L’Italia è il ventiseiesimo Stato ad aver firmato la Convenzione 108+ del Consiglio europeo, versione aggiornata del documento approvato originariamente nel 1981. Un accordo fondamentale per la tutela dei dati dei cittadini. La firma, infatti, rappresenta “un segnale importante sull’attenzione italiana alla tutela dei diritti fondamentali e delle libertà delle persone”, spiega a Cybersecurity360.it Francesco Pizzetti, professore di diritto costituzionale all’Università di Torino.
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La firma della Convenzione 108
A firmare il protocollo il 5 marzo è stato l’ambasciatore Michele Giacomelli, rappresentante permanente d’Italia presso il Consiglio d’Europa. Con la firma dell’Italia, i Paesi che hanno sottoscritto l’accordo sono in tutto ventisei. Alla Convenzione 108+ possono aderire anche Stati non membri del Consiglio d’Europa, dando al provvedimento quindi un importante carattere internazionale.
La Convenzione 108 del Consiglio di Europa è stata approvata nel 1981 “ed è stata la prima normativa a carattere sovranazionale a regolare il trattamento automatizzato dei dati personali, per dare attuazione al diritto fondamentale al rispetto della vita privata delle persone e della famiglia”, ha precisato Pizzetti. Su di essa si è basata “la Direttiva 95/46 di tutela dei dati personali adottata nell’ambito della Comunità europea e del Mercato unico. La UE, nel rispetto della sua Carta dei diritti fondamentali, ha ora adottato il GDPR nel rispetto dell’art.8 della Carta dell’Unione”, ha aggiunto.
Un provvedimento internazionale
L’adeguamento al GDPR
Con l’introduzione del Regolamento, “nel 2018 il Consiglio di Europa ha a sua volta rivisto la Convenzione 108 per adeguarla al GDPR, in un virtuoso dialogo tra i due ordinamenti. Gli Stati aderenti al Consiglio di Europa, oggi 55, devono ora ratificare la Convenzione 108+ per dare nuova e più ampia tutela ai trattamenti di dati personali anche nel quadro del Consiglio di Europa”, racconta Pizzetti. L’Italia, “ratificando la Convenzione 108+, è stata fra i primi Stati a farlo.
L’Italia dunque ha ora “un duplice vincolo a garanzia dei dati dei cittadini”, precisa Pizzetti. Si tratta quindi di aver apportato maggiore tutela. Un fatto molto importante per l’Italia e soprattutto per le imprese e la pubblica amministrazione.