Con l’approvazione al Senato, dopo quella alla Camera, il blocco del riconoscimento facciale in Italia ottiene una proroga significativa.
“Da oggi la moratoria sull’utilizzo delle tecnologie di riconoscimento facciale durerà fino al 2025“, commenta Filippo Sensi, il Senatore PD, già attivo nella precedente legislatura sul tema dell’AI.
Ecco perché la proroga è importante e in cosa consiste.
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Proroga fino al 2025 del blocco riconoscimento facciale
La proroga della moratoria significa che, fino al 31 dicembre 2025, l’Italia vieta l’installazione di strumenti di sorveglianza biometrica, che il ministro dell’Interno Piantedosi aveva ipotizzato come strumento antistupro nei luoghi pubblici come ospedali, stazioni e centri commerciali.
La moratoria consente “di avere più tempo per la discussione che si sta facendo in Europa sull’intelligenza artificiale e che vieta espressamente il riconoscimento facciale”, continua Filippo Sensi: “Grazie al lavoro fatto da Marianna Madia e Lia Quartapelle alla Camera non si torna al Far West, si resta in Europa. E si evita una deriva che qualcuno al governo aveva carezzato sui giornali, contrabbandando controllo con sicurezza“.
L’Europa prevede come un’unica eccezione nell’AI Act l’utilizzo in caso in cui sia a rischio la sicurezza nazionale. E non è il caso della criminalità predatoria in ambito urbano.
Il divieto nei dettagli
Nei mesi scorsi alcuni sindaci avevano tentato di impiantare sistemi di videosorveglianza, dotati di riconoscimento facciale, nelle loro città, scontrandosi con l’opposizione del Garante della Privacy.
La moratoria vieta assolutamente di installare sistemi di riconoscimento facciale nei luoghi pubblici, nei negozi o sui cartelloni pubblicitari. Non prevede alcuna eccezione, “salvo che si tratti di trattamenti effettuati dall’autorità giudiziaria nell’esercizio delle funzioni giurisdizionali nonché di quelle giudiziarie del pubblico ministero”.
Ora, grazie alla proroga, l’opposizione vuole saperne di più, ponendo interrogativi “non solo sui diritti, ma sulla efficienza e l’efficacia di queste tecnologie”, come ci aveva già spiegato in precedenza il Senatore PD. In particolare, occorre capire se ci sono già altri software in uso e quali aziende stiano implementando la tecnologia.
Infatti, si tratta di sistemi che “rappresentano cambi di strategia importanti“, secondo Claudio Telmon, che comportano “rischi importanti”. Dunque non possono passare come banali “evoluzioni tecnologiche”, anche se dobbiamo evitare le generalizzazioni.
Intanto, l’Italia decide di prorogare per altri due anni la moratoria sul riconoscimento facciale. Nel frattempo, la UE dovrebbe riuscire a convergere su una normativa in grado di regolare l’impiego di tali sistemi senza compromettere la libertà individuale e senza ledere la sicurezza nazionale.