Le piattaforme di intermediazione – come Meta, Amazon, Google – ancora non rispettano le norme europee nei rapporti con i propri partner commerciali e in particolare cadono soprattutto sul fronte dell’accesso ai dati.
Così emerge dal report sull’attività di monitoraggio del Regolamento P2B (Regolamento 2019/1150), Platform to Business, pubblicato il 17 luglio da Agcom.
Il regolamento promuove equità e trasparenza per gli utenti commerciali dei servizi di intermediazione online. Obiettivo del Report P2B 2023 è quello di valutare l’efficacia di tale Regolamento nei primi mesi del 2023 (ossia lo stato di applicazione del Regolamento da parte dei fornitori di intermediazione online che offrono servizi in Italia) e suggerire eventuali spunti di miglioramento.
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I problemi dell’adeguamento al regolamento P2B
Il Regolamento P2B è in vigore dal 12 luglio 2020 e trova posto all’interno del quadro delle normative che l’Unione europea sta emanando (e ha emanato) per uniformare le diverse legislazioni degli Stati membri in materia di mercato unico digitale (es. le direttive che disciplinano la vendita di beni e servizi con contenuto digitale e che sono state trasposte all’interno del codice del consumo; la normativa sul geo-blocking per abbattere le barriere territoriali che limitano l’effettività del mercato unico; la direttiva Copyright; DMA; DSA).
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Tra gli elementi di criticità rilevati dal Report P2B 2023 si rilevano i seguenti aspetti:
- inadeguatezza delle informazioni rese agli utenti commerciali su eventuali trattamenti differenziati applicati ai beni e servizi forniti direttamente dalla piattaforma o attraverso utenti controllati e sull’accesso ai dati generati dai propri account business anche quando cessa il rapporto contrattuale con la piattaforma online;
- conoscenza del Regolamento P2B: il report evidenzia che l’86% degli utenti business ha una conoscenza nulla o appena sommaria del Regolamento e il rimanente 14% ha solo una conoscenza limitata agli elementi principali;
- diffusa insoddisfazione circa gli strumenti predisposti dalle piattaforme online per la gestione delle problematiche nel rapporto con gli utenti business: il 68% degli utenti rispondenti dichiara che i sistemi di gestione dei reclami predisposti non risultano facilmente accessibili e che solo il 15% dei reclami presentati ha avuto esito positivo.
Per quanto riguarda il tema dell’accesso ai dati, è doverosa una breve premessa: l’art. 9 par. 1 Regolamento P2B specifica che “i fornitori di servizi di intermediazione online inseriscono nei loro termini e nelle loro condizioni una descrizione relativa all’accesso tecnico e contrattuale, o alla mancanza di tale accesso, da parte degli utenti commerciali ai dati personali o ad altri dati, o a entrambi, forniti dagli utenti commerciali o dai consumatori per l’uso dei servizi di intermediazione online in questione o generati tramite la fornitura di tali servizi”.
Il problema delle informative sull’accesso ai dati
Tuttavia, le criticità riguardanti l’accesso ai dati da parte degli utenti riguardano essenzialmente le informative sull’accesso ai dati. Difatti, tali informative:
- risultano generiche e non descrivono in dettaglio le categorie di dati ai quali gli utenti commerciali hanno diritto di accedere, e le relative modalità di accesso, anche quando cessa il rapporto;
- non sono di facile comprensione e risultano disseminate in più documenti non facilmente identificabili;
- non sempre sono pubblicamente disponibili o risultano facilmente reperibili, in quanto distribuite tra una moltitudine di documenti e clausole.
Il bilancio sul monitoraggio
Dunque, in generale, i risultati del monitoraggio condotto dall’Autorità nei primi mesi del 2023 hanno evidenziato un quadro di progressivo allineamento alle disposizioni europee, sebbene si riscontri il permanere di alcune criticità sopracitate. Ciò, è causato dall’incompleto adeguamento alle prescrizioni del Regolamento da parte delle piattaforme, insieme alla scarsa o nulla conoscenza degli strumenti previsti dal Regolamento P2B da parte degli utenti commerciali.
Sul tema dell’accesso ai dati è fondamentale tenere presente le nascenti normative riguardanti tale questione. Ad esempio, non si può non considerare il Data Act (ancora nella fase di Proposta di Regolamento), il quale, una volta applicabile, dovrà contemperarsi alle disposizioni sull’accesso ai dati previste dal Regolamento P2B, nonché alle disposizioni del Digital Markets Act e del Digital Services Act.
Dunque, siccome il Regolamento P2B è volto a garantire che gli utenti commerciali di servizi di intermediazione online e gli utenti titolari di siti web aziendali che siano in relazione con motori di ricerca online dispongano di un’adeguata trasparenza, di equità e di efficaci possibilità di ricorso, anch’esso si pone a tutti gli effetti sulla scia della strategia digitale europea. Da ciò si comprende, ancora una volta, l’importanza di contemperare e armonizzare le differenti legislazioni all’interno del sempre più complesso e regolamentato panorama normativo digitale.