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Starlink e sicurezza nelle telecomunicazioni Italiane: le sfide da affrontare



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La costellazione di satelliti in orbita bassa gestita da SpaceX rappresenta un sistema innovativo, ma il confronto con altre tecnologie terrestri e marittime richiede un’analisi approfondita in termini di sicurezza, resilienza e funzionalità. L’elemento di sicurezza rappresenta, però, una questione delicata

Pubblicato il 9 gen 2025

Luisa Franchina

Presidente Associazione Italiana Infrastrutture Critiche (AIIC)

Tommaso Diddi

Analista Hermes Bay



Starlink e sicurezza nelle telecomunicazioni Italiane

La recente attenzione verso l’integrazione di Starlink nei sistemi di comunicazione strategica italiana pone diverse domande di natura tecnica e funzionale.

La costellazione di satelliti in orbita bassa gestita da SpaceX rappresenta un sistema innovativo rispetto alle infrastrutture satellitari più tradizionali, ma il confronto con altre tecnologie terrestri e marittime richiede un’analisi approfondita in termini di sicurezza, resilienza e funzionalità.

Come si potrebbe integrare Starlink in un ecosistema più ampio

Telespazio, una joint venture tra Leonardo (67%) e Thales (33%), è uno dei principali operatori mondiali nel campo delle soluzioni e dei servizi satellitari. Con il recente accordo con SpaceX, prevede di integrare Starlink nella propria rete globale di connettività ibrida, che combina soluzioni satellitari e terrestri per garantire comunicazioni affidabili e resilienti con copertura globale.

Questa collaborazione rappresenta un esempio concreto di come Starlink possa essere integrato in un ecosistema più ampio per offrire vantaggi significativi in termini di flessibilità e resilienza.

Esaminando il contesto marittimo, è evidente come i sistemi satellitari rappresentino una soluzione imprescindibile per le comunicazioni. In mare aperto, dove le reti terrestri sono completamente assenti, la connettività satellitare è l’unica opzione praticabile.

In questo ambito, Starlink si distingue grazie alla sua architettura basata su una costellazione di migliaia di satelliti in orbita bassa (LEO), che garantisce una copertura più capillare e una latenza significativamente inferiore rispetto ai satelliti geostazionari tradizionali.

Inoltre, la maggiore densità della rete riduce il rischio di interruzioni nel servizio.

I satelliti LEO di Starlink offrono latenze significativamente inferiori rispetto ai satelliti GEO, che operano a circa 36.000 km di altezza. La distanza più ridotta dei satelliti LEO, tipicamente tra i 300 e i 1.200 km dalla Terra, consente una trasmissione di dati più rapida, con latenze che possono scendere sotto i 20 millisecondi.

Questa caratteristica rende il sistema particolarmente adatto per applicazioni che richiedono comunicazioni in tempo reale: in confronto, i satelliti GEO possono presentare latenze superiori ai 600 millisecondi.

Tuttavia, l’elemento di sicurezza rappresenta una questione delicata. Dal punto di vista della sicurezza cibernetica, Starlink introduce alcuni miglioramenti rispetto ai tradizionali sistemi satellitari commerciali, ma resta distante dagli standard dei sistemi militari.

Starlink e il fattore sicurezza

Starlink utilizza crittografia avanzata per proteggere i dati in transito. Il protocollo è basato su standard moderni, come AES (Advanced Encryption Standard), che garantiscono la sicurezza delle comunicazioni contro intercettazioni non autorizzate.

Anche l’autenticazione degli utenti è robusta, rendendo difficile l’accesso da parte di dispositivi non autorizzati. Nei sistemi come Sicral (Sistema Italiano per Comunicazioni Riservate ed Allarmi), la crittografia non è solo avanzata ma personalizzata per esigenze militari, spesso con algoritmi proprietari e non divulgati pubblicamente, che superano gli standard commerciali.

Inoltre, SICRAL integra autenticazioni multiple a livello hardware e software, concepite per resistere a tentativi di falsificazione avanzati, un livello di protezione non necessario per il pubblico di massa di Starlink.

La capacità di contrastare i tentativi di jamming

Starlink durante il conflitto in Ucraina ha subito tentativi di jamming, tecnica di interferenza intenzionale utilizzata per disturbare, degradare o bloccare le comunicazioni radio o satellitari.

L’obiettivo del jamming è impedire ai dispositivi di trasmettere o ricevere correttamente i segnali, causando un’interruzione o una perdita del servizio. Starlink contrasta questo tipo di attacchi utilizzando tecnologie come il beamforming, che permette di focalizzare il segnale verso il terminale dell’utente, riducendo la dispersione e limitando l’esposizione a interferenze esterne.

Inoltre, la rete di satelliti in orbita bassa consente di reindirizzare i dati attraverso percorsi alternativi, offrendo un certo grado di robustezza contro interruzioni localizzate.

Tuttavia Starlink opera su bande di frequenza Ku e Ka, che sono largamente utilizzate anche da altri sistemi commerciali. Questa prevedibilità aumenta la vulnerabilità ad attacchi rispetto alle bande militari.

Il fronte terrestre: benefici e criticità

La situazione è diversa sul fronte terrestre, dove le tecnologie terrestri competono direttamente con i sistemi satellitari. In aree densamente popolate o ben servite da reti 5G, fibra ottica e sistemi come Tetra, la connettività satellitare risulta meno competitiva in termini di velocità, latenza e costi operativi.

Tuttavia, nei contesti remoti o in situazioni di emergenza, il vantaggio della connettività satellitare è evidente. Per esempio, in caso di disastri naturali che distruggano le infrastrutture terrestri, una rete come Starlink può essere rapidamente implementata per ripristinare le comunicazioni, offrendo una resilienza che pochi altri sistemi possono garantire.

Va notato che i sistemi satellitari tradizionali, pur offrendo una certa capacità di ridondanza, sono limitati dalla loro dipendenza da pochi satelliti in orbita geostazionaria, aumentando la loro vulnerabilità a guasti o attacchi mirati. In questo campo, Starlink beneficia della sua architettura distribuita.

Con migliaia di satelliti in orbita bassa, la rete può facilmente reindirizzare il traffico in caso di malfunzionamenti o compromissione di uno o più nodi. Al contrario, i sistemi geostazionari tradizionali, che si basano su un numero limitato di satelliti, sono più vulnerabili a interruzioni prolungate.

Questo è particolarmente rilevante per applicazioni critiche, dove l’interruzione del servizio potrebbe avere conseguenze gravi.

Tuttavia proprio questa architettura distribuita potrebbe rappresentare una vulnerabilità in contesti strategici. La gestione di migliaia di satelliti interconnessi richiede una rete complessa di gateway terrestri, che diventano potenziali punti di accesso per attacchi informatici.

Sebbene le comunicazioni laser riducano l’interdipendenza da infrastrutture terrestri, queste ultime restano fondamentali per l’accesso al sistema e per la sua integrazione con altre reti.

Altri pro e contro

I satelliti Starlink sono progettati per essere facilmente aggiornabili a livello software, consentendo l’applicazione rapida di patch di sicurezza per rispondere a nuove minacce.

Questo aspetto rappresenta un netto vantaggio rispetto ai sistemi satellitari tradizionali, molti dei quali si basano su hardware obsoleto e sono difficilmente aggiornabili.

Va però notato che, nonostante consenta una risposta rapida alle minacce emergenti, aumenta anche la superficie d’attacco, rendendo la rete potenzialmente vulnerabile a intrusioni durante le fasi di aggiornamento.

Il successo di Starlink in ambiti strategici dipende anche dalla sua integrazione con altre infrastrutture esistenti. Per esempio, in ambito militare, l’utilizzo di Starlink potrebbe affiancarsi ai sistemi Sicral per garantire una maggiore flessibilità operativa.

Allo stesso modo, in contesti di emergenza civile, una combinazione di reti terrestri e satellitari potrebbe rappresentare la soluzione più efficace per garantire comunicazioni affidabili.


L’audizione in Parlamento del ministro della Difesa Guido Crosetto

In audizione in Parlamento, un question time in risposta all’interrogazione di Nicola Fratoianni (Avs), il ministro della Difesa Guido Crosetto ha confermato che nessuna intesa è stata siglata con Starlink, ma che “nelle more di una soluzione europea o italiana” la società di Elon Musk offre un servizio necessario: l’esercito italiano è dunque “obbligato” ad integrare satelliti in orbita bassa.

L’azienda di Musk è in pole per offrire le propria infrastrutture di connettività con una soluzione come quella di Starlink, “nelle more” di un progetto concorrente europeo (Iris2), che non debutterà prima del 2030. Starlink sarebbe disponibile al costo di 1,5 miliardi di euro per cinque anni.

L’Agenzia spaziale italiana sta analizzando lo scenario, valutando tutte le soluzioni disponibili a livello globale.

“Le nostre forze armate operano spesso a grande distanza dall’Italia e hanno esigenza di comunicazioni affidabili e continue – ha spiegato Crosetto –. I satelliti nazionali Sicral garantiscono copertura e banda limitate, quindi la Difesa è interessata e direi obbligata a integrarli con satelliti di orbita bassa”, come quelli di Starlink. O con quelli di Starlink.

Il responsabile della Difesa ha respinto le accuse di monopolista rivolte a Musk, replicando che l’accordo con Starlink “non escluderebbe di gestire le cifrature con tecnologie proprietarie”. Infatti, in caso di scelta del servizio di Musk, servirebbe un tavolo tecnico per determinare parametri e specifiche.

L’opposizione ha infine sollevato il timore che questo accordo potrebbe inficiare sviluppo di piani concorrenti europei e dell’industria spaziale europea, di cui l’Italia fa parte.

Conclusioni

Sebbene le tecnologie terrestri restino superiori in contesti urbani e densamente popolati, la connettività satellitare — e in particolare un sistema avanzato come Starlink — può offrire vantaggi cruciali in termini di resilienza e operatività in ambienti remoti o in situazioni di emergenza.

Per massimizzare il suo potenziale, sarà fondamentale integrare Starlink in un ecosistema tecnologico più ampio, bilanciando l’innovazione con l’affidabilità e la sicurezza delle infrastrutture esistenti.

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