Il Copasir, Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica, ha di recente pubblicato la “Relazione sul dominio aerospaziale quale nuova frontiera della competizione geopolitica”, approvata nella seduta del 7 luglio 2022 e trasmessa alle Presidenze delle Camere il giorno stesso.
Il dominio aerospaziale oggi rappresenta il campo di massima competizione a livello mondiale in ambito scientifico, economico e militare e anche l’Italia deve allinearsi agli altri Paesi, potenziando strutture di governance per l’interesse nazionale e la collaborazione a livello internazionale.
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Indice degli argomenti
Il dominio aerospaziale e l’Italia
Il Presidente del Copasir, Adolfo Urso, sostiene che il nostro Paese sia una potenza spaziale e che lo spazio sia diventato oramai una “nuova frontiera anche in termini di competizione tra nazioni, senza dimenticare che è considerato un dominio bellico anche dalla Nato”, insieme al mondo cyber per la sicurezza nazionale.
La Relazione appena pubblicata fa parte, infatti, delle tre indagini avviate dal Copasir su sicurezza energetica, spazio e difesa europea e cooperazione in materia di Intelligence, quest’ultima ancora da completare.
A seguito del ritiro della coalizione internazionale in Afghanistan ad agosto 2021, evento cruciale per lo scenario geopolitico e militare, e dell’invasione russa in territorio ucraino a febbraio 2022, si sono rese necessarie procedure informative per affrontare nuovi equilibri internazionali su tutti i livelli, tra cui, in particolar modo, quello del dominio aerospaziale.
Per l’Italia si tratta di “una sfida impegnativa che esige una riflessione sulle modalità alternative da impiegare nelle forniture delle infrastrutture e dei prodotti spaziali”, come si legge nella premessa della Relazione.
Spazio e Intelligence
Nel quadro geopolitico attuale, che vede satelliti e spazio sempre più al centro dell’attenzione delle nostre società, va da sé che l’Intelligence dal canto suo debba garantire una maggiore tutela sul territorio internazionale, puntando a sviluppare la competitività del nostro paese in campo aerospaziale.
Secondo Alessandra Guidi, vicedirettore generale del DIS (Dipartimento delle informazioni per la sicurezza), non può bastare ricorrere al Golden Power come, invece, sostenuto dal Copasir, per tutelare aziende e tecnologia italiana, ma bisogna sfruttare anche il settore spaziale a livello strategico, e porta l’esempio della geolocalizzazione satellitare che viene impiegata nei sistemi più evoluti di emergenza.
In quest’ottica, “un’attività di compromissione di infrastrutture critiche nelle orbite può rappresentare un vulnus fondamentale per la stabilità di un Paese”.
I partner europei devono cooperare in modo più incisivo per rafforzare la cooperazione nel campo della condivisione delle informazioni di Intelligence e nello stesso tempo “la costruzione di un framework regolatorio che ci consenta di definire e calibrare le risposte in maniera omogenea rispetto ai potenziali attacchi”.
Il Chief Strategy and Market Intelligence di Leonardo, Enrico Savio, si è espresso sulla necessità di avere riferimenti normativi per il comparto industriale del settore aerospaziale e di mantenere l’area tecnologica all’avanguardia e su un livello realmente competitivo. Savio ha concluso sostenendo che “vediamo nel primato tecnologico la base e il fondamento della deterrenza”.
L’asse Cina-Russia
Secondo il Presidente del Copasir, “lo spazio è il nuovo terreno di guerra […] Per questo servono regole, attenzione e un’attività di intelligence. L’Italia è sempre stata in prima linea nell’industria dell’aerospazio, terza in Europa, sesta al mondo. Non possiamo perdere questo primato”.
In merito all’innalzamento del livello di competitività tra i Paesi nel dominio aerospaziale, l’asse Cina-Russia rischia di potenziarsi e nella Relazione si cita la Cina come Paese che, ricorrendo a pratiche aggressive per acquisire conoscenza e tecnologia dai migliori del campo, ha colmato il divario.
La Relazione fa riferimento al caso che ha coinvolto l’azienda Alpi Aviation, azienda con sede a Pordenone specializzata nella progettazione e produzione di velivoli leggeri e ultraleggeri.
Si è scoperto qualche mese fa, da parte delle forze dell’ordine italiane, della presa di controllo di questa azienda per mano di due aziende statali cinesi nel 2018 e le autorità italiane ed europee sono state all’oscuro dei fatti fino a poco tempo fa.
I gruppi cinesi coinvolti nell’acquisizione attraverso una catena di veicoli di investimento, China Corporate United Investment Holding e CRRC Capital Holding, sono a loro volta controllati dal Comitato di gestione della Wuxi Liyuan Economic Development Zone e SASAC.
A quanto pare, una società offshore ha fatto da tramite, la Mars (HK) Information Technology, la quale ha avviato il processo di trasferimento della proprietà tecnica e intellettuale della Alpi Aviation in un nuovo sito di produzione in Cina.
La China Railway Rolling Stock Corp, compagnia ferroviaria di proprietà statale, insieme al gruppo di investimento controllato dal governo municipale di Wuxi, avrebbe acquistato, tramite la Mars, il 75% della partecipazione in Alpi Aviation nel 2018, per un valore pari a 4 milioni di euro.
La stessa Mars ha anche investito ulteriori 1,5 milioni di euro in Alpi Aviation, cifra significativa in eccesso, secondo quanto dichiarato nel rapporto. I droni che Alpi Aviation ha fornito sarebbero stati quelli utilizzati dall’Aeronautica Militare Italiana in Afghanistan.
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Dalla Relazione arriva la richiesta al Parlamento di elaborare una nuova normativa che consideri l’intelligence e che regolamenti ciò che non lo è ancora come, ad esempio, gli investimenti dei privati, e di sostenere il “settore della ricerca e della produzione italiana in grado di esprimere un altissimo livello di competenza sul piano tecnologico e realizzativo.
Da un lato l’utilizzo con la massima efficacia dello strumento del Golden Power, dall’altro un piano di investimenti, favorito anche dall’intervento di un soggetto istituzionale come Cassa Depositi e Prestiti”.