Le previsioni

Global Risks Report e Global Cybersecurity overlook: quante nubi all’orizzonte



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L’allarme nei documenti del World Economic Forum: ecco i rischi più gravi che potremmo dover affrontare in futuro considerando i cambiamenti tecnologici, i conflitti e l’aumento degli attacchi cyber. Un quadro tutt’altro che rassicurante

Pubblicato il 22 apr 2024

Federica Maria Rita Livelli

Business Continuity & Risk Management Consultant, BCI Cyber Resilience Committee Member, CLUSIT Scientific Committee Member, ENIA Comitato Scientifico



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Ad inizio del 2024 sono stati pubblicati dal World Economic Forum (WEF) sia il “2024 Global Risks Report “ sia il “Global Cybersecurity Outlook 2024” che esplorano alcuni dei rischi più gravi che potremmo dover affrontare in futuro, considerando il contesto di rapidi cambiamenti tecnologici, i conflitti che stiamo vivendo ed il costante aumento degli attacchi cyber.

WEF – Global Risks Forum 2024 e nuovi rischi per la sicurezza scaturiti dalle tensioni geopolitiche e dalla tecnologia

Il report, realizzato in collaborazione con Zurich Insurance Group e Marsh McLennan, si basa sulle opinioni di oltre 1.400 esperti di rischi globali, policy maker e leader del settore che sono intervistati a settembre 2023.

I risultati della survey mettono in luce un outlook globale a breve termine prevalentemente negativo, che si prevede possa ulteriormente peggiorare nel lungo periodo. Di fatto, se nei prossimi due anni, il 30% dei partecipanti alla survey prevede un’alta probabilità di catastrofi globali, guardando ai prossimi 10 anni, tale dato raggiunge i 2/3 degli intervistati.

È doveroso ricordare che i rischi globali richiedono un’attenzione particolare per concentrare gli sforzi di cooperazione globale sulla tempestiva definizione di meccanismi di protezione contro le emergenti e dirompenti minacce.

Inoltre, le innovazioni nell’ambito dell’Intelligenza Artificiale (IA) stanno rivoluzionando radicalmente la percezione dei rischi per le organizzazioni che potrebbero trovarsi in difficoltà nel fronteggiare minacce legate alla disinformazione, alla disintermediazione e agli errori strategici.

Parallelamente, le imprese devono gestire supply chain sempre più complesse a causa di fattori geopolitici e cambiamenti climatici, oltre a dover affrontare minacce informatiche provenienti da un numero crescente di attori malevoli.

Pertanto, urge un impegno continuo per costruire la resilienza a livello organizzativo, nazionale e internazionale, insieme a una maggiore cooperazione tra settore pubblico e privato per navigare in questo scenario di rischio in rapida evoluzione.

Proofpoint offre un’interessante analisi dei dati di cyber security emersi dal nuovo report del WEF, sottolineando l’imperativo per i responsabili aziendali di elevare la cyber security a priorità assoluta a fronte di un aumento degli attacchi cyber.

Il report rivela, infatti, che gli attacchi cyber sono saliti al quinto posto tra i motivi di preoccupazione degli intervistati del settore sia pubblico sia privato, con il 39% che li ha inseriti tra le prime tre preoccupazioni.

Fonte immagine: WEF Global Risk Forum 2024

Inoltre, Proofpoint evidenzia, come dato interessante scaturito dal report, un crescente livello di consapevolezza tra i dirigenti aziendali global e, precisamente: il 73% dei membri dei consigli di amministrazione si percepisce a rischio di subire un grave attacco informatico nei prossimi 12 mesi, registrando un significativo aumento rispetto al 65% dell’anno precedente.

Inoltre, il phishing rimane una minaccia predominante, con l’84% delle aziende globali che è stata vittima di almeno un attacco di phishing riuscito nel 2022.

Dal report si evince, altresì, che la disinformazione generata dall’IA emerge come la seconda principale preoccupazione nel panorama globale dei rischi (53% degli intervistati).

Non solo, con l’avvicinarsi di elezioni cruciali a livello mondiale, la combinazione di AI generativa e minacce informatiche è destinata ad amplificare la rapidità, il volume e la credibilità degli attacchi, permettendo ai cybercriminali di creare email di phishing convincenti, telefonate fraudolente e immagini false – a tal punto convincenti- da ingannare anche personalità di alto profilo.

Ne consegue che la protezione delle persone e la difesa dei dati diventano sempre più cruciali per garantire riservatezza, disponibilità e integrità delle informazioni create e accessibili da governi e aziende private.

WEF Global Cybersecurity Outlook 2024

Il World Economic Forum, in collaborazione con Accenture, ha recentemente pubblicato anche il “Global Cybersecurity Outlook 2024” che fornisce le tendenze cruciali della cyber security che influenzeranno le economie e le società nel 2024, oltre a sottolineare la crescente disuguaglianza informatica e l’impatto profondo delle tecnologie emergenti.

Lo scenario

Nel corso del 2023, l’economia della cyber security ha manifestato una crescita significativamente più rapida rispetto all’economia globale e al settore tecnologico. Ciò ha avuto luogo in un contesto contrassegnato da un ordine geopolitico polarizzato, determinato da conflitti armati, scetticismo sulle tecnologie future e incertezza economica globale.

Tuttavia, va notato che tale crescita è stata disomogenea, evidenziando una netta separazione tra le organizzazioni resilienti dal punto di vista informatico e quelle che hanno incontrato difficoltà, accentuando così le disparità in termini di equità informatica.

Inoltre, il rapporto individua ostacoli critici – come l’aumento dei costi di accesso a servizi, strumenti e competenze – che continuano a impattare la capacità complessiva dell’ecosistema globale nel costruire un ciberspazio più sicuro.

Contemporaneamente, emerge una diminuzione del numero di organizzazioni con un livello di resilienza informatica minima, con le piccole e medie imprese (PMI) che risentono in modo particolare di questa disparità.

Principali risultati del Global Cybersecurity Outlook del 2024

Di seguito si forniscono i principali risultati del Global Cybersecurity Outlook del 2024, delineando le sfide informatiche che i dirigenti dovranno affrontare nel prossimo anno.

  • Il 90% dei 120 dirigenti intervistati afferma che è urgente adottare misure per affrontare la crescente disuguaglianza informatica. L’implementazione di tecnologie emergenti accentuerà le sfide a lungo termine legate alla cyber resilience, accelerando così il divario tra organizzazioni più e meno capaci.

Fonte immagine: WEF Global Cybersecurity Outlook 2024

  • Mentre le organizzazioni adottano rapidamente nuove tecnologie, come l’IA Generativa, è essenziale comprendere le implicazioni immediate, a medio e lungo termine di tali tecnologie sulla loro cyber resilience.
  • Meno del 10% degli intervistati ritiene che nei prossimi due anni l’IA generativa favorirà i difensori rispetto agli attaccanti.
  • Circa il 50% dei dirigenti afferma che i progressi nelle capacità antagoniste (i.e.. phishing, malware, deepfake) costituiscono l’impatto più preoccupante dell’IA generativa sulla cyber security.

Il report conferma che i partner del proprio ecosistema costituiscono, per qualsiasi organizzazione sia la risorsa più significativa sia il maggiore ostacolo a un futuro digitale sicuro, resiliente e affidabile, come si evince dai dati emersi nel rapporto. E, precisamente:

  • Il 41% delle organizzazioni coinvolte in un incidente materiale negli ultimi 12 mesi attribuisce la responsabilità a un partner di terza parte.
  • Il 54% delle organizzazioni ha una conoscenza insufficiente delle vulnerabilità informatiche presenti nella propria supply chain.
  • Il 64% dei dirigenti – che giudica adeguata la cyber resilience della propria organizzazione rispetto ai requisiti minimi – dichiara di avere ancora una comprensione insufficiente delle vulnerabilità informatiche nella propria supply chain.

Fonte Immagine: WEF Global Cybersecurity Outlook 2024

  • Il 60% dei dirigenti concorda sul fatto che le normative informatiche e sulla privacy riducano efficacemente i rischi all’interno dell’ecosistema della propria organizzazioni (registrando un aumento del 21% rispetto al 2022).

Fonte immagine: WEF Global Cybersecurity Outlook 2024

Focus sulla carenza di competenze informatiche

Dal report si evince che le organizzazioni sono consapevoli che – in un panorama della cyber security in continua evoluzione e caratterizzato da incertezze economiche – attrarre e trattenere i talenti della cyber security è un aspetto cruciale del successo organizzativo.

Si ritiene che l’offerta di tecnologie emergenti – che entrano a far parte dell’ecosistema digitale – continuerà a intensificare in modo significativo la domanda di professionisti qualificati per raggiungere i propri obiettivi di cyber resilience.

Nel 2022, il 6% dei leader intervistati dal WEF aveva riferito di non avere le competenze e le persone necessarie per rispondere a un incidente informatico. Nel 2023, questa percentuale era raddoppiata al 12%.

Quest’anno, alla domanda se la propria organizzazione avesse le competenze necessarie per raggiungere i propri obiettivi informatici, il 20% degli intervistati ha risposto negativamente. Interessante notare che i leader che non sono sicuri di avere le competenze richieste sono passati dal 4% nel 2022 all’11% quest’anno.

Purtroppo, la mancanza di competenze tecniche e trasversali critiche sta rapidamente diventando il più grande ostacolo che impedisce a un’organizzazione di raggiungere i propri obiettivi strategici di cyber resilience. Ne consegue che molte organizzazioni, al fine di fronteggiare la carenza di competenze in campo di cybersecurity, preferiscono ricorrere a soluzioni interne.

Di fatto, sebbene il 33% dei datori di lavoro stia ancora cercando professionisti esperti in sicurezza informatica, il metodo più ampiamente utilizzato – e adottato dal 41% delle organizzazioni – per colmare tali posizioni consiste nell’aggiornare le competenze dei dipendenti esistenti.

Un segnale evidente di questa tendenza è rappresentato dal fatto che il 91% delle organizzazioni è disposto a finanziare la formazione e la certificazione in cyber security per il proprio personale, evidenziando un forte impegno per migliorare le competenze della forza lavoro interna.

Inoltre, dal rapporto emerge chiaramente l’interesse dei professionisti nel potenziare le proprie competenze in cyber security, con oltre il 70% dei dipendenti disponibili a tornare all’università per ottenere una laurea o un certificato, purché venga fornito il supporto finanziario da parte dei datori di lavoro.

Ancora, il report evidenzia come le micro-credenziali – rappresentate da certificazioni o corsi brevi – siano considerate un efficace strumento per colmare le lacune di competenze e generare nuovi talenti per le organizzazioni.

Tuttavia, poiché molti ruoli in cyber security richiedono ancora una laurea universitaria, solo il 9% delle organizzazioni afferma di adottare questo approccio nel reclutamento, andando oltre le tradizionali credenziali universitarie.

Inoltre, l’utilizzo dei programmi di apprendistato è ancora più limitato, con solo l’8% delle organizzazioni che sfrutta questa opportunità per affrontare il divario di competenze che, senza interventi mirati, continuerà ad ampliarsi nel tempo.

Il Centro per la Cyber security del World Economic Forum cerca di rispondere questa sfida lanciando l’iniziativa “Bridging the Cyber Skills Gap”, volta a sviluppare un quadro strategico per i talenti in cyber security e a proporre azioni concrete per agevolare l’accesso e la crescita della forza lavoro del settore.

L’iniziativa – Attraverso un approccio multistakeholder che coinvolge leader del settore, agenzie governative, società civile e mondo accademico – cerca di affrontare la carenza di competenze nel campo della cyber security.

La ricerca del WEF prospetta, altresì, che entro il 2027, il 44% delle competenze di base dei lavoratori sarà obsoleto a causa dell’accelerazione tecnologica, evidenziando ulteriormente la carenza di talenti come una sfida significativa nei settori pubblici e privati.

Conclusioni

La prosperità delle organizzazioni è sempre più determinata dalla capacità di adottare le migliori pratiche, competere per talenti e accedere agli strumenti giusti. Una situazione che crea disuguaglianze e che rischia di far rimanere indietro le organizzazioni meno “abbienti”.

Inoltre, una supply chain sicura richiede a tutte le organizzazioni di soddisfare requisiti minimi di sicurezza, ma le attuali disuguaglianze rendono vulnerabile l’intero sistema.

Ancora, l’adozione precoce di nuove tecnologie da parte delle organizzazioni all’avanguardia, insieme alle difficoltà di quelle in difficoltà nel tenere il passo con le competenze essenziali, unitamente a incentivi frammentati negli ecosistemi digitali, accresceranno la disparità digitale nei prossimi anni.

Senza dimenticare che l’interconnessione dell’economia digitale aggraverà ulteriormente gli effetti negativi, colpendo tutte le organizzazioni.

Di conseguenza, è imperativo che tutti collaborino per promuovere capacità sostenibili per il futuro, sviluppando priorità e culture organizzative adeguate e garantendo un accesso equo a talenti, tecnologia e strumenti di sicurezza.

Affrontare le disuguaglianze e migliorare la resilienza di ciò che connette è una necessità urgente e una responsabilità cruciale per garantire una sicurezza sistemica. Si tratta di fatto di garantire la cyber resilience quale intersezione dei principi di risk management, business continuity e cyber security.

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