Un documento che sottolinea l’importanza delle certificazioni alla luce del GDPR: tale è lo studio pubblicato dalla Commissione Europea per delineare i meccanismi di questi atti volontari, ma strategici. Il GDPR raccomanda infatti la certificazione dei trattamenti, agli articoli 42 e 43.
Da sottolineare questo aspetto, cioè che a essere certificati sono i trattamenti, non le aziende che li propongono, le quali però possono avere vantaggi dal certificare un proprio trattamento, come una garanzia.
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L’importanza delle certificazioni nel GDPR
Il lavoro era attesissimo, da più di un anno: la Commissione aveva annunciato di voler approfondire la tematica delle certificazioni già nel 2018. Fulcro del documento, gli articolo 42 e 43 del GDPR. Il regolamento europeo spinge per l’istituzione di meccanismi per la certificazione della protezione dei dati personali, con l’obiettivo di accertare la conformità dei trattamenti da parte dei titolari e dei responsabili.
Lo studio della Commissione ha l’obiettivo di normare la tecnica delle certificazioni in materia di protezione dei dati, oltre a spiegare quali sono i requisiti per l’accreditamento degli enti di certificazione, le norme per i sigilli e le garanzie per trasferire i dati.
“Il valore di questo studio a livello nazionale non è particolarmente significativo, ma il documento dimostra l’importanza che hanno le certificazioni nel GDPR“, ha precisato a Cybersecurity360.it Francesco Pizzetti, professore di Diritto costituzionale all’Università di Torino. L’esperto ha ricordato che le certificazioni sono “volontarie, non obbligatorie, e riguardano i trattamenti, non i titolari”.
I capitoli dello studio della Commissione
Il lavoro della Commissione è suddivisa in nove capitoli oltre quello introduttivo:
- Capitolo 2: analizza i meccanismi di certificazione alla luce degli articoli 42 e 43 del GDPR;
- Capitolo 3: fotografa la situazione attuale delle certificazioni in materia di privacy e sicurezza dell’informazione;
- Capitolo 4: criteri e processi di certificazione;
- Capitolo 5: l’accreditamento, in particolare i requisiti di accreditamento per gli organismi di certificazione che forniscono servizi in linea con i meccanismi di certificazione GDPR. Sul tema, per presentare i dati nello studio, sono stati sentiti gli organismi nazionali di accreditamento e anche le autorità di vigilanza;
- Capitolo 6: approfondimento sulle norme tecniche per la conformità al GDPR, con i dati raccolti in un’indagine tra mondo dell’industria e organismi di certificazione;
- Capitolo 7: approfondimento sui meccanismi per promuovere e riconoscere le certificazioni sulla protezione dei dati;
- Capitolo 8 – 9: l’analisi approfondita dei messianismi di certificazione presentati come base normativa per il trasferimento dei dati;
- Capitolo 10: conclusioni.
La convenzione tra Accredia e il Garante
Da settembre 2018, con il codice novellato, Accredia è stato individuato come organismo nazionale di accreditamento. Il Garante della privacy a marzo 2019 ha firmato una convenzione con l’ente proprio sulle attività di accreditamento in relazione al GDPR. La convenzione prevede il confronto sulle reciproche competenze e favorisce il lavoro in sinergia tra i due enti.
In seguito alla convenzione, Accredia avrà il compito “di attestare in base alla norma di accreditamento UNI CEI EN ISO/IEC 17065:2012, integrata da requisiti aggiuntivi che saranno individuati dal Garante sulla base delle linee guida comuni elaborate in seno al Comitato europeo per la protezione dei dati, la competenza e l’adeguatezza degli Organismi che ne faranno richiesta per certificare con maggiori garanzie i servizi di tutela della privacy”, si legge in una nota ufficiale del Garante della privacy.
L’accordo prevede che Accredia comunichi al Garante:
- gli accreditamenti rilasciati;
- i ricorsi degli organismi accreditati;
- scadenze delle certificazioni;
- sanzioni;
- elenco delle certificazioni.
D’altro canto, il Garante comunicherà ad Accredia gli aggiornamenti sulla normativa, eventuali problemi che possono sorgere da reclami, novità sugli schemi di certificazione anche a livello europeo.