La Commissione IX Trasporti e Telecomunicazioni alla Camera si sta occupando, tra gli altri, di una regolazione ad hoc dei data center.
Diverse al riguardo sono già state le proposte di legge in materia, dalla scorsa estate 2024, e con l’inizio del nuovo anno 2025 si è giunti a un testo che contemplerebbe diversi aspetti, tra cui anche quelli legati inevitabilmente alla sicurezza informatica, a maggior ragione essendo in un momento in cui le tecnologie e i dati in ogni loro processo anche conservativo – pensando al cloud – pervadono il quotidiano.
Di qui, l’importanza di potenziare e per conseguenza regolamentare anche il mercato dei dati center.
Indice degli argomenti
Data center: il ddl nei suoi tratti innovativi
Partiamo con il definire il “data center” ovvero il centro di elaborazione dati quale “luogo fisico in cui sono situati e conservati i computer e le relative apparecchiature hardware”.
Così esordisce la relazione all’ultima proposta di legge, presentata il 13 gennaio 2025.
L’importanza dei data center in Italia
Il data center poiché contiene l’infrastruttura informatica richiesta dai sistemi di information technology – IT (come server, unità di archiviazione di dati e apparecchiature di rete) appare oggi di un’importanza cruciale.
A maggior ragione che tale struttura fisica memorizza i dati e consente l’archiviazione protetta degli stessi.
Di per sé i data center non sono recenti, se pensiamo che sono nati all’inizio degli Anni 40, quando la gestione e la manutenzione dell’hardware dei computer di allora era assai complessa.
I primi computer richiedevano un grande numero di componenti di importanti dimensioni, e quei sistemi già consumavano una enorme quantità di elettricità, richiedendo un sistema di raffreddamento volto a evitare il surriscaldamento.
Così è nata la necessità dei CED/data center.
Ora, attraverso la tecnologia del cloud computing, non sono più le Organizzazioni a doversi occupare della gestione e della manutenzione, ma aziende terze che offrono per l’appunto il servizio di infrastruttura/ospitalità.
Enfasi alla sicurezza informatica ed efficienza energetica
In linea di continuità con il tema del momento, occorre prevedere adeguate misure a garanzia della protezione dei dati.
D’altra parte, è prioritario incentivare oggi la sicurezza fisica e di cyber security dei data center anche al fine di ridurre i rischi ambientali ad essi legati, nonché assicurare il rispetto dei criteri di cyber security.
È verosimile poi pensare che l’Autorità competente sarà l’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale – ACN, probabilmente insieme ad Agcom ampliandone il ruolo di controllo sull’accesso al Cloud.
Non solo sicurezza informatica, ma anche sostenibilità ambientale dei data center. Per quanto, come si legge testualmente nella Relazione all’ultima proposta di legge citata “In Italia non abbiamo una emergenza energia da intelligenza artificiale, come negli Stati Uniti, e i centri di elaborazione dati non sono nemici dell’ambiente.” Ciò nonostante, occorre ridurre l’impatto sull’ambiente, ricorrendo all’energie rinnovabili.
Data center: il ddl nei suoi articoli
La proposta di legge in parola e l’intento dei parlamentari coinvolti è quello di arrivare a un testo unificato e condiviso volto a sintetizzare le varie proposte per pervenire a un inquadramento normativo specifico che tenga conto essenzialmente di tre aspetti:
- semplificazione delle procedure autorizzative;
- promozione della sostenibilità ambientale;
- formazione di competenze adeguate per i centri di elaborazione dati
In generale, l’ultimo ddl si compone di meno di dieci articoli.
- L’art. 1 recherebbe la finalità e le definizioni.
- L’art. 2 demanderebbe al Governo “l’adozione delle modifiche necessarie al regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 26 agosto 1993, n. 412, recante norme per la progettazione, l’installazione, l’esercizio e la manutenzione degli impianti termici degli edifici ai fini del contenimento dei consumi di energia, prevedendo l’inserimento dei centri di elaborazione dati nell’ambito della classificazione generale degli edifici per categorie”.
- Gli artt. 3 e 4 sarebbero volti a semplificare e a velocizzare le procedure per la realizzazione dei centri di elaborazione dati, con la previsione del rilascio di un permesso di costruire convenzionato (PCC), attribuendo ai Comuni il compito di individuare le aree idonee alla realizzazione di tali infrastrutture, nell’ambito nel piano regolatore generale.
- L’art. 5 in materia di approvvigionamento energetico di tali infrastrutture, prevederebbe la possibilità, per il “proponente” cioè “il soggetto che presenta un progetto per la realizzazione di un centro di elaborazione dati” (art. 1, comma II, lett. b), di stipulare convenzioni con i gestori energetici e con le comunità energetiche rinnovabili esistenti o in progetto.
- L’art. 6 proporrebbe una serie di obblighi in capo al “proponente”, onde garantire le opere di urbanizzazione (primaria e secondaria) necessarie e la manutenzione delle opere e infrastrutture realizzate nonché predisporre un piano di gestione sostenibile del data center.
- L’art. 7 stabilirebbe che il Ministero delle imprese e del made in Italy predisponga un programma di formazione per incrementare le competenze del Paese nel settore tecnologico e informatico.
- L’art. 8 intenderebbe da un lato prevedere che le Regioni e i Comuni siano chiamati a monitorare l’attuazione di questa legge, e dall’altro istituire, presso il Ministero delle imprese e del made in Italy un registro nazionale dei CED, in cui raccogliere le informazioni concernenti i data center attivi e quelli in fase di realizzazione, da pubblicare poi nel sito internet istituzionale.
- L’art. 9 da ultimo stabilirebbe l’entrata in vigore di questa (futura) legge.
Data center: i possibili futuri sviluppi
Secondo i dati dell’Osservatorio Data Center del Politecnico di Milano “tra il 2023 e il 2025 si prevede l’apertura di oltre 80 nuove infrastrutture sul territorio italiano, con investimenti che potrebbe raggiungere i 15 miliardi di euro”.
Sviluppi che creeranno da un lato posti di lavoro altamente specializzati, e dall’altro favoriranno l’indotto locale, tramite la riqualificazione di aree dismesse e il coinvolgimento di numerose organizzazioni.
In conclusione, dunque se e come risulta il mercato dei data center in Italia è oggi in forte espansione, non si può certo lasciare normativamente sguarnito, dovendo garantire, sul tema, una crescita sostenibile e competitiva del nostro Paese.