Non solo le elezioni americane, anche le elezioni moldave hanno subito numerosi tentativi di sabotaggio da parte della Russia.
Da finanziamenti occulti alla diffusione di fake news, da Mosca si torna a colpire in campo politico e questa volta è il turno della Moldavia.
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Disinformazione, elezioni moldave e frode elettorale
Come sappiamo, domenica 20 ottobre la popolazione moldava è stata chiamata al voto per eleggere il presidente e per rispondere al referendum sull’integrazione europea del Paese. Fino all’agosto del 1991 la Moldavia ha fatto parte dell’Unione Sovietica e negli ultimi anni il governo ha preso man mano le distanze da Mosca, assumendo posizioni sempre più filoccidentali. Nel 2022 è diventata ufficialmente candidata all’ingresso in Unione Europea e questo referendum è risultato favorevole.
Riguardo alle elezioni presidenziali, hanno visto la vittoria della presidente uscente, Maia Sandu, grazie all’oltre quarantadue per cento dei voti, contro il ventisei per centro dello sfidante al ballottaggio, il socialista Alexandr Stoianoglo.
A inizio ottobre, poco prima delle elezioni, è stato scoperto dalle autorità moldave un piano di frode elettorale secondo cui 130.000 elettori moldavi, circa il 5% del totale, sono stati pagati dalla Russia per votare contro il referendum.
Mesi fa la polizia di frontiera moldava aveva già fermato un centinaio di passeggeri che attraversavano l’Armenia per recarsi in Moldavia dalla Russia con poco meno di 10.000 €, importo massimo consentito da trasportare legalmente senza essere dichiarato, che servivano a finanziare proteste contro il governo e corrompere gli elettori per il “no” al referendum.
Inoltre, pare che sarebbero stati addestrati gruppi di persone, più di 300, in Russia, Bosnia Erzegovina e Serbia per creare disordini durante la giornata delle votazioni.
Olga Roşca, consigliere di politica estera per la presidente Sandu, ha affermato, “La Russia sta iniettando milioni […] per cercare di controllare i nostri processi democratici […] non si tratta di una semplice intromissione: è una interferenza su larga scala, che ha l’obiettivo di destabilizzare il nostro futuro”.
Elezioni moldave e disinformazione
Questa destabilizzazione è passata anche attraverso campagne di disinformazione.
Già alle elezioni politiche del 2016, Sandu, alla sua prima candidatura alla presidenza, perse le elezioni anche a causa di una fake news che era stata diffusa sulla sua volontà di accogliere 30.000 rifugiati siriani.
In merito alla propaganda volta a colpire le elezioni di quest’anno, risalgono allo scorso anno video deepfake sull’imminente invasione della Moldavia da parte della Romania e sulla presidente Sandu che scherza sulla condizione di povertà del popolo moldavo.
E ancora, contro la promozione dei diritti della comunità LGTB+ da parte dell’Unione Europea, la Russia ha promosso campagne di disinformazione per osteggiarla spingendo sulla necessità di tutelare i valori tradizioni della società moldava, di religione fortemente ortodossa.
Inoltre, lo scorso agosto è partita una vasta operazione russa, scovata dal centro di cyber intelligence americano e israeliano Check Point Research, che consisteva nell’invio di mail da istituzioni europee, ovviamente false, con informazioni non vere.
Tra le mail inviate ce n’erano alcune in cui si diceva che con l’ingresso in Europa sarebbe stato necessario per i funzionari pubblici moldavi passare l’esame di inglese IELTS, altrimenti si rischiava il licenziamento, altre in cui si obbligavano tutti gli edifici pubblici a issare la bandiera LGTB+ per i dodici giorni internazionali dedicati ai diritti che rivendica, altre ancora sulle misure del governo Sandu per importare lavoratori dal Medio Oriente o per aumentare il costo del gas.
Dietro a questa enorme campagna di disinformazione c’era il gruppo hacker Lyng Pigeon, che aveva già operato in Spagna e in Lituania allo stesso modo.
In USA come in Moldavia
Quello che è successo in Moldavia ci riporta necessariamente a quanto accaduto in USA. Il copione è stato lo stesso: in vista delle nuove elezioni presidenziali USA c’è stata un’ampia diffusione di disinformazione online per mano di troll russi, che hanno tentato di coinvolgere anche gli account più influenti, come Elon Musk o Donald Trump Jr., con lo scopo di indebolire il sostegno internazionale all’Ucraina.
Come per la Moldavia, anche in USA la Russia aveva già sfruttato le elezioni politiche del 2016 per i suoi scopi di propaganda, ma mentre in quell’anno le campagne si strutturavano attraverso contenuti virali che venivano diffusi sui social media, oggi si predilige la creazione di siti web falsi che presentano le notizie come fonti legittime.
Questa rapida evoluzione è stata favorita dai progressi dell’intelligenza artificiale, che ha semplificato la scrittura di articoli falsi, ma anche dallo sfruttamento di nuovi metodi, come il pagamento di attori per la realizzazione di video ingannevoli
I provvedimenti della Moldavia contro la disinformazione
La guerra ibrida messa in atto da Mosca contro il governo moldavo, secondo diversi esperti, avrebbe come scopo quello “di rovesciare il governo riformista di Chisinau, prendere il controllo politico della Moldavia e impedire che continui ad avvicinarsi all’Occidente, e in particolare che diventi un paese membro dell’Unione Europea”.
Lo scorso anno, dal Parlamento moldavo, con il sostegno della presidente Sandu e dell’ex ministra dell’Interno Ana Revenco, è arrivata l’approvazione per istituire il Centro per la Comunicazione Strategica e la Lotta alla Disinformazione, che avrà al suo interno anche Debunk.org, organizzazione lituana esperta in propaganda russa.