Instagram e Facebook sfruttano le immagini, foto e video e post degli utenti per l’addestramento dell’intelligenza artificiale, ma gli utenti europei hanno il diritto di impostare l’opt out per l’uso dei propri contenuti per l’AI. E’ il diritto all’opposizione.
Il modulo c’è, anche se ben nascosto (vedi sotto). Meta dice che le novità della policy scatteranno dal 26 giugno.
Aggiornamento 14 giugno. Il Garante privacy irlandese ha comunicato che Meta per ora ha sospeso questo trattamento dati.
“Meta, come altre aziende in tutto il mondo, sta lavorando a soluzioni e modelli sempre più complessi basati sull’intelligenza artificiale”, commenta Pierluigi Paganini, analista di cyber security e CEO Cybhorus: “L’efficacia di queste soluzioni dipende dalla bontà e dal volume di informazioni che le aziende riescono ad utilizzare per le fasi di addestramento. Per questo motivo queste piattaforme sono voraci consumatori dei nostri dati.
Fortunatamente in Europa, il regolamento vigente sulla privacy GDPR, pone forti limitazioni all’operato dei colossi tecnologici difendendo i diritti degli utenti”.
Solo in Europa, “grazie al diritto di opposizione previsto dal GDPR“, conferma Andrea Michinelli, avvocato ed esperto di privacy, “c’è una normativa alla base del legittimo interesse che dice che l’interessato si può opporre, ma ci sono altri aspetti da considerare“. Ecco come provare a rinunciare al servizio, anche se l’ultima parola spetta a Meta.
Indice degli argomenti
Noyb denuncia Meta a 11 Garanti privacy
“Invece di chiedere il consenso degli utenti (opt-in), Meta sostiene di avere un interesse legittimo che prevale sul diritto fondamentale alla protezione dei dati e alla privacy degli utenti europei. Una volta che i loro dati sono stati inseriti nel sistema, gli utenti sembrano non avere alcuna possibilità di rimuoverli (“diritto all’oblio”). noyb ha ora presentato denunce in 11 Paesi europei, chiedendo alle autorità di avviare una procedura d’urgenza per fermare immediatamente questo cambiamento, prima che entri in vigore il 26 giugno 2024″.
Così si legge in una nota della famosa associazione il 6 giugno.
Instagram e Facebook che usano i nostri dati per l’AI
I nuovi strumenti di chatbot basati sull’AI di Meta sui social media della galassia Meta offrono una serie di informazioni, dall’assistenza per gli acquisti ai suggerimenti per le ricette, fino alla generazione di immagini.
Ma, come tutti gli strumenti di intelligenza artificiale generativa, ha fame di dati su cui addestrarsi. Necessita di foto e post, i dati che immettiamo sui social e i prodotti di Meta, da cui imparare per generare risposte alle domande o creare nuove immagini.
I nostri post su Facebook e Instagram sono dunque una parte importante dei dati con cui addestrare l’intelligenza artificiale.
Quali dati usa Meta
Scrive Meta: “Utilizziamo dati pubblicamente disponibili online e informazioni concesse in licenza. Inoltre, usiamo le informazioni condivise nei Prodotti e servizi di Meta, ad esempio post, foto e relative didascalie. Per maggiori dettagli su come utilizziamo i dati provenienti dai Prodotti e servizi di Meta, consulta la nostra Informativa sulla privacy“.
“Per addestrare i nostri modelli raccogliamo informazioni pubbliche da Internet o dati concessi in licenza da altri fornitori; queste informazioni possono includere dati personali. Ad esempio, se raccogliamo informazioni da un post pubblico su un blog, questo potrebbe includere il nome dell’autore e le sue informazioni di contatto. Quando riceviamo informazioni personali nell’ambito di tali dati pubblici o concessi in licenza che utilizziamo per addestrare i nostri modelli, non colleghiamo questi dati in modo specifico a nessun account Meta”.
“Anche se non usi i nostri Prodotti e servizi o non hai un account, potremmo comunque elaborare le tue informazioni per sviluppare e migliorare l’IA di Meta. Ad esempio, questo potrebbe accadere se sei presente in un’immagine condivisa sui nostri Prodotti o servizi da qualcuno che li usa o se qualcuno menziona informazioni su di te nei post o nelle didascalie che condivide sui nostri Prodotti e servizi”.
Quali dati non usa Meta
“Non utilizziamo i contenuti dei messaggi privati che scambi con familiari e amici per addestrare le nostre intelligenze artificiali”.
Come bloccare l’AI di Meta sui nostri dati
Tuttavia “Meta in Europa fornisce ai suoi utenti la possibilità di scegliere se i loro dati possano essere utilizzati per addestrare la sua IA. Il processo è semplice, gli utenti dovranno visitare la sezione privacy nei settaggi di ciascuna piattaforma dell’ecosistema Meta (per esempio Facebook, Instagram eccetera) ed esprimere la propria decisione sul trattamento dei dati da parte dell’IA dell’azienda”.
Semplice per nulla.
Tramite Google (ricerca: meta privacy ai) abbiamo trovato l’informativa privacy e di qui clic su diritto all’opposizione. E qui si apre il modulo che dobbiamo compilare.
Il modulo di Meta per opporsi all’AI
Hai il diritto di opporti all’utilizzo da parte di Meta delle informazioni che hai condiviso sui nostri Prodotti e servizi per sviluppare e migliorare l’intelligenza artificiale su Meta. Invia questo modulo per esercitare tale diritto.
L’IA di Meta è la nostra raccolta di funzioni ed esperienze di IA generativa, come Meta AI e Strumenti creativi IA, oltre ai modelli che ne consentono il funzionamento.
Le informazioni che hai condiviso sui nostri Prodotti e servizi potrebbero essere:
– Post
– Foto e relative didascalie
– Messaggi che invii a un’IANon utilizziamo i contenuti dei messaggi privati che scambi con amici e familiari per addestrare le nostre IA.
Controlliamo le richieste relative alle obiezioni in conformità con le leggi pertinenti sulla protezione dei dati. Se la tua richiesta è accolta viene applicata da quel momento in poi.
Potremmo comunque trattare le informazioni che ti riguardano per sviluppare e migliorare l’intelligenza artificiale su Meta, anche se ti opponi o non usi i nostri Prodotti e servizi. Ad esempio, questo potrebbe accadere se tu o le tue informazioni:
– apparite in un’immagine condivisa sui nostri Prodotti o servizi da qualcuno che li usa;
– siete menzionati nei post o nelle didascalie che qualcun altro condivide sui nostri Prodotti e servizi.Per scoprire di più sui diritti che possiedi relativamente alle informazioni che hai condiviso sui Prodotti e servizi di Meta, consulta la nostra Informativa sulla privacy.
Paese di residenza
(Obbligatorio)Seleziona un Paese
Indirizzo e-mail
(Obbligatorio)
Spiegaci che impatto ha su di te questo trattamento dei dati.
(Obbligatorio)
Fornisci ulteriori informazioni che potrebbero aiutarci a esaminare la tua contestazione.
(facoltativo)Invia
Inoltre, mentre i cittadini europei godono del diritto di opt out, quelli statunitensi vedranno i loro post utilizzati per l’addestramento dell’intelligenza artificiale, volenti o nolenti, consapevoli o meno. E ciò deriva dal fatto che l’Europa ha varato la normativa GDPR, a differenza degli Usa, dove “lacci e lacciuoli” sono guardati con diffidenza perché rischiano di mettere i bastoni fra le ruote all’innovazione.
Che succede dopo avere inviato il modulo: Meta può rifiutarci l’opposizione all’AI?
Però “Meta si riserva di valutare la motivazione fornita dagli utenti“, avverte Paganini, “ma difatti, almeno in Europa, dovrà rispettare la scelta degli utenti.
Discorso differente negli USA, dove agli utenti non è fornita una simile opzione, almeno per ora”.
Meta promette che “esaminerà le richieste di obiezione in conformità alle leggi sulla protezione dei dati”. In un linguaggio un po’ ridondante e confuso, in quanto le severe leggi europee sulla privacy GDPR impongono a Meta di onorare tutte le richieste, indipendentemente dal motivo.
Come motivazione sarebbe sufficiente semplicemente addurre il “copyright”. In pochi minuti si riceve un’email di conferma che Meta ha accolto l’obiezione.
Tuttavia, se Meta ritiene che il suo interesse sia prevalente, può continuare il trattamento. “Infatti non basta opporsi” per ottenere l’opt out, conclude Andrea Michinelli, “è una scelta possibile, ma non è detto” che abbia successo. “Dunque, vista la delicatezza del tema sarebbe anche consigliabile, se avessero fatto internamente la scelta d’impatto privacy, di adottare come misura di mitigazione dei rischi di adottare un accoglimento incondizionato, ma non sembra affatto così: Meta infatti si riserva la possibilità di decidere se accogliere o no”.
Il motivo di questa decisione è dovuto al fatto che “i dati sono la reale ricchezza di queste aziende, e la corsa all’intelligenza artificiale cui stiamo assistendo non può farne a meno. Prevenire abusi è complesso, soprattutto con la diffusione pervasiva di soluzioni basate su AI, per questo motivo è essenziale un quadro normativo chiaro, stringente e soprattutto di cui vada monitorata attentamente l’attuazione”, conclude Paganini.
“L’aspetto più importante”, conclude Andrea Michinelli, è che “a differenza dell’opposizione a fini di marketing, che è sempre più condizionata, in quanto ‘io mi oppongo e il titolare deve cessare il trattamento per fini di marketing’, e quindi termina lì senza ulteriori interlocuzioni, perché viene semplicemente esercitato un diritto che obbliga il titolare a rispettarlo, invece, negli altri casi, come questo, è diverso. Infatti l’uso dei dati nel training dell’AI non è marketing, ma serve a migliorare il modello, quando l’utente si oppone al trattamento di questo tipo, il titolare si riserva di valutare le motivazioni addotte e potrebbe anche rispondere che le motivazioni non lo hanno convinto. Il titolare potrebbe dire che il suo interesse legittimo è prevalente sulle motivazioni dell’utente (intenzionato a esercitare l’opt out). Dunque potrebbe continuare ad effettuare il trattamento“.