Attualmente a capo del DIS, Dipartimento delle Informazioni per la Sicurezza, e già Segretario generale del ministero degli Esteri, Elisabetta Belloni prenderà il posto di Sherpa G7/G20 del Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, andando a sostituire Luca Ferrari, destinato all’ambasciata a Tel Aviv, sede cruciale nel pieno del conflitto tra Israele e Hamas.
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Una scelta di “facilità del lavoro”
Come riporta Adnkronos, nella nota di Palazzo Chigi in cui si anticipa la nomina della Belloni al prossimo Consiglio dei ministri, si afferma che “in considerazione della proposta di destinazione a Tel Aviv dell’ambasciatore Ferrari, l’ambasciatrice Belloni sarà nominata come Sherpa G7/G20 del presidente del Consiglio, permanendo nell’attuale incarico di Capo del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza”.
Il Presidente Meloni ha spiegato che la scelta “non è un tema di sicurezza, ma, avendo destinato lo sherpa dedicato a una sede molto delicata, siamo partiti da una persona che ha una grande esperienza su questa materia, perché siamo già nell’anno del G7. È un fatto di facilità del lavoro”.
La figura dello Sherpa
Il termine sherpa, o anche scerpa, si riferisce a un gruppo etnico montano del Nepal e, per estensione, viene usato per denominare le guide ad alta quota addette alle spedizioni himalayane. Così come la guida trasporta i carichi più pesanti in alta quota e mette in sicurezza i percorsi, consentendo agli scalatori di raggiungere la vetta, lo “sherpa”, nella sua accezione più recente usata in ambito politico, è quel funzionario che prepara gli incontri internazionali tra capi di Stato e si occupa anche della bozza delle conclusioni, per poi lasciare gli accordi ai governanti.
Elisabetta Belloni, a cui scadrà il mandato da Direttrice del DIS il prossimo 25 maggio, avrà questo ruolo nel prossimo G7/G20, andando a sostituire Luca Ferrari, il cui operato nell’ultima trasferta negli Stati Uniti e in Canada della premier Meloni, a quanto pare, non sarebbe stato apprezzato.
Non è la prima volta che Elisabetta Belloni, che manterrà comunque il suo incarico come Direttrice del DIS, viene considerata a sostituzione di altre figure: infatti, era già successo a seguito della telefonata fake ricevuta dalla Meloni da parte dei comici russi, che aveva portato il consigliere diplomatico Francesco Talò a dimettersi.
Il profilo di Elisabetta Belloni
Prima donna a ricoprire l’incarico di Direttrice generale del DIS due anni fa, ma non nuova già allora ad impegni di alto profilo. Infatti, Elisabetta Belloni era stata anche la prima donna a diventare Segretario generale del ministero degli Esteri e, dopo la carriera diplomatica negli Anni 80 con le rappresentanze a Vienna e a Bratislava, si è distinta tra il 2004 al 2008 quando ha diretto l’Unità di Crisi della Farnesina.
Da qui, ruoli sempre più di cooperazione e innovazione. Nel 2014 diventa ambasciatrice di grado e, dall’anno successivo, capo di gabinetto per il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni. Dal 2016 Segretario generale del Ministero degli Affari Esteri, ruolo che sarà ricoperto dall’ambasciatore Ettore Sequi.
Prospettive del suo ruolo
L’inserimento di Elisabetta Belloni come Sherpa rafforza il potere strategico della posizione del nostro Paese in termini diplomatici e di sicurezza delle informazioni.
Come anticipato, il suo mandato come Direttrice del DIS scadrà il prossimo 25 maggio e cosa accadrà, da quella data, alla riforma dell’intelligence potrebbe essere condizionato dal suo rinnovo o meno. Infatti, in caso di mantenimento di entrambi i ruoli, a capo del DIS e Sherpa G7/G20, potrebbe esserci uno strattone più forte affinché si acceleri in tal senso.
Inoltre, questa scelta fa paio con quanto lei stessa ha dichiarato, in occasione dell’uscita della Relazione annuale sulla politica dell’informazione per la sicurezza, curata dal Sistema di informazione per la sicurezza della Repubblica e relativa all’anno 2023, sul fatto che quest’anno andranno al voto 76 paesi al mondo e questo porterà un rischio di interferenze elettorali che potranno generare instabilità attraverso la disinformazione e evidenze di controspionaggio dovute prima di tutto alla tenuta delle economie e poi ad un’esposizione troppo marcata rispetto a politiche coercitive che stanno utilizzando Russia e Cina.
Queste le sue parole: “Il tema della disinformazione è all’attenzione dell’Unione europea […] Su questi temi c’è una costante collaborazione con le intelligence degli altri Paesi, noi diamo il nostro contributo e seguiamo quelle che sono le direttive europee in materia”.