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Il rapporto della task force EDPB su ChatGPT: ecco le sfide privacy dell’AI generativa



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Il report pubblicato dalla task force dell’EDPB sull’uso di ChatGPT fa un’utile chiarezza normativa sul tema, sottolineando l’importanza di implementare meccanismi efficaci per consentire agli utenti di esercitare i propri diritti privacy in modo semplice e diretto. Ecco i punti salienti

Pubblicato il 11 giu 2024

Francesca Niola

Ph.D Researcher, Sapienza Università di Roma – Fellow ISLC, Università di Milano



ChatGPT e GDPR

Il recente rapporto della task force ChatGPT del Comitato Europeo per la Protezione dei Dati (EDPB) tocca direttamente le questioni giuridiche fondamentali legate all’uso di ChatGPT, un modello di linguaggio sviluppato da OpenAI, e le sue implicazioni per la protezione dei dati personali e i diritti fondamentali degli utenti.

Il rapporto evidenzia i profili di conformità delle operazioni di trattamento dei dati personali da parte di ChatGPT alle normative del GDPR, in particolare quanto al rispetto dei principi di trasparenza, liceità e minimizzazione dei dati.

Questo è di particolare importanza in un contesto dove la raccolta e l’elaborazione dei dati avvengono su vasta scala attraverso tecniche come il web scraping, che pongono significative sfide alla protezione dei diritti degli interessati.

Rapporto della task force EDPB su ChatGPT: punti salienti

Dal punto di vista soggettivo, il report delinea l’importanza di un approccio coordinato tra le autorità di vigilanza europee, evidenziando la necessità di armonizzare le pratiche di enforcement in assenza del meccanismo One-Stop-Shop (OSS) fino al febbraio 2024.

Questo scenario ha portato alla creazione della task force ChatGPT, incaricata di promuovere la cooperazione e lo scambio di informazioni tra le autorità nazionali per affrontare in modo efficace le problematiche emergenti.

Liceità del trattamento dei dati

Un punto di particolare rilievo è rappresentato dalla questione della liceità del trattamento dei dati. Il report sottolinea che ogni fase del trattamento, dalla raccolta dei dati al loro utilizzo per l’addestramento del modello, deve rispettare specifiche basi giuridiche previste dal GDPR.

La giustificazione del trattamento tramite l’Articolo 6(1)(f) del GDPR, che si basa sul legittimo interesse del controllore, richiede un attento bilanciamento con i diritti fondamentali degli interessati, considerando le loro ragionevoli aspettative. Talché il principio di trasparenza assume un ruolo centrale: gli utenti devono essere chiaramente informati che i loro dati potrebbero essere utilizzati per l’addestramento del modello.

Questo obbligo di trasparenza non solo rafforza la protezione dei dati personali, ma contribuisce anche a costruire un rapporto di fiducia tra i fornitori di servizi di IA e gli utenti, essenziale in un contesto dove le tecnologie di IA stanno diventando sempre più pervasive.

Accuratezza e protezione dei dati

Il rapporto sottolinea l’importanza del principio di accuratezza e della protezione dei dati. I dati utilizzati e generati dai modelli di IA devono essere accurati e pertinenti, e devono essere adottate misure per correggere eventuali inesattezze.

Questo è rilevante non solo per rispettare le normative vigenti, ma anche per garantire che le risposte fornite dai modelli di IA siano affidabili e non fuorvianti per gli utenti.

Impatti dell’assenza del meccanismo One-Stop-Shop

L’assenza del meccanismo One-Stop-Shop (OSS) fino al febbraio 2024 ha avuto implicazioni significative per la regolamentazione e la supervisione delle attività di trattamento dei dati personali da parte di OpenAI in Europa.

Il GDPR prevede il meccanismo OSS per semplificare la supervisione delle aziende che operano in più Stati membri dell’UE, permettendo loro di interagire con una sola autorità di controllo, generalmente quella del paese in cui hanno il loro stabilimento principale. Tuttavia, fino a quando OpenAI non ha stabilito una presenza formale nell’UE, questo meccanismo non poteva essere applicato.

Tale circostanza ha comportato che ogni autorità nazionale di protezione dei dati avesse la competenza di avviare indagini e applicare sanzioni indipendentemente.

Questo ha portato a una frammentazione nella gestione delle indagini e ha richiesto un coordinamento significativo tra le diverse autorità per evitare approcci disomogenei.

La task force ChatGPT, istituita dal Comitato Europeo per la Protezione dei Dati (EDPB), ha svolto un ruolo cruciale in questo contesto, facilitando la cooperazione e lo scambio di informazioni tra le autorità nazionali.

Con l’istituzione di una sede nell’UE da parte di OpenAI nel febbraio 2024, il meccanismo OSS è finalmente diventato applicabile. Questo ha permesso di designare un’autorità di controllo principale, incaricata di esercitare i poteri correttivi necessari e di coordinare le indagini a livello transfrontaliero.

Tuttavia, le indagini avviate prima di questa data continuano a richiedere una gestione collaborativa tra le autorità nazionali per garantire la conformità alle normative GDPR.

Massima attenzione sul web scraping

Il report della task force evidenzia infatti l’importanza di garantire la trasparenza e la liceità del trattamento dei dati da parte di OpenAI. Uno dei principali punti di attenzione è stato il web scraping utilizzato per raccogliere dati personali da fonti pubblicamente accessibili.

Il GDPR richiede che tale trattamento sia giustificato da una base legale chiara e che siano adottate adeguate misure di salvaguardia per proteggere i diritti degli interessati.

La task force ha sottolineato che l’interesse legittimo, citato da OpenAI come base legale, deve essere bilanciato con i diritti fondamentali degli individui, garantendo che non vi sia un impatto sproporzionato sugli interessati.

L’EDPB ha evidenziato la necessità di migliorare i meccanismi di trasparenza e informazione per gli utenti. OpenAI deve fornire informazioni chiare sulle pratiche di raccolta dei dati, in conformità con gli Articoli 13 e 14 del GDPR, e garantire che gli utenti siano informati su come i loro dati verranno utilizzati.

Implicazioni dell’uso di ChatGPT per i diritti degli interessati

Sotto il profilo dei diritti degli interessati il report è foriero di molteplici implicazioni.

La liceità del trattamento dei dati personali nell’ambito dell’uso di ChatGPT di OpenAI deve necessariamente rispettare le disposizioni del GDPR, che richiede una base giuridica solida per ogni fase del trattamento dei dati.

Consenso dell’interessato e legittimo interesse

Il consenso dell’interessato rappresenta una delle basi giuridiche più dirette e chiare, tuttavia, non è sempre praticabile o sufficiente nel contesto di sistemi di intelligenza artificiale così complessi e pervasivi.

In molte circostanze, OpenAI ha optato per giustificare il trattamento dei dati personali sulla base del legittimo interesse, come previsto dall’Articolo 6(1)(f) del GDPR. Questa scelta implica una valutazione rigorosa degli interessi legittimi del titolare del trattamento rispetto ai diritti e alle libertà fondamentali degli interessati.

Il bilanciamento tra questi interessi richiede che il trattamento dei dati sia proporzionato e che non abbia un impatto sproporzionato sugli interessati. Ad esempio, la raccolta di dati tramite web scraping, utilizzata da OpenAI per addestrare ChatGPT, deve essere attentamente valutata per assicurare che non violi la privacy degli individui o li esponga a rischi indebiti.

Trasparenza su raccolta e trattamento dati

La trasparenza è un principio fondamentale sancito dal GDPR, che richiede che gli interessati siano pienamente informati sulle modalità di raccolta e trattamento dei loro dati.

OpenAI deve garantire che gli utenti siano consapevoli del fatto che i loro input potrebbero essere utilizzati per migliorare il modello, fornendo informazioni chiare e accessibili su come i loro dati vengono utilizzati.

Il principio di trasparenza impone ai titolari del trattamento l’obbligo di fornire agli interessati informazioni chiare e accessibili riguardo al trattamento dei loro dati personali.

Pertanto, OpenAI, nello specifico contesto di ChatGPT, deve garantire che gli utenti siano consapevoli del fatto che i loro dati, inclusi gli input forniti al sistema, possano essere utilizzati per l’addestramento del modello e per migliorare le sue prestazioni.

Questo implica la necessità di implementare informative dettagliate e comprensibili, conformi agli articoli 13 e 14 del GDPR, che specificano i diritti degli interessati e le modalità di esercizio di tali diritti.

Principio di minimizzazione dei dati

Un elemento ritenuto imprescindibile è la capacità di OpenAI di rispettare il principio di minimizzazione dei dati, che richiede la raccolta e l’elaborazione solo dei dati strettamente necessari per il raggiungimento degli scopi dichiarati.

Tuttavia, data la natura estensiva dell’addestramento dei modelli di IA, questa minimizzazione può essere difficile da attuare in pratica.

Pertanto, è essenziale che OpenAI fornisca strumenti e meccanismi efficaci per consentire agli utenti di esercitare i loro diritti di accesso, rettifica e cancellazione dei dati, così come stabilito dagli articoli 15-21 del GDPR.

Questo comprende la necessità di un’interfaccia utente che permetta agli individui di visualizzare quali dati sono stati raccolti e di richiederne la modifica o la rimozione, se necessario.

La sicurezza dei dati

La sicurezza dei dati rappresenta un altro aspetto critico. OpenAI deve adottare misure tecniche e organizzative adeguate a proteggere i dati personali trattati, prevenendo accessi non autorizzati, perdite accidentali o attacchi malevoli.

Questo è particolarmente importante per le tecnologie di IA, che possono essere bersagliate da cyberattacchi sofisticati.

Il GDPR enfatizza, inoltre, la responsabilizzazione dei titolari del trattamento attraverso il principio di accountability, che implica che OpenAI debba dimostrare la conformità alle normative attraverso pratiche come le valutazioni d’impatto sulla protezione dei dati (DPIA).

Accuratezza dei dati contro le allucinazioni dell’AI

Per un sistema come ChatGPT, che si basa su enormi volumi di dati per l’addestramento, garantire l’accuratezza dei dati diventa una sfida complessa.

Le cosiddette “allucinazioni” del modello, dove ChatGPT può generare informazioni imprecise o fuorvianti, sollevano importanti questioni di conformità con il principio di accuratezza.

La probabilità che ChatGPT produca risposte non accurate può influenzare negativamente la fiducia degli utenti e violare i loro diritti fondamentali, in particolare se tali informazioni errate portano a decisioni significative o hanno un impatto rilevante sugli interessati.

Il principio di equità

Inoltre, il principio di equità impone che il trattamento dei dati non sia ingiustificatamente dannoso, discriminatorio o ingannevole per gli interessati.

Questo principio richiede che OpenAI adotti misure per prevenire l’uso dei dati in modi che possano arrecare pregiudizio agli utenti. Ad esempio, tale è garantire che il trattamento dei dati non porti a bias algoritmici che possano perpetuare discriminazioni o trattamenti iniqui.

Un’utile chiarezza normativa fornita dal report EDPB

OpenAI deve anche assicurare che le sue pratiche di trattamento dei dati non trasferiscano indebitamente la responsabilità della conformità agli utenti.

Questo significa che gli utenti non devono essere lasciati con il compito di proteggere loro dati, ma devono poter fare affidamento su meccanismi robusti implementati da OpenAI per proteggere i loro diritti.

La trasparenza e la responsabilità sono elementi essenziali per costruire e mantenere la fiducia degli utenti, assicurando che le operazioni di trattamento dei dati siano condotte in modo equo e conforme ai principi del GDPR.

Per tali ragioni, il report del Comitato Europeo per la Protezione dei Dati (EDPB) del 23 maggio rappresenta un documento di estrema importanza per gli utilizzatori di ChatGPT: la chiarezza normativa fornita dal report è fondamentale.

Il GDPR impone obblighi precisi per il trattamento dei dati personali, e il report delinea come queste normative si applicano specificamente a ChatGPT. Questo aiuta gli utilizzatori a comprendere meglio i loro diritti e le responsabilità di OpenAI.

Gli utenti vengono informati sulla raccolta, l’uso e la protezione dei loro dati personali, riducendo così il rischio di malintesi e promuovendo una maggiore trasparenza e fiducia.

Questo è essenziale in un contesto in cui l’intelligenza artificiale e il trattamento massivo dei dati possono facilmente sfuggire al controllo senza adeguate misure di conformità.

Serve un’evoluzione continua delle normative

Il report sottolinea l’importanza di implementare meccanismi efficaci per consentire agli utenti di esercitare questi diritti in modo semplice e diretto.

Inoltre, il report insiste sulla necessità di misure per prevenire trattamenti ingiustamente dannosi, discriminatori o ingannevoli, assicurando che le operazioni di OpenAI siano conformi ai principi di equità e trasparenza.

Questo non solo tutela i diritti degli utenti, ma anche stabilisce standard elevati per il trattamento dei dati, promuovendo un uso responsabile delle tecnologie di intelligenza artificiale.

Infine, il report evidenzia la necessità di un’evoluzione continua delle normative per affrontare le nuove sfide poste dall’intelligenza artificiale.

L’innovazione tecnologica avanza rapidamente, e le normative devono adattarsi per garantire che la tutela dei diritti fondamentali non venga compromessa.

Il report suggerisce un equilibrio tra l’innovazione tecnologica e la protezione dei dati, promuovendo l’adozione di regolamenti che non solo siano rigorosi, ma anche flessibili per affrontare le future evoluzioni tecnologiche.

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