Il National Counterintelligence and Security Center, centro nazionale per il controspionaggio e la sicurezza, l’FBI e l’Aeronautica militare qualche giorno fa hanno lanciato un nuovo allarme, sulla base di indagini effettuate di recente e di informazioni raccolte grazie ad intelligence straniere: spie russe e cinesi starebbero lavorando a cyber attacchi contro le agenzie spaziali private americane per rubare loro le tecnologie critiche e disabilitare i satelliti USA in caso di conflitto o situazione d’emergenza.
Così le armi cyber hanno stravolto le relazioni tra gli Stati
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Tecnologie spaziali USA a rischio
Gli attacchi informatici potrebbero essere sferrati, colpendo le aziende spaziali, i loro dipendenti e gli appaltatori che le servono, attraverso intrusioni nelle reti informatiche, l’inserimento di talpe all’interno delle aziende e infiltrazioni straniere nella catena di approvvigionamento.
Nell’avviso emanato dal National Counterintelligence and Security Center si legge che: “Le entità di intelligence straniere riconoscono l’importanza dell’industria spaziale commerciale per l’economia e la sicurezza nazionale degli Stati Uniti, compresa la crescente dipendenza delle infrastrutture critiche dalle risorse spaziali […] Vedono l’innovazione e le risorse spaziali statunitensi come potenziali minacce, ma anche come preziose opportunità per acquisire tecnologie e competenze vitali”.
Tecnologie sviluppate da aziende come SpaceX o Blue Origin stanno conferendo agli Stati Uniti un grande vantaggio in campo spaziale, che comprensibilmente fa gola alle altre potenze mondiali.
La progettazione e la realizzazione di satelliti di ricognizione e di comunicazione dal calibro multimilionario, così come il lancio degli stessi, sono affidati ad aziende commerciali, per cui il legame tra le realtà private e l’intelligence americana è sempre più stretto, tanto da temere, appunto, futuri attacchi informatici.
La preoccupazione riguarda anche la varietà delle misure di sicurezza che ogni azienda adotta per proprio conto e la necessità, nella maggior parte dei casi, di rafforzarle per essere pronti a gestire eventuali tentativi di infiltrazione da parte delle agenzie di intelligence russe e cinesi.
L’avviso d’allarme pubblicato nei giorni scorsi consiglia alle aziende di monitorare gli incidenti anomali sulle loro reti informatiche per cercare potenziali violazioni, di sviluppare protocolli per identificare potenziali agenti stranieri all’interno dell’azienda, di condurre una due diligence sui potenziali investitori e di dare priorità alla protezione delle proprietà intellettuali più importanti.
I precedenti
I timori americani nei confronti delle intelligence straniere in campo spaziale hanno fondamenta anche nei precedenti tentativi di furto di tecnologia spaziale, infatti, già dal 2017 diverse accuse in tal senso sono state rivolte a cittadini cinesi, russi e iraniani.
Lo scorso ottobre a cinque cittadini russi è stato attribuito il tentativo di appropriarsi in maniera illecita di semiconduttori e microprocessori utilizzati in satelliti, missili e altre applicazioni militari spaziali.
Nel 2019 un cittadino cinese è stato condannato alla prigione federale per aver provato ad impossessarsi di un amplificatore di potenza resistente alle radiazioni utilizzato nelle applicazioni spaziali.
Così anche nel 2020, quando la United Launch Alliance, joint venture di Boeing e Lockheed Martin che mette in orbita molti satelliti per la sicurezza nazionale, ha comunicato che un’azienda cinese ha cercato di infiltrarsi nella sua catena di fornitura, senza, però, riuscire ad avere accesso alle informazioni sensibili.
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Il caso del conflitto russo-ucraino
Anche questa volta, come per altri aspetti, la guerra tra Russia e Ucraina si pone come campo di sperimentazione del nuovo modo di combattere tra paesi.
Infatti, la disattivazione dei satelliti in caso di eventuale conflitto, tra i timori dell’intelligence americana, è stata già una mossa attuata dalla Russia nel momento in cui ha invaso il territorio ucraino a febbraio 2022.
In questo caso, l’attacco informatico è stato portato a termine nei confronti dell’azienda americana di comunicazioni Viasat, per far sì che l’Ucraina non potesse comandare le proprie truppe.
E anche durante il conflitto i satelliti sono stati tra i bersagli favoriti dei russi, avendo assunto man mano un ruolo fondamentale per la comunicazione tra le truppe: basti pensare alla rete di satelliti di orbita bassa Starlink di SpaceX, una costellazione di 3.335 satelliti attivi, secondo dati dell’Economist, che permette accesso a Internet ad alta larghezza di banda a 45 Paesi, anche se gran parte del traffico proviene proprio dall’Ucraina, che ha consentito le comunicazioni tra le truppe ucraine e che è stato uno degli strumenti di risposta militare e civile del Paese all’invasione della Russia.