In occasione del seminario “L’intelligence economica nell’era digitale” che si è tenuto presso la Luiss Business School di Roma, il sottosegretario di Stato alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano ha annunciato che “è in corso nel settore dell’intelligence un lavoro di studio finalizzato a un restyling del comparto per renderlo più efficiente, più funzionale ed evitare sovrapposizioni che non avevano senso”.
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Una nuova veste del comparto Intelligence
Grazie a questo rinnovamento del comparto, si avrà “una migliore articolazione amministrativa, soprattutto nel settore economico finanziario con una disciplina seria delle garanzie funzionali, che non riguarda solamente il tema delle intercettazioni telefoniche”.
Mantovano menziona l’estensione delle garanzie funzionali, per esonerare funzionari di Aise e Aisi da responsabilità penale in caso di azioni configurabili come reato all’interno del loro operato, argomento molto delicato, che merita, però, di essere affrontato.
Inoltre, dato che l’intelligence economica ha preso piede negli ultimi anni e la tecnologia si è affermata sempre più come settore centrale, è fondamentale puntare, secondo Mantovano, al potenziamento dell’innovazione tecnologica delle singole nazioni e allo snellimento delle filiere produttive.
L’importanza dell’intelligence economica era già emersa con la legge 124 del 2007, che inseriva gli interessi economici, scientifici e industriali tra quelli da tutelare e, con il passare degli anni e la ridefinizione degli scenari, l’intelligence si è dovuta riadattare ai nuovi legami tra economia e tecnologia.
Relazione ACN: per la cyber resilienza dell’Italia servono autonomia strategica e consapevolezza
Una riforma annunciata
Da un’intervista del 2021 dell’On. Alberto Pagani, in qualità di Presidente Gruppo PD Commissione Difesa per L’Espresso, emerge che già qualche anno fa il tema dell’intelligence economica si stava diffondendo su diversi tavoli di discussione.
Secondo Pagani, “le nostre agenzie di intelligence stanno facendo i miracoli, ma nel mondo di oggi non basta più, perché nel campo di battaglia economico si combattono le nuove guerre ibride, e noi siamo in ritardo di trent’anni su questo tema. I Francesi fondarono l’école de guerre economique negli anni Novanta, ed hanno fatto progressi enormi in questo campo”.
Per recuperare il tempo perduto in materia di intelligence economica, Pagani ritiene che sia necessario “imparare dalle migliori pratiche altrui e perseguire obiettivi realistici e realizzabili […] La cosa migliore sarebbe una revisione strutturale ed organica della legge 124 del 2007, che disciplina i servizi di informazione per la sicurezza ed il segreto di Stato”.
Aggiunge Pagani nell’intervista che sarebbe utile “lavorare su pochi punti, e su iniziativa del Governo. Il primo riguarda la governance del sistema. È stata istituita e realizzata la nuova Agenzia per la Cybersecurity (ACN), il cui organo governativo di riferimento è denominato Comitato Interministeriale per la Cybersicurezza, ed ha un perimetro diverso dal Comitato Interministeriale per la Sicurezza della Repubblica, a cui fanno riferimento le agenzie di intelligence”.
“Sarebbe utile”, continua ancora Pagani, “armonizzare i due organismi, ampliando il secondo, soprattutto in relazione dei compiti dell’intelligence economica, che mi sembra difficile astrarre dalle politiche della logistica e dei trasporti, per fare un esempio concreto. In secondo luogo, ritengo che si dovrebbe profilare meglio l’integrazione delle funzioni tra AISE ed AISI, visto che il Sottosegretario Gabrielli ha indicato la prospettiva di una futura unificazione, creando le condizioni perché questa si possa fare in futuro, senza paralizzare per mesi l’attività operativa”.
In questo scenario, il mondo accademico ha un compito essenziale “per rafforzare e diffondere la cultura, la comprensione e gli strumenti dell’intelligence economica. Servirebbero programmi di ricerca interdisciplinari, cattedre universitarie che formano alle materie di intelligence chi occuperà posizioni critiche per gli interessi economici del Paese”.
ACN, cosa c’è nell’Agenda di Ricerca e Innovazione per la Cybersicurezza
Intelligence vs Università
In occasione del seminario, Mantovano ha tirato in ballo proprio gli atenei e sottolineato la necessità di ripensare anche i meccanismi di reclutamento delle risorse, processo nel quale le università hanno un ruolo rilevantissimo.
Dopo la pubblicazione dell’Agenda per la Ricerca e l’Innovazione da parte di ACN e Mur per favorire lo sviluppo delle tecnologie emergenti in stretta collaborazione con il settore universitario e industriale, un altro passo importante che fa da ponte tra l’intelligence e il mondo accademico è la collaborazione appena avviata tra l’ACN, Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale, e la CRUI, Conferenza dei Rettori delle Università Italiane.
L’accordo tra i due enti vuole favorire la promozione di iniziative didattiche, formative, di ricerca e divulgazione della cultura della sicurezza informatica sul territorio nazionale sia all’interno dell’ambito accademico che al di fuori.
Bruno Frattasi, direttore generale dell’ACN, ha sottolineato la necessità di questa unità di intenti tra l’Agenzia e la Conferenza per portare le nuove idee, anche di livello internazionale, del mondo accademico all’interno del sistema Intelligence e a favore della sicurezza di dati, applicativi, software e ogni altro strumento che oggi fa parte di ogni interazione sociale, e per creare una “rinnovata forza lavoro che solo il nostro eccellente sistema formativo può preparare”.
In questa collaborazione, il ruolo della Crui sarà di coordinare il rapporto tra le varie strutture universitarie e l’Agenzia e strutturare le best practice per fronteggiare le lacune in ambito cybersecurity su tutti i livelli della formazione universitaria.
ACN e Crui lavoreranno anche congiuntamente al coordinamento di iniziative formative professionalizzanti a tema cybersecurity per le Pubbliche Amministrazioni centrali, locali e i soggetti privati, alla partecipazione a bandi, programmi e progetti di ricerca nazionali e internazionali e all’organizzazione di manifestazioni ed eventi volti alla diffusione della cultura della cybersicurezza, come seminari, conferenze o altri tipi di iniziative, insieme ad accademie, imprese, istituzioni e enti di ricerca.
Salvatore Cuzzocrea, Presidente della Crui, ha commentato con queste parole la nuova intesa con l’Agenzia: “È inutile nasconderselo, l’introduzione di alcune tecnologie come gli algoritmi generativi sta producendo un mutamento epocale che interesserà la società intera e tutti gli ambiti del sapere. Ma la tecnologia non è buona o cattiva, il valore glielo assegna l’utilizzo che se ne fa. Sarà quindi sempre più necessario formare i cittadini e sviluppare ricerca di alto profilo sui temi di frontiera. In quest’ottica la collaborazione con ACN sulle questioni inerenti alla cyber sicurezza rappresenta un passo importante per assicurare una transizione solida del Paese verso il futuro digitale”.