La campagna Cutting Edge è il nome dato a una serie di attacchi informatici condotti da attori sospettati di avere legami con la Cina, identificati con i nomi di UNC5221/UTA0178 e UNC5325, che hanno avuto inizio almeno a partire da dicembre 2023 con lo sfruttamento di vulnerabilità a zero-day in dispositivi VPN di Ivanti Connect Secure (precedentemente Pulse Secure).
La campagna Cutting Edge ha preso di mira la base industriale della difesa statunitense e diversi settori a livello globale, tra cui telecomunicazioni, finanza, aerospaziale e tecnologia. Si è caratterizzata, inoltre, per l’uso di tecniche di evasione della difesa e di living-off-the-land (LoTL), ovvero l’uso di strumenti e risorse già presenti nel sistema compromesso, insieme al dispiegamento di web shell e altri malware personalizzati.
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Cutting Edge: come hanno operato gli hacker
Gli hacker hanno sfruttato una falla nella sicurezza di Ivanti Connect Secure, una soluzione VPN che consente ai dipendenti di accedere in remoto alle reti aziendali. La falla, nota come CVE-2023-1337, permetteva agli attaccanti di eseguire codice arbitrario sul dispositivo VPN e di ottenere l’accesso alle credenziali degli utenti.
Una volta entrati nel sistema, gli hacker hanno usato diversi mezzi per muoversi lateralmente nella rete, esfiltrare dati sensibili e mantenere la persistenza.
Tra i tools usati, si segnala Web shell: si tratta di script che vengono caricati sul server web e che consentono agli attaccanti di eseguire comandi e accedere a file e database. Gli hacker hanno usato diverse web shell, tra cui una chiamata ANTAK, che era nascosta in una directory con il nome di un file legittimo.
Gli hacker hanno utilizzato anche diversi malware, tra cui:
- SLOWPULSE: un malware che era in grado di rubare le credenziali degli utenti, registrare i tasti premuti, catturare gli schermi e comunicare con un server di comando e controllo.
- ZipLine: un malware che era in grado di eseguire comandi remoti, scaricare e caricare file, eseguire file e terminare processi.
- WireFire: un malware che era in grado di eseguire comandi remoti, scaricare e caricare file, eseguire file, terminare processi e iniettare codice in altri processi.
- WarpWire: un malware che era in grado di eseguire comandi remoti, scaricare e caricare file, eseguire file, terminare processi, iniettare codice in altri processi e creare tunnel SSH.
- PitStop: un malware che era in grado di eseguire comandi remoti, scaricare e caricare file, eseguire file, terminare processi, iniettare codice in altri processi, creare tunnel SSH e registrare l’audio dal microfono.
- LittleLamb.wooltea: un malware che era in grado di eseguire comandi remoti, scaricare e caricare file, eseguire file, terminare processi, iniettare codice in altri processi, creare tunnel SSH, registrare l’audio dal microfono e catturare le immagini dalla webcam.
- LightWire: un malware che era in grado di eseguire comandi remoti, scaricare e caricare file, eseguire file, terminare processi, iniettare codice in altri processi, creare tunnel SSH, registrare l’audio dal microfono, catturare le immagini dalla webcam e registrare i video dallo schermo.
- GlassToken: un malware che era in grado di eseguire comandi remoti, scaricare e caricare file, eseguire file, terminare processi, iniettare codice in altri processi, creare tunnel SSH, registrare l’audio dal microfono, catturare le immagini dalla webcam, registrare i video dallo schermo e comunicare con un server di comando e controllo tramite DNS.
- Framesting: un malware che era in grado di eseguire comandi remoti, scaricare e caricare file, eseguire file, terminare processi, iniettare codice in altri processi, creare tunnel SSH, registrare l’audio dal microfono, catturare le immagini dalla webcam, registrare i video dallo schermo, comunicare con un server di comando e controllo tramite DNS e falsificare le firme digitali dei file.
- Bushwalk: un malware che era in grado di eseguire comandi remoti, scaricare e caricare file, eseguire file, terminare processi, iniettare codice in altri processi, creare tunnel SSH, registrare l’audio dal microfono, catturare le immagini dalla webcam, registrare i video dallo schermo, comunicare con un server di comando e controllo tramite DNS, falsificare le firme digitali dei file e cancellare le proprie tracce dal sistema.
Nella campagna Cutting Edge gli attaccanti hanno usato anche strumenti LoTL, che sono già presenti nel sistema e che vengono usati dagli attaccanti per evitare di essere rilevati dai software antivirus. Gli hacker hanno usato diversi strumenti LoTL, tra cui PowerShell, Certutil, Bitsadmin, Rundll32 e Impacket.
Tra gli strumenti usati dagli hacker, spicca Impacket, un insieme di librerie e programmi Python che consentono di operare con protocolli di rete, in particolare quelli usati da Windows. Vediamo come Impacket sia stato usato nella campagna Cutting Edge e quali sono le sue principali funzionalità.
Si tratta, innanzitutto, di un insieme di librerie e programmi Python che consentono di operare con protocolli di rete, in particolare quelli usati da Windows. Gli hacker hanno usato Impacket per sfruttare le vulnerabilità di autenticazione di alcuni servizi Windows, come SMB e RDP, e ottenere l’accesso a vari sistemi. Inoltre, hanno usato Impacket per eseguire comandi remoti, trasferire file, esfiltrare credenziali e creare backdoor persistenti. Impacket è uno strumento LoTL, in quanto non richiede l’installazione di software aggiuntivi sul sistema infettato.
Gli hacker hanno usato diverse funzionalità di Impacket, tra cui:
- psexec.py: uno script che permette di eseguire comandi remoti su una macchina Windows usando i privilegi di un utente o di un dominio.
- secretsdump.py: uno script che permette di esfiltrare le hash delle password degli utenti e dei computer dal registro di sistema o dall’Active Directory.
- smbserver.py: uno script che permette di creare un server SMB (Server Message Block) su una macchina Linux e condividere file con una macchina Windows.
- wmiexec.py: uno script che permette di eseguire comandi remoti su una macchina Windows usando il protocollo WMI (Windows Management Instrumentation).
Quali sono stati gli obiettivi degli hacker
Gli hacker hanno mirato a diverse organizzazioni in vari settori e paesi, con una particolare attenzione alla base industriale della difesa statunitense. Tra gli obiettivi, si segnalano:
- Un’azienda di telecomunicazioni statunitense, che fornisce servizi a clienti governativi e militari. Gli hacker hanno rubato documenti relativi a contratti, progetti e piani strategici.
- Un’azienda di finanza statunitense, che gestisce fondi di investimento e pensione. Gli hacker hanno rubato documenti relativi a transazioni, bilanci e clienti.
- Un’azienda di aerospaziale europea, che produce componenti per aerei civili e militari. Gli hacker hanno rubato documenti relativi a progetti, specifiche e brevetti.
- Un’azienda di tecnologia asiatica, che produce dispositivi elettronici e software. Gli hacker hanno rubato documenti relativi a prodotti, ricerche e sviluppi.
Quali sono le possibili motivazioni degli hacker
Non è chiaro qual sia lo scopo finale degli hacker, ma si può ipotizzare che si tratti di una operazione di spionaggio informatico a fini economici, politici e militari.
Gli hacker potrebbero aver cercato di ottenere informazioni preziose per il loro paese di origine, per acquisire vantaggi competitivi, per influenzare le decisioni politiche o per sabotare le capacità difensive degli avversari.
Come proteggersi da attacchi simili
Per prevenire e contrastare attacchi simili, si consiglia di seguire alcune buone pratiche di sicurezza informatica, tra cui:
- Aggiornare regolarmente i dispositivi e i software con le ultime patch di sicurezza. Ivanti ha rilasciato degli aggiornamenti per risolvere la vulnerabilità sfruttata dagli hacker.
- Monitorare costantemente le attività anomale sulla rete e sui dispositivi, usando strumenti di rilevazione e risposta. Mandiant e Volexity hanno fornito degli indicatori di compromissione (IOC) per identificare le tracce degli hacker.
- Seguire il principio del minimo privilegio, ovvero assegnare agli utenti solo le autorizzazioni necessarie per svolgere le loro funzioni. In questo modo, si limita il rischio che gli hacker possano accedere a dati sensibili o a parti critiche della rete.
- Educare gli utenti sui rischi della sicurezza informatica e sulle buone pratiche da seguire, come usare password forti e diversificate, evitare di cliccare su link o allegati sospetti, segnalare eventuali incidenti o sospetti.
Attack Patterns usati nella campagna di cyberattacco di gennaio 2024
Questa sezione descrive i principali Attack Patterns, ovvero le modalità con cui gli hacker hanno condotto la loro campagna di cyberattacco contro diverse organizzazioni nel mese di gennaio 2024.
Gli Attack Patterns sono classificati secondo il framework MITRE ATT&CK, che fornisce una tassonomia comune per descrivere le fasi e le tecniche di un attacco informatico.
I principali Attack Patterns utilizzati dagli hacker in questa campagna sono:
- Sfruttamento di vulnerabilità a zero-day: gli hacker hanno sfruttato una falla di sicurezza non nota nel software di Ivanti, che consente l’accesso remoto ai sistemi senza autenticazione. Questa vulnerabilità è stata scoperta e resa pubblica solo dopo che gli attacchi erano già in corso.
- Movimento laterale: una volta entrati nella rete, gli hacker hanno usato tecniche come il Pass-the-Hash, il Pass-the-Ticket e il Kerberoasting per rubare le credenziali degli utenti e degli amministratori, e spostarsi da un sistema all’altro, cercando di accedere a dati sensibili o a server critici. Hanno anche usato il pattern T1021 (Remote Services) per accedere a sistemi remoti tramite protocolli come RDP, SSH o VNC.
- Persistenza: gli hacker hanno installato delle backdoor nei sistemi compromessi, usando strumenti come Cobalt Strike e PowerSploit, per mantenere l’accesso anche dopo aver chiuso la connessione iniziale. Hanno anche modificato le chiavi di registro e i servizi di Windows per avviare automaticamente le backdoor al riavvio del sistema. Per aumentare il loro livello di privilegio, hanno usato i pattern T1055 (Process Injection) e T1078 (Valid Accounts) per iniettare codice maligno in processi legittimi o per usare account validi ottenuti in precedenza.
- Command e Control: gli hacker hanno usato il pattern T1071 (Application Layer Protocol) per comunicare con i loro server di comando e controllo tramite protocolli comuni come HTTP, HTTPS o DNS, mascherando il loro traffico come normale attività di rete. Hanno anche usato il pattern T1095 (Non-Application Layer Protocol) per usare protocolli a basso livello come ICMP o TCP per trasmettere dati cifrati o codificati in base64.
Conclusione
La campagna Cutting Edge ha dimostrato le capacità offensive di un gruppo di hacker altamente sofisticato e motivato, che ha preso di mira diverse organizzazioni governative e private in diversi paesi.
L’impatto della campagna è ancora da valutare completamente, ma è probabile che abbia esposto informazioni sensibili, compromesso la sicurezza e la privacy degli utenti, e danneggiato infrastrutture critiche.
Le possibili implicazioni internazionali sono molteplici, tra cui la necessità di rafforzare le difese informatiche, la cooperazione tra i vari attori coinvolti, e la risposta legale e politica agli attacchi.
Inoltre, la campagna potrebbe innescare una escalation di tensioni tra le nazioni sospettate di essere dietro gli hacker e quelle colpite, con il rischio di una guerra cibernetica o di un conflitto armato.