L’EDPB istituisce la task force europea su ChatGPT. Le autorità garanti della privacy dell’Unione europea uniscono le forze per scambiarsi dati sul monitoraggio di OpenAI, dopo il blocco di ChatGPT in seguito all’intervento dell’Authority italiana.
Intanto l’organo che raccoglie i Garanti privacy dell’Unione risolve una disputa con Meta in merito all’Art. 65 del GDPR sul trasferimento dei dati da parte della società di Facebook verso gli Stati Uniti.
“Le Autorità indipendenti dell’Unione europea sono ad un bivio”, commenta Massimo Borgobello, avvocato, Vice presidente Assodata, “cedere alle big tech statunitensi o resistere sui principi”.
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L’EDPB crea la task force europea su ChatGPT
Il Comitato europeo per la protezione dei dati (EDPB) ha aperto le porte a un gruppo di lavoro europeo su ChatGPT. L’Edpb si muove sul solco del Garante privacy italiano, che, pur avendo ricevuto molte critiche, ha solo anticipato le autorità europee, accendendo per primo i fari su OpenAI a livello sia Ue che globale.
La task force dovrà occuparsi della raccolta di informazioni su iniziative per l’applicazione del Gdpr in tema di addestramento di ChatGPT, favorendo la collaborazione fra i vari organi e muovendosi in forma preventiva nei confronti di altri garanti europei. Finora Francia, Irlanda e Spagna hanno espresso interessamento ad intervenire su ChatGPT, mentre, in ambito G7, il Canada sta indagando e negli USA il Presidente Joe Biden sta valutando l’opportunità dell’introduzione di controlli e di una eventuale regolamentazione sul chatbot AI.
“Dal comunicato stampa del 13 aprile 2023 sembra che abbiano scelto una prova di forza che richiederà una resistenza accanita”, spiega Borgobello, “anche in sede di contenzioso. Ma la via non è facile da percorrere”. “OpenAI ha dimostrato di voler combattere ferocemente sul piano dell’informazione per affermare di non ledere la privacy degli utenti (pazienza se la normativa pone dei requisiti, è un problema europeo e non statunitense). Lo scenario è quello dello scontro aperto: vedremo chi vincerà all’OK Corral”, conclude Borgobello.
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Il precedente italiano
A fine marzo il Garante privacy italiano ha stabilito una restrizione temporanea all’uso dei dati da parte di ChatGPT, a cui OpenAI ha risposto mettendo in standby il servizio per gli utenti che accedono dall’Italia.
La startup fondata da Sam Altman ha tempo fino al 30 aprile per mettere in regola ChatGPT, correggendo la rotta sull’impiego dei dati personali per l’addestramento del chatbot di intelligenza artificiale. Se OpenAI rispetterà il GDPR, il Garante privacy italiano ritirerà la limitazione temporanea che ha provocato la drastica reazione della società del chatbot conversazionale.
La decisione dell’EDPB su Meta
L’EDPB ha inoltre preso una decisione sulla base dell’Art. 65 del regolamento europeo GDPR. Riguarda la bozza di decisione della DPA irlandese in merito alla legalità del trasferimento dei dati verso gli Stati Uniti da parte di Meta Platforms Ireland Limited (Meta IE) per il suo social network Facebook.
La decisione vincolante riguarda importanti questioni legali sollevata dalla bozza dell’Authority irlandese in qualità di autorità con potere di supervisione (LSA) su Meta IE.
Dunque, la decisione vincolante dell’EDPB gioca un ruolo chiave nell’assicurare un’applicazione corretta e coerente del GDPR da parte delle autorità di protezione dati nazionali.