Non verranno più limitati o bloccati gli account degli utenti WhatsApp che non hanno ancora accettato i nuovi termini d’uso dell’app e l’informativa privacy in vigore dallo scorso 15 maggio.
Dopo aver annunciato il blocco progressivo delle funzionalità in caso di mancata accettazione delle nuove regole, WhatsApp torna dunque sui suoi passi annunciando che, almeno per ora, gli utenti potranno continuare ad utilizzare il proprio account senza alcuna limitazione.
Sulla pagina delle FAQ dedicata alla nuova normativa privacy si legge, infatti: “Continueremo a mostrare una notifica su WhatsApp contenente maggiori informazioni sull’aggiornamento per ricordare a coloro che non l’hanno ancora fatto di rivederlo e accettarlo. Al momento non intendiamo rendere questi promemoria persistenti né limitare le funzionalità dell’applicazione”.
“Ero convinto, ed ora che il 15 maggio è passato ne abbiamo la prova, che fosse un bluff senza avere il punto in mano”, ci dice Giorgio Sbaraglia, consulente aziendale cyber security e membro del Comitato Scientifico Clusit.
“Hanno giocato sporco”, continua Sbaraglia, “ricattando gli utenti per estorcergli l’accettazione delle loro condizioni. Ma sapevano benissimo che se al 15 maggio avessero messo in pratica quello che avevano annunciato, si sarebbero scontrati contro i Garanti Privacy di tutta Europa, con il rischio reale di pesanti sanzioni”.
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WhatsApp: davvero non cambia nulla?
Bisognerà capire, adesso, per quanto tempo WhatsApp rinuncerà a limitare o bloccare gli account degli utenti che non accetteranno i termini d’uso e la nuova informativa privacy.
La società, da parte sua, fa sapere che la decisione è a tempo indeterminato.
Intanto, sempre nella pagina delle FAQ, si legge che “WhatsApp non eliminerà il tuo account se non accetti l’aggiornamento.
- Tieni presente che separatamente, verrà applicata la nostra normativa sugli utenti inattivi.
- Se desideri eliminare il tuo account su Android, iPhone o KaiOS, ti invitiamo a pensarci bene. L’eliminazione dell’account non è reversibile, in quanto comporta l’eliminazione della cronologia dei messaggi, l’eliminazione dei tuoi backup di WhatsApp e la rimozione del tuo account da tutti i tuoi gruppi WhatsApp”.
Secondo quanto dichiarato da un portavoce di WhatsApp a The Verge, la marcia indietro sul blocco delle funzionalità per quanti non avessero accettato le nuove regole sarebbe stata “suggerita” dalle recenti discussioni avute dalla società con varie autorità ed esperti di privacy.
D’altronde, la gestione di tutta la faccenda relativa ai nuovi termini d’uso e all’aggiornamento dell’informativa privacy non è stata di certo la più trasparente, sollevando non poche preoccupazioni tra gli utenti in merito al fatto che i loro dati personali sarebbero stati condivisi con Facebook (che, lo ricordiamo, è di proprietà di WhatsApp).
Intanto, è bene ricordare che alcuni dati, come i numeri di telefono degli utenti, sono già condivisi con Facebook così come era già indicato nei termini d’uso in vigore dal 2016. La società ha quindi sottolineato che l’aggiornamento delle nuove regole d’uso riguardano invece i messaggi inviati alle aziende tramite WhatsApp, che possono essere memorizzati sui server di Facebook.
La stessa WhatsApp, comunque, fa sapere che “la maggior parte degli utenti che hanno preso visione dell’aggiornamento l’ha accettato”, precisando al contempo che “Coloro che non hanno ancora accettato gli aggiornamenti avranno altre possibilità di farlo direttamente nell’applicazione, ad esempio, se si registrano nuovamente su WhatsApp, oppure quando desiderano utilizzare per la prima volta una funzione legata all’aggiornamento”.
GDPR: una tutela per gli utenti WhatsApp europei
Sta di fatto che, ancora secondo Giorgio Sbaraglia, “l’operazione che WhatsApp e Facebook stanno conducendo è spregiudicata e ai limiti della legge. Un utente attento non dovrebbe cedere a quello che è – a tutti gli effetti – un ricatto (“se non accetti, perderei molte delle funzionalità dell’applicazione”, questa è più o meno la minaccia di WhatsApp)”.
“Questa vicenda”, fa infine notare l’esperto del Clusit, “coinvolge il GDPR: secondo l’articolo 7-Condizioni per il consenso, questo non deve essere oggetto di ricatto. In altre parole: il consenso deve essere libero, specifico, informato e inequivocabile. E soprattutto (comma 4): “Nel valutare se il consenso sia stato liberamente prestato, si tiene nella massima considerazione l’eventualità, tra le altre, che l’esecuzione di un contratto, compresa la prestazione di un servizio, sia condizionata alla prestazione del consenso al trattamento di dati personali non necessario all’esecuzione di tale contratto“.
Aspettiamo, quindi, l’evolversi degli eventi, ma intanto quanto successo ha di fatto obbligato WhatsApp e Facebook a “scoprire le carte” sul ricatto agli utenti con richieste di consenso non necessarie ed è servito a far comprendere a tutti, una volta di più, l’utilità del GDPR.