cybersecurity e le infrastrutture (CISA) Jean Easterly, una stessa finalità: “erodere il consenso dei cittadini verso le istituzioni democratiche degli Stati Uniti seminando discordia”.
Questo approccio, infatti, era stato già osservato nell’analisi precedente a quest’ultimo rapporto pubblicata il 17 settembre da MTAC, in cui era stato osservato che attori affiliati all’Iran avevano architettato delle operazion di cyber-influence contro la campagna elettorale del candidato repubblicano Donald Trump; mentre gruppi affiliati alla Russia si erano concentrati sulla campagna elettorale della candidata democratica Kamala Harris utilizzando l’Intelligenza Artificiale generativa per la creazione di video deepfake.
La disinformazione iraniana sui social media
L’Iran, secondo le evidenze raccolte da MTAC, è in procinto di lanciare nuove operazioni su larga scala. Negli ultimi mesi, su Telegram e X è stato particolarmente attivo il gruppo Bushnell’s Men, il quale fingendosi un account americano vicino alla causa palestinese, ha invitato gli americani, attraverso lo slogan “no ceasefire no vote”, a non andare a votare il prossimo presidente degli Stati Uniti per non risultare complici delle attività militari israeliane ai danni della popolazione palestinese.
Bushnell’s Men, inoltre, a maggio aveva fomentato le proteste universitarie antisraeliane sia negli Stati Uniti sia in Europa.
L’obiettivo del gruppo, dunque, è di creare del terreno fertile per una successiva operazione, facendo crescere l’avversione degli elettori della sinistra americana più radicalizzati contro il Governo americano.
MTAC sostiene che una futura operazione di disinformazione potrebbe essere condotta dal gruppo Cotton Sandstorm, affiliato al Corpo delle guardie della rivoluzione islamica e già noto per aver interferito nel 2020 nelle presidenziali americane, il quale lo scorso aprile aveva effettuato delle attività di ricognizione e raccolta dati su siti web dedicati ai cosiddetti swing states americani.
Deepfake russi come arma per colpire i nemici politici
In merito alla Russia, a metà settembre, vari account su X e Telegram in lingua russa, tra cui l’account di un corrispondente di Russian Today (RT), hanno fatto rimbalzare un video deepfake della candidata Kamala Harris, in cui affermava che Trump si fosse “rifiutato di morire con dignità” a seguito dell’attentato del 15 luglio scorso.
La finalità del video era di provocare rabbia nell’elettorato repubblicano.
I deepfake sono stati abbondantemente utilizzati dai gruppi affiliati al Cremlino. Per esempio, il candidato alla vicepresidenza dei democratici, il governatore Tim Walz, è stato anch’esso oggetto di manipolazione deepfake.
Il 16 ottobre è stato diffuso su X un video in cui una persona accusa Tim Walz di aver commesso una violenza sessuale ai tempi in cui andava al liceo. Dopo aver analizzato il video, MTAC è arrivato alla conclusione che è stato modificato dal gruppo Storm-1516, anche se alcuni ricercatori sono incerti sul tipo e sul grado di manipolazione potenziale.
Nonostante ciò, il video ha ottenuto quasi 5 milioni di visualizzazioni su X in meno di 24 ore e la sua diffusione si è estesa anche su altre piattaforme social.
Altri attori hanno cambiato le loro attività per aumentare il sovraccarico disinformativo. Storm-1679, secondo MTAC, ha effettuato un cambiamento drastico alla propria strategia di comunicazione sui social media passando da Telegram a X per avere un impatto maggiore sul processo elettorale.
La tattica predominante include la creazione di contenuti fraudolenti che imitano organi di informazione autorevoli come Fox News, FBI e Wired, e ciò ha dimostrato particolare efficacia nell’incrementare il coinvolgimento degli utenti.
Le attività cinesi di destabilizzazione geopolitica
La Cina, da parte sua, attraverso l’attore Taizi Flood, il quale è legato al Ministero della pubblica sicurezza, a partire da luglio ha lanciato progressivamente delle operazioni contro differenti candidati repubblicani in corsa per un posto alla Camera o al Senato.
Per esempio, il deputato Barry Moore, il quale è candidato nel secondo congresso distrettuale dell’Alabama, è stato utilizzato in un post per criticarne il supporto a Israele.
Contemporaneamente, una ventina di account su X riconducibili a Taizi Flood hanno condiviso dei post in cui il senatore Marco Rubio era accusato di corruzione e veniva criticato per i suoi commenti sulla campagna elettorale di Harris e Walz. MTAC ha inoltre osservato che le campagne contro Marco Rubio continuano dalle elezioni di metà mandato del 2022.
La disinformazione e l’abuso dell’intelligenza artificiale
Il rapporto di MTAC chiude con delle previsioni. Nei giorni a ridosso del giorno delle elezioni è previsto un aumento delle attività di disinformazione e queste perdureranno anche nel periodo successivo, alimentando il dissenso con l’obiettivo di minare la stabilità interna degli Stati Uniti e ridurre la sua credibilità a livello internazionale.
Infine, MTAC si aspetta che l’abuso dell’intelligenza artificiale sarà costante fino alla fine del ciclo elettorale, probabilmente, fino a quando avverrà l’insediamento nel gennaio 2025. MTAC ritiene che tale abuso dell’intelligenza artificiale sarà un piccolo sottoinsieme di un’attività molto più ampia di manipolazioni digitali somministrate tramite social all’audience, soprattutto negli ultimi giorni delle elezioni: durante un periodo di crisi, caratterizzato dal conflitto e dalla competizione, le immagini, gli audio e i video manipolati viaggiano più velocemente tra gli utenti rispetto an flusso medio di notizie.
In questo campo, attori come Storm-1516 e Storm-1679, i quali godono dell’amplificazione dei media controllati dal Cremlino come RT o anche Sputnik News, si sono dimostrati capaci di introdurre contenuti ingannevoli e di distribuirli rapidamente nei momenti chiave di confusione del pubblico.
Steven Lee Myers, sul The New York Times, scrive: “le piattaforme dei social media hanno contribuito a irrigidire gli ecosistemi mediatici in enclavi partitiche distinte e disparate, dove i fatti che contraddicono le narrazioni preconcette sono spesso sgraditi. L’intelligenza artificiale è diventata un acceleratore, rendendo i contenuti falsi o fantasiosi onnipresenti online con pochi tasti. Nel dibattito politico odierno, sembra che i fatti contino meno dei sentimenti, che sono facilmente manipolabili online”.
Perciò, per ridurre il rischio di uno sgretolamento del consenso negli istituti democratici rappresentato dal processo elettorale, sono necessarie un’individuazione immediata di questi contenuti tramite un monitoraggio costante e una valutazione approfondita del contenuto e delle fonti (il fact checking).