Costi per le aziende, ma anche per i clienti: gli impatti delle violazioni dei dati non si riscontrano solo nelle uscite dalle casse delle imprese, ma anche sul conseguente aumento dei prezzi di beni e servizi. A spingere questa riflessione sono i risultati dell’annuale Cost of a data breach report di IBM Security, ricerca condotta da Ponemon Institute, che indica come nell’ultimo anno le violazioni dei dati abbiano raggiunto il costo medio globale più alto storicamente: 4,35 milioni di dollari, con un aumento del 13% sul biennio precedente. Costi che per il 50% vengono sostenuti oltre un anno dopo l’episodio di violazione.
Ciò, secondo gli analisti, potrebbe portare all’incremento dei costi dei beni: il report indica infatti che il 60% delle aziende coinvolte nella ricerca ha aumentato i prezzi. Una situazione che si somma agli aumenti dovuti anche alle problematiche della supply chain a livello globale e all’inflazione. Il report ha considerato 550 aziende di tutto il mondo tra marzo 2021 e marzo 2022. Circa l’83% di queste imprese ha subito più di una violazione durante la propria attività.
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Il costo dei data breach in cifre
Dal report di IBM emergono queste cifre, che ben permettono di delineare lo scenario dei costi legati ai data breach:
- Costi che aumentano fino a 5,4 milioni di dollari per le aziende che operano in infrastrutture critiche e che non adottano strategie zero trust, cioè circa l’80% di queste realtà. I costi sono superiori di circa 1,7 milioni di dommari rispetto alle imprese che invece si servono dell’approccio zero trust. Da segnalare che il 28% delle violazioni riguarda ransomware o attacchi “distruttivi”,
- Le aziende che scelgono di pagare il riscatto in caso di ransomware risparmiano solo 610.000 dollari rispetto a chi non paga: dal risparmio va sottratto oltretutto il costo del riscatto,
- Chi non applica o ha appena iniziato ad applicare la security in ambiente cloud, cioè il 43% del campione di aziende analizzato, ha subito in media costi di data breach più alti di circa 660.000 dollari rispetto a chi da tempo applica la sicurezza,
- Risparmio di 3,05 milioni di dollari per le aziende che hanno implementato l’AI per la security,
- 4,91 milioni di dollari i costi medi delle violazioni causate dal phishing, la causa di data breach più costosa nonché la seconda più diffusa dopo la compromissione delle credenziali,
- 10,1 milioni di dollari il costo delle violazioni nel settore sanitario,
- 550.000 dollari i costi sostenuti dalle aziende che non dispone di personale sufficiente in ambito security, cioè il 62% del campione.
L’impatto del cloud ibrido
Secondo il report, il 45% delle aziende coinvolte dispone di infrastrutture in ambienti di cloud ibridi, con costi di violazione in media di 3,8 milioni di dollari: inferiori quindi a chi dispone di cloud unicamente privato o pubblico, con costi di violazione dai 4,24 ai 5,02 milioni di dollari. Inoltre, chi dispone del cloud ibrido ha potuto individuare e contenere i data breach con quindici giorni di anticipo rispetto alla media di 277 giorni.
La sicurezza su questo fronte è fondamentale, emerge infatti che il 45% delle violazioni si è svolta proprio nel cloud.
Il consiglio: prevenire
Secondo Charles Henderson, Global Head di IBM Security X-Force, come spiegato in una nota ufficiale, “le aziende devono concentrare le proprie difese di sicurezza sugli attacchi e battere gli aggressori sul tempo. È ora di impedire agli avversari di raggiungere i propri obiettivi e di iniziare a ridurre al minimo l’impatto degli attacchi. Più le aziende provano a perfezionare il proprio perimetro di difesa invece di investire in rilevazione e risposta, più le violazioni finiscono con l’alimentare l’aumento del costo della vita”.