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La minaccia ibrida fa paura e l’Italia è nel mirino: il rapporto degli 007



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Strategie di disinformazione, ingerenze straniere e attacchi informatici sono al centro del rapporto annuale del Dis. Ecco su cosa si concentra l’azione dell’intelligence

Pubblicato il 5 mar 2025

Tommaso Diddi

Analista Hermes Bay



Relazione annuale 2024 Dis: il ruolo della minaccia ibrida in Italia e nel mondo

La Relazione annuale sulla politica dell’informazione per la sicurezza del 2024 evidenzia il crescente ruolo della minaccia ibrida e cibernetica nel contesto italiano e internazionale, analizzando strategie di disinformazione, ingerenze straniere e attacchi informatici che hanno interessato il Paese.

L’azione dell’intelligence si concentra su un monitoraggio costante, con particolare attenzione ai rischi legati all’interferenza nelle istituzioni democratiche e alla compromissione di infrastrutture critiche attraverso tecniche sempre più sofisticate.

Relazione annuale dell'Intelligence 2025

La minaccia ibrida

La minaccia ibrida, quale combinazione di azioni mirate a interferire con la stabilità politica e sociale di uno Stato, rappresenta una delle principali preoccupazioni per l’intelligence italiana.

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Il rapporto evidenzia come la disinformazione, soprattutto attraverso il dominio digitale, sia divenuta uno strumento privilegiato per attori ostili, i quali mirano a minare la fiducia dei cittadini nelle istituzioni nazionali ed europee. Attraverso social media, piattaforme digitali e strumenti automatizzati come troll e bot, le campagne di manipolazione informativa si diffondono con estrema rapidità, amplificando narrazioni tese a delegittimare la governance occidentale.

Durante il 2024 si è osservato un incremento delle strategie di disinformazione con l’uso di deep fake, notizie false e contenuti propagandistici che hanno trovato risonanza sia tramite flussi narrativi top-down, originati da dichiarazioni governative, sia attraverso dinamiche bottom-up, sfruttando utenti eterodiretti per creare un’apparenza di spontaneità nel dibattito pubblico.

L’intelligence ha individuato un particolare attivismo da parte della Russia, che ha veicolato contenuti volti a indebolire le istituzioni europee, promuovendo sentimenti di sfiducia nei confronti dei governi nazionali e incentivando la polarizzazione politica.

L’Italia, in particolare, è stata bersaglio di campagne di manipolazione informativa tese a suggerire un suo distacco dalle alleanze occidentali, enfatizzando la narrativa di una crescente vicinanza ai Brics e alla Cina.

Il contrasto alle attività malevole

Il contrasto a tali attività ha visto l’adozione di misure coordinate in ambito UE e G7, con particolare attenzione alle direttive del Digital Services Act e alla collaborazione con le autorità statunitensi per il monitoraggio e il contrasto delle interferenze digitali.

Tuttavia, il rapporto evidenzia anche il rischio che strategie eccessivamente restrittive nel controllo dell’informazione possano sortire effetti indesiderati, alimentando sentimenti di insofferenza e spingendo parte della popolazione verso posizioni estreme e antisistema, favorendo indirettamente proprio gli obiettivi di chi intende destabilizzare le democrazie occidentali.

Tensioni geopolitiche e conflittualità globale

Parallelamente, la minaccia cibernetica ha conosciuto un’intensificazione, riflettendo le tensioni geopolitiche e il crescente stato di conflittualità internazionale.

Il dominio digitale è stato impiegato con sempre maggiore frequenza da attori ostili per condurre operazioni di spionaggio, sabotaggio e interferenza strategica.

Gli attacchi informatici si sono evoluti verso tecniche più sofisticate, sfruttando software legittimi già presenti nei sistemi target per ridurre la tracciabilità delle operazioni, rendere più difficile l’analisi forense e abbassare la soglia tecnica necessaria per eseguire offensive su larga scala.

L’aumento dell’Advanced Persistent Threat

L’intelligence italiana ha registrato un incremento delle Advanced Persistent Threat (APT), operazioni condotte da gruppi altamente specializzati e spesso riconducibili ad apparati governativi stranieri, mirate all’esfiltrazione di dati sensibili e alla compromissione di infrastrutture critiche.

Particolarmente rilevante è stata l’adozione di Covert Relay Network, reti di comunicazione complesse che sfruttano nodi proxy distribuiti a livello globale per mascherare l’origine degli attacchi.

L’Italia ha visto crescere l’interesse di attori statuali ostili nei confronti di settori strategici come infrastrutture digitali, trasporti, energia e telecomunicazioni.

Nel 2024, gli attacchi hanno colpito in modo quasi equamente distribuito obiettivi pubblici e privati, con un incremento dell’attenzione verso le Amministrazioni centrali dello Stato, che sono state bersaglio del 75% degli attacchi rilevati.

I gruppi filorussi come NoName057(16)

Inoltre, si è osservata una recrudescenza delle attività di hacktivismo, spesso legate a gruppi filorussi come NoName057(16), responsabili di azioni di disturbo e defacement mirate a minare la credibilità delle istituzioni italiane.

Il 50% delle offensive digitali rilevate nel 2024 è stato attribuito ad operazioni di spionaggio cibernetico, un aumento di 12 punti percentuali rispetto al 2023.

Anche le campagne di pre-posizionamento attraverso malware silenzioso sono aumentate, con attacchi mirati sia al settore pubblico che privato, e una crescita del 9% rispetto all’anno precedente nelle offensive contro le aziende strategiche nazionali.

L’utilizzo di ransomware

L’uso di ransomware ha assunto una nuova centralità, passando da uno strumento tipicamente criminale a un’arma utilizzata anche per fini strategici da attori statuali.

L’intelligence ha rilevato come tali attacchi possano essere impiegati non solo per generare danni economici, ma anche per destabilizzare infrastrutture critiche, alimentare il caos informativo e negare la responsabilità degli aggressori attraverso operazioni sotto falsa bandiera.

Particolarmente preoccupante è il fenomeno del pre-posizionamento, con malware installati silenziosamente all’interno delle reti target, pronti a essere attivati in funzione dell’evoluzione dello scenario geopolitico.

Il rapporto sottolinea inoltre il rischio rappresentato dalla vendita di credenziali di accesso nel dark web, una pratica che facilita la compromissione di sistemi informatici anche da parte di attori con limitate capacità tecniche.

Le strategie di difesa

Le strategie di difesa e contrasto adottate dall’intelligence italiana hanno visto un rafforzamento delle attività di monitoraggio, analisi delle minacce e collaborazione con partner internazionali.

A livello europeo, il DSA ha introdotto nuove misure per la tutela dello spazio digitale, mentre iniziative bilaterali con gli Usa hanno permesso di migliorare lo scambio informativo e la reazione tempestiva alle minacce emergenti.

L’attività di intelligence ha inoltre supportato le autorità di governo e le agenzie competenti nella protezione delle infrastrutture critiche, con particolare attenzione alla sicurezza delle Amministrazioni centrali e delle aziende strategiche per il Paese.

In definitiva, la Relazione annuale mette in luce un panorama di sicurezza sempre più complesso, in cui minacce ibride e cibernetiche si intersecano e si evolvono rapidamente, richiedendo risposte coordinate e adattative.

La protezione dell’Italia passa attraverso un bilanciamento attento tra il contrasto alle interferenze digitali e la tutela delle libertà fondamentali, per evitare che le misure di sicurezza possano, paradossalmente, generare ulteriori fratture nella società e favorire gli obiettivi degli attori ostili.

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