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Data Governance Act: un’opportunità unica per valorizzare i dati

Rilevare i segnali deboli, analizzare i comportamenti, lottare contro le frodi, sviluppare nuovi servizi. Sono azioni che richiedono la disponibilità di tutti i dati possibili per migliorare queste attività: è questo l’obiettivo principale del Data Governance Act (DGA) recentemente approvato dal Consiglio Europeo; organizzare gli scambi di informazioni per ottenere maggiori prestazioni e innovazione per le aziende europee

Pubblicato il 28 Ott 2022

Frédéric Fourquet

Product Marketing Manager, MEGA International

Data Governance Act

Il Data Governance Act è un regolamento europeo sulla governance dei dati che mira a trasformare le pratiche delle organizzazioni private e pubbliche. Questo testo permetterà di organizzare e regolarizzare il futuro mercato della condivisione delle informazioni attraverso i fondamentali principi di sicurezza, conformità, sovranità ed etica.

La Commissione europea vuole porre fine allo scambio globale di dati, diventato ormai un “Far West”, e farne un pilastro dell’economia.

Tutela dei dati personali e altri diritti: ecco perché servono contemperamento ed equilibrio

Creare un’Europa data driven

I quattro obiettivi principali di questo nuovo quadro normativo sono:

  1. la promozione del riutilizzo dei dati del settore pubblico;
  2. la creazione di un nuovo modello di business per l’intermediazione dei dati;
  3. l’incoraggiamento all’altruismo in questo settore;
  4. la creazione di un comitato europeo che promuova l’innovazione dei dati.

Il Data Governance Act è entrato in vigore il 23 giugno 2022 e sarà applicabile a partire da settembre 2023.

Alcuni Paesi e aziende europee stanno già prendendo iniziative per questa vera e propria rivoluzione: la maggior parte degli attori, pubblici e privati, dovrà prepararsi per tempo per sfruttare questa opportunità.

Creare un ambiente europeo di fiducia nei dati

La legge sulla governance dei dati crea un ambiente di incentivi molto promettente, basato sulla definizione di un quadro preciso per lo scambio di dati (Data Exchange) e definisce nuovi ruoli sia dal lato dell’offerta di dati sia per regolare e supervisionare il riutilizzo delle informazioni scambiate.

È stato quindi definito un nuovo ruolo di fornitore di servizi di condivisione dei dati detto “base operator”. Soggetto a significativi obblighi tecnici ed etici, questo status è aperto a qualsiasi struttura volontaria che fornisca mezzi sufficienti per la circolazione protetta delle informazioni.

Copertura per tutti le tipologie di dati

Il Data Governance Act riguarda la condivisione di tutti i tipi di dati, personali e non. Inoltre, mira a motivare tutte le organizzazioni del settore pubblico e privato (ad esempio, della sanità), senza distinzioni, a facilitare e istituire nuovi scambi.

Il DGA si basa quindi in parte sull’applicazione del regolamento generale sulla protezione dei dati (GDPR). I dati personali beneficiano sempre delle stesse misure di protezione, dalla loro anonimizzazione al consenso, essenziale per la loro raccolta e utilizzo. Il nuovo sistema è basato su incentivi: non obbliga nessuno a renderli disponibili, né gratuitamente né commercialmente. Inoltre, consente a ciascun attore di definire le condizioni per il riutilizzo delle informazioni che fornisce.

Le aziende devono prepararsi per beneficiare del DGA

Mentre le istituzioni europee possono facilitare e sviluppare lo scambio di dati, solo le aziende hanno le chiavi per sfruttarli. È essenziale che tutti organizzino la propria governance dei dati e cerchino di industrializzarla.

Ammettiamolo, il lavoro da fare per chi intende entrare in questa Europa “data-driven” è notevole: se consideriamo conformità, cybersecurity, definizione delle aree di innovazione, selezione e adozione di soluzioni tecnologiche, lo scambio di dati europeo deve superare molti ostacoli per funzionare davvero.

Vi sono ostacoli agli investimenti, senza dubbio, ma anche ostacoli psicologici. Il DGA comporta una nuova organizzazione, un nuovo modo di pensare l’azienda. L’esperienza insegna che l’innovazione nasce sempre da microprogetti, guidati dalle linee di business. Rimane frammentata fino a quando un tema si distingue, fino a diventare così importante che l’alta direzione se ne fa carico. Le aziende “data-driven” stanno sperimentando questa inversione di tendenza, allineando tutti i membri dell’azienda verso questo nuovo obiettivo.

Serve un approccio industrializzato alla Data Governance

Un approccio industrializzato permette di selezionare nuovi dati in linea con gli obiettivi strategici dell’azienda, ma anche di monetizzarli.

L’intera organizzazione si basa quindi, prima di tutto, su queste poche domande: di quali nuovi dati ho bisogno? Quali progetti di intelligenza artificiale sono attualmente in corso nella mia azienda? Quale percorso di informazioni devo definire? Chi organizza e supervisiona il processo di governance?

È illusorio creare un grande mercato di informazioni se le aziende non sanno come identificare le loro aree di innovazione, se mancano ancora soluzioni di analisi ed elaborazione e se i loro dati non sono né qualificati né sfruttati. Una volta fornite le risposte, la nomina di un Chief Data Officer (CDO) è altrettanto naturale. Dopo aver testato e valutato le possibilità offerte dalle future piattaforme di scambio dati, esplorando e sviluppando nuove aree, sarà possibile registrarsi come fornitore di dati qualificato.

Per la monetizzazione dei dati, il CDO dovrà identificare le industrie interessate, stabilire il prezzo dei pacchetti di dati e valorizzare il lavoro svolto. E questa è una buona notizia, nel frattempo saranno state create nuove piattaforme sicure di operatori affidabili per promuoverne la distribuzione.

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