Assicurazioni online convenienti per auto e case: tutte false. Il Nucleo speciale tutela privacy e frodi tecnologiche della Guardia di finanza ha condotto una maxi operazione che ha portato a oscurare 222 siti e a identificare 74 persone. Le accuse sono di truffa aggravata ed esercizio abusivo dell’attività di intermediazione assicurativa.
La vicenda ha risvolti non solo sui consumatori, ma anche sulle aziende che legalmente operano nel settore delle assicurazioni: “Colpisce che non ci sia un’attenzione adeguata da parte delle compagnie assicurative lecite, per segnalare le situazioni irregolari”, commenta Francesco Pizzetti, docente di Diritto costituzionale all’università di Torino ed ex Garante della privacy.
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Finte assicurazioni online, il modus operandi
I malviventi si servivano dei loghi delle vere agenzie assicurative e sfruttavano un numero contraffatto del RUI – Registro unico degli intermediari assicurativi, per dare l’apparenza di essere perfettamente in regola. Centinaia di consumatori sono stati truffati: gli venivano vendute polizze assicurative false, che non garantivano reale copertura alle loro abitazioni, ma anche ad auto e imbarcazioni.
In questo modo, tramite i siti internet, i truffatori raggiravano le loro vittime. Ai malintenzionati però non consegnavano solo denaro, ma anche dati personali. L’intervento della Procura di Milano ha portato a oscurare tutti i siti internet truffaldini, ne son stati trovati ben duecentoventidue, e a eseguire perquisizioni e a identificare settantaquattro persone coinvolte nel giro illecito.
Come possono tutelarsi le aziende
La vicenda getta ombre sul mondo delle assicurazioni online, il rischio di essere truffati è concreto. Le vere agenzie assicurative però possono tutelarsi, attraverso lo strumento della segnalazione al Garante della privacy: “Se un’impresa ha già certezza che si stia commettendo un reato deve ovviamente fare denuncia, ma se invece vede semplicemente un fenomeno anomalo sul mercato di riferimento e ha qualche ragione di ritenere che questo avvenga anche per l’illecito trattamento dei dati personali, allora può fare la segnalazione al Garante – precisa Pizzetti -. Le imprese devono vedere il Garante in un modo più dinamico di come fatto finora. Se l’offerta era espressione di un’attività truffaldina anche il trattamento dei dati era illecito“.
Pizzetti sottolinea: “Le autorità di controllo sui dati personali sono sempre più importanti. Il loro ruolo non è solo quello di fare la verifica dopo una violazione avvenuta, ma anche quello di operare in modo proattivo perché la tutela dei dati sia garantita prima della violazione”.
A questo pro, “l’articolo 144 del codice novellato prevede lo strumento della segnalazione che può essere sporta da chiunque e il Garante può valutarla. Questo strumento non è previsto nel GDPR, dove si parla solo di reclamo, ed è perfettamente idoneo anche alle imprese per tutelarsi da illeciti trattamenti di dati che possono mettere in difficoltà il loro business“.