Il Governo è riuscito a mettere i primi fondi attuativi della strategia cybersecurity nazionale nella Legge di Bilancio 2023, il cui testo è ora all’esame della Camera e quindi potrebbe subire modifiche.
Per ora ci sono 420 milioni di euro previsti dal 2023 al 2025.
Sono fondi che trovano il loro senso quindi nell’ambito della strategia più generale, a cui il PNRR dà 632 milioni di euro al 2026 e su cui l’Agenzia cyber nazionale (ACN) sta pubblicando bandi da quest’anno.
Superiamo quindi il miliardi di euro.
Ci sono però anche due programmi europei con fondi fino al 2027, da considerare ma solo alla fine dei bandi si stimerà quanti di quei soldi andranno alla cyber italiana.
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La cybersecurity nella Legge di Bilancio 2023
Per la legge di bilancio si veda l’art. 154, titolato “Misure in materia di Strategia nazionale di cybersicurezza”.
Al comma 1 del presente articolo vengono delineati due fondi, istituiti nello stato di previsione del Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF), necessari alla realizzazione della Strategia nazionale di cybersicurezza, adottata con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri il 17 maggio 2022, e al relativo Piano di implementazione.
Primo fondo
Il primo fondo istituito dal MEF si riferisce agli investimenti che andranno a implementare il conseguimento dell’autonomia tecnologica in ambito digitale e l’innalzamento dei livelli di cybersicurezza dei sistemi informativi, per i quali sono previsti 70 milioni di euro per l’annualità 2023, 90 milioni di euro per il 2024, 110 milioni di euro per il 2025 e 150 milioni di euro annui per il periodo 2026-2037.
Secondo fondo
Il secondo fondo è, invece, destinato a finanziare la gestione operativa dei progetti di cybersicurezza, con una dotazione finanziaria pari a 10 milioni di euro per l’annualità 2023, 50 milioni di euro per il 2024 e 70 milioni di euro a decorrere dal 2025. L’articolo in questione, al comma 2, incarica l’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale (ACN) per tutte le attività di indirizzo, coordinamento e monitoraggio del Piano di implementazione della Strategia nazionale di cybersicurezza.
Fondi per l’Agenzia cybersicurezza nazionale
Inoltre, l’ACN è incaricata di rilevare i fabbisogni finanziari necessari alle amministrazioni che, secondo l’articolo, coincidono con gli attori responsabili dell’attuazione del Piano e destinatari dei fondi precedentemente citati.
Al fine di espletare al meglio i compiti dell’ACN precisati nel presente articolo, è stato previsto un incremento aggiuntivo delle dotazioni finanziarie di 2 milioni di euro annui a decorrere dall’anno 2023, precedentemente stabilite dall’articolo 18 del decreto-legge del 14 giugno 2021 n.82, convertito con Legge n.109 del 4 agosto 2021, il quale ha istituito l’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale.
La dotazione finanziaria stabilita dall’art. 18 prevedeva 2 milioni di euro per l’anno 2021, 41 milioni per l’anno 2022, 70 milioni per l’anno 2023, 84 milioni per l’anno 2021, 100 milioni per l’anno 2025, 110 milioni per l’anno 2026 e 122 milioni di euro con decorrenza dall’anno 2027.
I fondi alla cyber dai programmi europei e dal Pnrr
Le risorse sopra citate si aggiungono a quelle previste dai programmi Europe Horizon, Digital Europe e dal Pnrr.
- Il primo è il principale programma di finanziamento dell’Unione Europea per la ricerca e l’innovazione in riferimento al periodo 2021-2027 e ci sono 60 milioni circa per la cyber.
- il secondo, relativo sempre al periodo 2021-2027, ha come obiettivo la transizione tecnologica europea, destinato principalmente a PMI, cittadini europei e Pubbliche Amministrazioni impegnati nella transizione verde e digitale verso la resilienza e sovranità digitale dell’Unione. Ci sono 176 milioni di euro per la cyber.
- In aggiunta a questi progetti, il PNRR 2021-2026 ha stanziato 623 milioni di euro per l’Investimento 1.5 – Cybersecurity, il cui scopo è quello di garantire la piena attuazione della disciplina in materia di Perimetro di Sicurezza Nazionale Cibernetica (PSNC). L’attuazione di tali finanziamenti è affidata all’ACN che opera in stretto contatto con il Dipartimento per la Trasformazione Digitale (DTD) della Presidenza del Consiglio dei ministri.
- Nel Pnrr ci sono in particolare 174 milioni per i “servizi cyber nazionali”, “contribuendo all’attivazione e piena operatività dell’Agenzia, le reti e i servizi che saranno realizzati potenzieranno le capacità nazionali di prevenzione, monitoraggio, risposta e mitigazione di minacce cyber”.
- 301,7 milioni per potenziare la resilienza cyber della PA.
“Le capacità cyber della PA sono un elemento fondante per una transizione digitale sicura del Paese, assicurando quindi adeguati livelli di sicurezza per i dati e i servizi dei cittadini”. - 147,3 milioni per i laboratori di scrutinio e certificazione tecnologica.
“Il raggiungimento di un’autonomia tecnologica nazionale passa necessariamente anche dal potenziamento delle capacità nazionali di scrutinio e certificazione tecnologica, in stretta collaborazione con il mondo privato dell’industria e dell’accademia”.
I primi bandi per il PNRR dall’Agenzia cyber nazionale
A partire da marzo 2022, l’ente diretto da Roberto Baldoni ha iniziato a pubblicare i primi bandi rivolti alle PA nell’ambito dell’Investimento 1.5 del Pnrr. Nello specifico, sono stati pubblicati:
- due avvisi relativi a interventi di potenziamento della resilienza cyber destinati ad amministrazioni centrali, quali Organi Costituzionali e di rilievo costituzionale, Agenzie Fiscali e amministrazioni facenti parte del Nucleo per la cybersicurezza;
- un avviso relativo a interventi di potenziamento della resilienza cyber destinati ad amministrazioni locali, quali Regioni, Province autonome e Comuni capoluogo facenti parte di Città metropolitane;
- un avviso relativo a interventi di potenziamento delle capacità di analisi e scrutinio software destinati ad amministrazioni centrali, quali Ministeri, Presidenza del Consiglio dei ministri e Agenzie Fiscali;
- un avviso per l’erogazione di contributi per l’attivazione di Laboratori di Prova (LAP) per l’area di accreditamento Software e Network in supporto al Centro di Valutazione e Certificazione Nazionale (CVCN), rivolto ad amministrazioni pubbliche e soggetti privati.
Le risorse messe a disposizione saranno destinate al potenziamento delle capacità cyber della Pubblica Amministrazione e allo sviluppo di capacità di protezione per le infrastrutture nazionali, previsti nel Piano di implementazione della Strategia nazionale di cybersicurezza.
L’ACN avrà la responsabilità di coordinare i soggetti interessati al fine di garantire la sicurezza informatica della pubblica amministrazione. Per garantire queste funzionalità, sarà necessario assicurare adeguati livelli di sicurezza dei sistemi cloud in attuazione della Strategia Cloud Italia, che prevede l’adozione del cloud computing nel settore pubblico, facilitando anche la migrazione sicura dei dati e dei servizi della PA all’interno di queste piattaforme di condivisione, come Polo Strategico Nazionale (PSN) o Public Cloud.
Il Piano sosterrà altresì l’implementazione di una struttura di risoluzione DNS (Domain Name System) nazionale al servizio di operatori pubblici e privati e del monitoraggio delle vulnerabilità dei servizi digitali della PA, promuovendo l’utilizzo delle migliori pratiche di gestione anche della posta elettronica (es. protezione contro campagne phishing e abusi).
Infine, verrà promosso lo sviluppo di un servizio nazionale di gestione delle copie dei backup offline, al fine di offrire, alle Pubbliche Amministrazioni e a operatori privati, un’infrastruttura con alti livelli di resilienza soprattutto per quanto riguarda l’erogazione dei servizi e dei sistemi IT preposti.
Per quanto concerne il settore privato, il 19 ottobre l’Agenzia ha siglato un protocollo d’intesa triennale con Confindustria e Generali con l’obiettivo di promuovere, valorizzare e diffondere tra le PMI una maggiore consapevolezza dei rischi cyber e del loro impatto sulle loro attività. L’accordo prevede la creazione del Cyber Index Pmi, un rapporto che delinea lo stato di consapevolezza in materia di cyber security all’interno delle aziende. Questo progetto rappresenta il primo stadio per la creazione di un Cyber Index italiano che andrà ad incrementare il Cyber Index europeo. Cyber Index Pmi sarà sviluppato con il contributo dell’Osservatorio Cybersecurity & Data Protection della School of Management del Politecnico di Milano, partner scientifico dell’iniziativa.
Inoltre, nell’ottica di implementare la conoscenza e la consapevolezza sui rischi cyber, sono previsti incontri di formazione e workshop su base territoriale destinati alle imprese associate di Confindustria, che vedranno il coinvolgimento e la consulenza degli esperti di ACN e Generali in materia di minacce.