DOMANDA
La sicurezza nei dispositivi mobili in azienda risulta spesso un tema di scontro. Quali modalità utilizzare per bilanciare il bisogno di sicurezza alle necessità di “agilità” aziendali?
RISPOSTA
Diverse sono le soluzioni per difendere i dispositivi mobili aziendali dagli attacchi indiscriminati o mirati, ma l’azione spesso si scontra con la difficoltà nel far comprendere agli utilizzatori l’importanza della sicurezza su tali dispositivi e di fatto la necessità di utilizzo di sistemi di protezione.
Fondamentale aumentare la percezione attribuita alla sicurezza dei dispositivi: gli smartphone sono stati finora impiegati senza particolari protezioni ed i comportamenti degli utenti sono spesso ingenui e imprevedibili. La sicurezza introduce procedure e fastidi per gli utenti finali ed è spesso molto difficile coniugare le esigenze aziendali con quelle degli utenti di usare i dispositivi senza complicazioni e perdite di tempo.
A differenza di quanto accade con i PC aziendali, lo smartphone viene considerato un oggetto “proprio” e personale, anche nel caso sia aziendale, pertanto risulta spesso complesso convincere l’utente ad accettare forme di controllo. La migliore strategia, di conseguenza, comporta il giusto accordo fra l’implementazione di procedure di sicurezza e ascolto delle esigenze degli utenti.
La cosa più importante è capire cosa proteggere quindi agire sull’organizzazione, con consulenti e tecnologie. Gli strumenti tecnici non mancano, ma occorre saperli scegliere e capire come impiegarli. La decisione di come e cosa tutelare dipende dal tipo di azienda: se fa sistemi militari o svolge comuni attività commerciali. I rischi sono molto diversi se un documento con i termini di una gara o di una concessione fa gola a un’azienda concorrente oppure all’intelligence di un governo straniero. Va cercato il giusto bilanciamento tra obiettivo e oneri accettabili di difesa e partire dai dati davvero importanti è il modo per garantire una ottima implementazione pratica.
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