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Dichiarazione dei diritti e dei principi digitali, in Europa: l’importanza del testo

Il documento rappresenterà un punto di riferimento per la direzione della trasformazione digitale dell’Unione Europea: ora la Commissione europea ha presentato a Parlamento e Consiglio una prima bozza del testo, che fornirà utili linee guida a imprese e legislatori

Pubblicato il 27 Gen 2022

Marina Rita Carbone

Consulente privacy

Parlamento UE non rispetta la privacy

La Commissione Europea ha presentato al Parlamento Europeo e al Consiglio una prima bozza di quella che dovrebbe essere la Dichiarazione dei diritti e dei principi digitali. Detta dichiarazione, rappresenterà un punto di riferimento per la direzione della trasformazione digitale dell’Unione Europea, fornendo ai legislatori e alle aziende che si occupano di sviluppare nuove tecnologie, delle utili linee guida, che mettano sempre al centro l’uomo e i suoi diritti fondamentali.

Il Commissario europeo per i Mercati interni Thierry Breton ha affermato, all’interno del Comunicato stampa, che la dichiarazione, la cui firma si prevede avvenga nel 2022, garantirà “connettività di prima classe, accesso senza soluzione di continuità ai servizi pubblici, uno spazio digitale sicuro ed equo”.

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Il contesto di riferimento

Nel preambolo della bozza di dichiarazione presentata dalla Commissione si prende atto di come la trasformazione digitale interessi ogni aspetto della vita delle persone, presentando, da un lato, molteplici opportunità “per una migliore qualità della vita, innovazione crescita economica e sostenibilità”, e dall’altro, nuove sfide “per il tessuto, la sicurezza e la stabilità delle nostre società ed economia”.

Le tecnologie emergenti nel campo dell’Intelligenza Artificiale, dell’analisi dei dati, della robotica e dell’Internet delle cose, permeano, infatti, sempre di più i modelli di business e i prodotti e servizi resi alla cittadinanza. Senza contare l’elevato tasso di accessibilità di dette tecnologie. “La pandemia di Covid-19 -, si legge nella comunicazione inoltrata al Parlamento e al Consiglio Europeo – ha dimostrato quanto sia essenziale che tutti gli attori, compresi gli istituti quali le amministrazioni, gli istituti di ricerca, istruzione e formazione e le strutture sanitarie, siano pronti per la società digitale, in particolare per garantire l’inclusività e il sostegno delle persone vulnerabili, degli anziani, dei bambini e delle persone con disabilità, in modo che possano beneficiare pienamente della trasformazione digitale. Inoltre, la crescente disponibilità di nuove tecnologie e dati digitali comporta anche rischi indesiderati che possono avere effetti di vasta portata per i cittadini, i nostri valori democratici, la nostra sicurezza o i fondamenti delle nostre società. Le persone e le imprese non godono di meno diritti, né sono meno protette, quando interagiscono con l’ambiente digitale rispetto al mondo offline”.

All’interno di questo contesto socio-normativo, dunque, si rende più che mai necessario, per l’Unione Europea, specificare quali siano i diritti ed i valori fondamentali da ritenersi inviolabili all’interno del mondo digitale, al fine di garantire che la trasformazione digitale non giustifichi “eccezioni ai diritti e alle libertà di cui i cittadini dell’Unione godono ai sensi del diritto dell’UE” ma che, piuttosto, ne costituisca un rafforzamento. La visione portata avanti dall’UE mette, come detto, l’uomo al centro dello sviluppo digitale, e la tecnologia come strumento di crescita dei business innovativi e strumento di potenziamento dell’individuo.

I precedenti

La Dichiarazione dei diritti digitali non rappresenta un unicum nel panorama legislativo europeo. Iniziative precedenti (la Dichiarazione di Tallinn sull’eGovernment, la Dichiarazione di Berlino sulla società digitale e il governo digitale basato sul valore e la Dichiarazione di Lisbona – Democrazia digitale a scopo) avevano tentato di garantire la piena conformità della trasformazione digitale ai principi fondamentali di non discriminazione, protezione dei dati, neutralità tecnologica della rete, tutela dell’ambiente, sostenibilità e inclusività. Il contenuto della dichiarazione si fonda principalmente sulle fonti di rango primario della normativa europea e, in particolare su:

  • Il Trattato sull’Unione Europea (TUE);
  • Il Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea (TFUE);
  • La Carta dei Diritti Fondamentali;
  • Il Pilastro Europeo dei Diritti sociali (che esprime i principi e i diritti fondamentali per assicurare l’equità e il corretto funzionamento dei mercati del lavoro e dei sistemi di protezione sociale in Europa).

Gli obiettivi della Dichiarazione sui diritti digitali 

Come anticipato, la bozza della dichiarazione sui diritti digitali mira a fornire a tutti (in particolare, aziende e legislatori) un chiaro punto di riferimento per la promozione e la difesa della trasformazione digitale in Europa. Lo scopo è, in poche parole, quello di mettere nero su bianco, in modo coerente e condiviso all’interno dello Spazio Economico Europeo, le intenzioni che dovranno essere perseguite per il sano sviluppo del mercato unico digitale. “Non solo ricorda i diritti più pertinenti nel contesto della trasformazione digitale”, si legge nel preambolo della dichiarazione, “ma dovrebbe anche fungere da punto di riferimento per le imprese e altri attori pertinenti nello sviluppo e nell’impiego di nuove tecnologie. La dichiarazione dovrebbe inoltre guidare i responsabili politici quando riflettono sulla loro visione della trasformazione digitale: mettere le persone al centro della trasformazione digitale; solidarietà e inclusione di fondo; ribadendo l’importanza della libertà di scelta; partecipazione allo spazio pubblico digitale; sicurezza, protezione e responsabilizzazione e sostenibilità”.

Le finalità che la Commissione intende perseguire sono rese note anche dalle modalità con cui i principi e i diritti fondamentali del mercato digitale sono enunciati, ossia sotto forma di una dichiarazione solenne congiunta. Margrethe Vestager, Vicepresidente esecutiva per un’Europa pronta all’era digitale, ha dichiarato: “Vogliamo tecnologie sicure che funzionino per le persone e che rispettino i nostri diritti e valori. Anche quando siamo online. E vogliamo che tutti abbiano il potere di prendere parte attiva alle nostre società sempre più digitalizzate. Questa dichiarazione ci fornisce un chiaro punto di riferimento per i diritti e i principi per il mondo online”.

Thierry Breton, Commissario per il Mercato interno, ha aggiunto: “Vogliamo che gli europei sappiano: vivere, studiare, lavorare, fare affari in Europa, si può contare su una connettività di prim’ordine, un accesso senza soluzione di continuità ai servizi pubblici, uno spazio digitale sicuro ed equo. La dichiarazione dei diritti e dei principi digitali stabilisce inoltre una volta per tutte che ciò che è illegale offline dovrebbe essere illegale anche online. Miriamo anche a promuovere questi principi come standard per il mondo”. La promozione e l’attuazione dei principi stabiliti nella dichiarazione costituiranno un impegno politico e una responsabilità condivisi a livello europeo e nazionale, nell’ambito delle rispettive competenze. Per garantire che la dichiarazione abbia effetti concreti sul campo, a settembre la Commissione ha proposto, altresì, di monitorare i progressi, valutare le lacune e fornire raccomandazioni per le azioni attraverso una relazione annuale sullo “Stato del decennio digitale”.

Diritti e principi dell’era digitale

All’interno della dichiarazione sono enunciati 6 principi fondamentali sui quali la crescita tecnologica dovrà fondarsi, e che dovrebbero accompagnare i cittadini europei in ogni aspetto della loro vita quotidiana, descritti come “Capitoli”:

  1. Mettere al centro della trasformazione digitale le persone;
  2. Solidarietà e inclusione;
  3. Libertà di scelta;
  4. Partecipazione allo spazio pubblico digitale;
  5. Sicurezza, protezione e responsabilizzazione;
  6. Sostenibilità.

A titolo esemplificativo, in applicazione di detti principi, si dovrebbe garantire:

  • connettività digitale a prezzi accessibili e ad alta velocità ovunque e per tutti;
  • aule ben attrezzate e insegnanti digitalmente qualificati;
  • accesso senza soluzione di continuità ai servizi pubblici;
  • un ambiente digitale sicuro per i bambini;
  • la disconnessione dopo l’orario di lavoro, per salvaguardare il bilanciamento tra vita e lavoro all’interno dell’ambiente digitale;
  • l’ottenimento di informazioni di facile comprensione sull’impatto ambientale dei nostri prodotti digitali;
  • il controllo di come vengono utilizzati i dati personali dei cittadini e con quali soggetti sono condivisi;
  • un ambiente digitale inclusivo per anziani, persone con disabilità o marginalizzate, e altri soggetti vulnerabili;

La tecnologia, secondo la visione dell’UE, diventa, così uno strumento che unisce e non divide, con standard minimi garantiti in modo equo a tutti i cittadini, improntato su caratteri di equità, non discriminazione, neutralità ed inclusione.

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