Dal 15 novembre ci sono nuove procedure per il cambio operatore, appena decise da Agcom (Autorità Garante Comunicazioni).
Il fine è quello di allontanare sempre di più il rischio di SIM Swapping, pratica in costante crescita.
Con il sim swapping si trasferisce la proprietà della SIM presa di mira e il suo numero, verso una nuova SIM fisica.
Si fa così di fatto perdere il controllo sul numero di telefono con tutti i problemi (gravi) che ne conseguono per la sicurezza della vittima: basti pensare ai metodi di autenticazione 2FA che sfruttano il numero di telefono mobile per andare a buon fine.
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Nuove procedure di portabilità e sostituzione SIM
AGCOM, l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, ha recentemente pubblicato il documento di esito del Tavolo Tecnico relativo alle modalità di implementazione della precedente delibera 86/21/CIR, pubblicata il 27 luglio 2021, sulle procedure di portabilità e cambio SIM, introducendo novità interessanti per la protezione dell’identità dei clienti.
Le novità introdotte funzioneranno in prima battuta come deterrente contro attacchi mirati di SIM swap, considerati i nuovi passaggi normativi ai quali gli operatori dovranno adeguarsi, ma anche dal punto di vista pratico, di fatto, rendono sicuramente molto più ostico (per non dire impraticabile) un attacco di questo tipo, atto a coinvolgere una pratica di cambio SIM illecita da parte di terzi non identificati, all’insaputa della vittima.
Come cambiano i processi di richiesta cambio SIM e portabilità
- La delibera AGCOM identifica il soggetto che ha facoltà di effettuare tale richiesta, unicamente nella figura del titolare della SIM, inclusi per i casi di furto, smarrimento o malfunzionamento della SIM che prevedono il cambio SIM solo fisicamente presso il fornitore di servizi mobili.
- Obbligatorio identificare il cliente con idoneo documento d’identità e codice fiscale, per i casi di cambio SIM e portabilità sia presso il fornitore fisicamente che in via telematica.
- A questo punto il fornitore di servizi deve obbligatoriamente effettuare il nuovo passaggio della validazione.
- Nei casi di sostituzione/portabilità SIM la validazione avviene obbligatoriamente mediante SMS o chiamata vocale registrata, con la richiesta di una conferma sull’operazione che si sta andando a compiere.
- Nei casi di furto/smarrimento il messaggio SMS o la chiamata per la validazione non saranno necessari, ma l’operazione deve essere accompagnata da regolare denuncia alle forze dell’ordine.
- Anche nel caso di sostituzione per SIM non funzionante, non verrà richiesta la validazione, però si dovrà fornire fisicamente la vecchia SIM.
- In tutti i casi il fornitore di servizi dovrà possedere una snella interruzione della procedura avviata, facile da mettere in atto, qualora disconosca l’operazione, non voglia o non possa validarla. I meccanismi di interruzione devono essere ben noti ai clienti e facilmente reperibili sui siti Internet istituzionali.
- Obbligo informativo da parte del fornitore del servizio mobile, nei confronti del cliente in fase di portabilità, su tutte le fasi del processo: tramite SMS o chiamata non appena viene avviata la procedura nei sistemi dell’operatore ricevente; all’arrivo della risposta da parte dell’operatore ricevente, sia positiva che negativa; quando avviene il passaggio del numero e quando viene accreditato il credito residuo dal vecchio al nuovo operatore.
Come risultato dell’ultimo Tavolo Tecnico di AGCOM si sono stabiliti anche i termini di attuazione delle procedure descritte. Gli operatori devono adeguare pertanto, tutte le loro infrastrutture, alla nuova procedura entro e non oltre il 15 novembre 2022, compreso il positivo esito di una adeguata campagna di informazione ai rispettivi clienti.
L’efficacia delle nuove regole: un giudizio
Ma le nuove regole serviranno a combattere il sim swap? Sì ma non possono essere l’arma finale, perché il regolatore ha dovuto accettare un compromesso a favore della comodità dell’utente. È d’accordo con questa nostra analisi Paolo dal Checco, massimo esperto di mobile security.
Il punto debole è il cambio sim causa smarrimento. In questo caso chiaramente l’utente che davvero ha perduto la sim non può confermare la propria volontà, non avendola più in possesso. Il truffatore potrebbe chiedere il cambio con finti documenti d’identità e di denuncia alle autorità.
Una soluzione potrebbe essere mandare comunque un avviso all’utente con la possibilità di bloccare la procedura entro un certo periodo di tempo. Così se lo smarrimento è fasullo, l’utente potrebbe bloccare tutto. Passato questo periodo bisognerebbe intendere che la sim è davvero smarrita – per questo motivo non c’è risposta dall’utente – e quindi avviare il cambio. Ma il periodo di tempo non può essere troppo lungo per non costringere la persona a restare troppo tempo senza numero. Se è solo di poche ore, l’utente potrebbe non notare l’avviso. Di contro, anche poche ore di stand by della procedura obbligherebbero l’utente a tornare al negozio e insomma andarci due volte per il cambio sim.
Alla fine si è scelto questo compromesso per evitare di penalizzare troppo gli utenti onesti.
Alessandro Longo
Il pericolo di SIM swap
La pratica di SIM swapping è estremamente diffusa nello scenario del crimine informatico. Si tratta di un attacco mirato, ben organizzato con una premeditazione delle azioni correlate al cambio della SIM: credenziali per vari accessi rubate, informazioni personali sensibili compromesse da data breach, approfondita conoscenza della vittima presa di mira.
E’ un attacco che coinvolge spesso pratiche di social engineering per cercare di acquisire quante più informazioni possibili sulla vittima. Talvolta vengono reperiti documenti d’identità falsi sulla vittima, a supporto delle azioni che verranno intraprese illecitamente, come una richiesta di pratica di cambio SIM, con una motivazione anche banale come la perdita o il malfunzionamento della vecchia SIM. A questo punto, ottenuta la proprietà illecita di un numero di telefono, si potrà avere accesso alle verifiche di autenticazione per app, siti web e conti correnti bancari mediante home banking.
Nella maggior parte dei casi questo attacco riesce a concretizzarsi con un risultato di successo, proprio grazie ai controlli pratici quasi inesistenti sull’identità dell’ordinante l’operazione. La nuova delibera AGCOM interviene proprio su questi punti, cercando di limitare sempre di più la debolezza dell’anello “fattore umano” della catena procedurale.