L'ANALISI

Meta, più trasparenza per conformarsi al Digital Services Act: ecco le nuove funzionalità

L’implementazione del Digital Services Act inizia a dare i primi risultati: Meta ha accolto con favore i principi di trasparenza, responsabilità e responsabilizzazione degli utenti alla base del DSA e per questo ha introdotto nuove funzionalità necessarie al rispetto degli obblighi normativi. Ecco che c’è da sapere

Pubblicato il 22 Ago 2023

Tommaso Maria Ruocco

Cyber Analyst, Hermes Bay

Meta pubblicità comportamentale

Meta si adegua alle regole del Digital Services Act: alla fine di questo mese, infatti, il DSA, uno degli atti normativi più completi in materia di Internet e di servizi digitali, inizierà ad applicarsi pienamente a Facebook e Instagram, oltre che a numerose altre piattaforme online.

Un’operazione importante non solo per le aziende tecnologiche europee, ma per tutte le aziende tecnologiche che operano nell’UE, e avrà un impatto significativo sulle esperienze che i cittadini europei vivono quando aprono i loro telefoni o accendono i loro computer portatili.

Meta si conforma al Digital Services Act

L’introduzione del DSA ha dunque spinto i giganti della tecnologia ad adattare le loro operazioni per allinearsi alle nuove normative.

In particolare, Meta (società madre di Facebook e Instagram) ha dedicato risorse considerevoli per garantire il rispetto delle disposizioni del DSA.

Come sostenuto da Nick Clegg, President, Global Affairs di Meta, “il DSA fornisce una maggiore chiarezza sui ruoli e le responsabilità delle piattaforme online ed è giusto cercare di responsabilizzare le grandi piattaforme attraverso strumenti come la rendicontazione e la revisione, piuttosto che tentare di microgestire i singoli contenuti”.

Alla luce di questo, con gli oltre 1.000 addetti ai lavori impegnati in iniziative legate al DSA, Meta è stata proattiva nell’aumentare la trasparenza e l’autonomia degli utenti. L’espansione della sua Libreria di Annunci per visualizzare e archiviare annunci mirati agli utenti dell’UE esemplifica il suo impegno per la trasparenza nelle pratiche pubblicitarie.

Inoltre, gli sforzi di Meta si estendono alla moderazione dei contenuti e ai sistemi di intelligenza artificiale (IA).

Rilasciando 22 schede di sistema, l’azienda fornisce informazioni su come i sistemi di IA classificano i contenuti, consentendo agli utenti di comprendere meglio i processi di raccomandazione dei contenuti.

Questi sviluppi rafforzano i principi fondamentali del DSA, che enfatizzano una maggiore responsabilità e controllo da parte degli utenti.

La risposta dell’industria tecnologica

L’impatto del DSA non si limita, però, alla trasparenza e all’accountability, ma si estende anche alla moderazione dei contenuti e all’autonomia degli utenti.

TikTok, ad esempio, ha risposto all’atto introducendo funzionalità che migliorano la segnalazione degli utenti dei contenuti illegali. L’impegno della piattaforma per la trasparenza è evidente nella sua disponibilità a fornire informazioni più dettagliate sulle decisioni di moderazione dei contenuti, promuovendo la comprensione e la responsabilità.

Inoltre, la dedizione di TikTok all’autonomia degli utenti è evidente nei suoi sforzi per perfezionare i sistemi di raccomandazione dei contenuti. Consentendo agli utenti di disattivare la personalizzazione, la piattaforma riconosce l’importanza delle preferenze individuali nella definizione dell’esperienza online.

DSA: potenziare accountability e trasparenza nello spazio digitale

Gli interventi di Meta e degli altri grandi player di Internet vanno analizzati in un contesto di trasformazione significativa che, negli ultimi anni, ha subito il panorama digitale, con le piattaforme online e i servizi che sono diventati parte integrante della nostra vita quotidiana.

Questa rivoluzione digitale, pur offrendo numerosi vantaggi, ha anche posto sfide legate alla privacy degli utenti, alla moderazione dei contenuti e all’accountability online.

Il nuovo quadro normativo introdotto dal DSA

Ed è proprio per affrontare tali preoccupazioni, che l’Unione Europea (UE) ha introdotto il Digital Services Act (DSA), un ampio quadro normativo che stabilisce linee guida per gli intermediari online, le piattaforme di social network e i fornitori di servizi internet. Mentre questa legge innovativa entra in vigore, il suo impatto risuona non solo tra le aziende tech europee, ma anche all’interno del settore tecnologico globale.

Implementato il 16 novembre 2022, il DSA rappresenta una pietra miliare significativa nell’impegno dell’UE a favorire la crescita del mercato garantendo al contempo trasparenza e accountability negli spazi digitali.

Il DSA introduce un Regolamento con l’obiettivo generale di garantire un corretto funzionamento del mercato interno dei servizi intermediari. Cerca di stabilire regole standardizzate per creare un ambiente online sicuro, prevedibile e favorevole all’innovazione, garantendo allo stesso tempo i diritti fondamentali, tra cui la protezione dei consumatori.

Il campo di applicazione del Digital Services Act

Il campo di applicazione del Regolamento, come delineato nell’Articolo 2, riguarda i servizi intermediari offerti ai destinatari nell’Unione, indipendentemente dalla posizione geografica dei fornitori.

Si precisa che il Regolamento non si estende ai servizi non intermediari e mantiene la compatibilità con la Direttiva 2000/31/CE. Inoltre, si riconosce la coesistenza di altri atti giuridici dell’Unione che regolano vari aspetti della fornitura di servizi intermediari.

Le principali disposizioni del Digital Services Act

Il Regolamento, nelle sue disposizioni applicabili a tutti i fornitori di servizi intermediari, enfatizza la comunicazione efficace e la responsabilità.

L’articolo 11 stabilisce la designazione di un punto di contatto diretto affinché i fornitori possano comunicare in modo elettronico con le autorità degli Stati membri, la Commissione e il Consiglio.

Allo stesso modo, l’articolo 12 prescrive un singolo punto di contatto per i destinatari dei servizi al fine di facilitare una comunicazione rapida e user-friendly.

L’articolo 13 introduce il concetto di rappresentanti legali per i fornitori che offrono servizi nell’Unione ma non hanno una sede all’interno di essa. Questi rappresentanti sono designati per collaborare con le autorità competenti, la Commissione e il Consiglio per l’esecuzione delle decisioni del Regolamento. Ai rappresentanti legali è conferita l’autorità per garantire una cooperazione efficiente e la conformità.

Inoltre, secondo l’articolo 14 i fornitori devono dettagliare qualsiasi restrizione d’uso imposta, misure di moderazione dei contenuti e procedure di gestione dei reclami nei loro termini e condizioni. Inoltre, si sottolinea la necessità di una chiara comunicazione con i minori quando i servizi sono indirizzati o sono prevalentemente utilizzati da loro.

L’articolo 15, infine, introduce obblighi di reporting sulla trasparenza per i fornitori di servizi intermediari. Ciò comporta la pubblicazione regolare di rapporti leggibili dalle macchine sulle attività di moderazione dei contenuti.

Questi rapporti devono includere informazioni su ordini ricevuti dalle autorità, segnalazioni presentate e iniziative di moderazione dei contenuti intraprese dai fornitori. La segnalazione è categorizzata per garantire l’accessibilità di informazioni significative. Tuttavia, le micro o piccole imprese sono esentate da questi obblighi.

Un quadro normativo standardizzato per i servizi online

In sintesi, il Regolamento cerca di creare un quadro standardizzato che promuova servizi intermediari responsabili nello spazio online. Enfatizza la trasparenza, la responsabilità e la comunicazione efficace, bilanciando la protezione dei diritti fondamentali e la facilitazione dell’innovazione nel panorama digitale.

Riconoscendo la natura diversificata dei servizi online, il DSA adotta un approccio graduato, adattando i suoi requisiti in base alle dimensioni e al tipo di servizi forniti. La legge categorizza i fornitori in quattro gruppi distinti: fornitori di servizi intermediari, fornitori di servizi di hosting, piattaforme online e piattaforme online molto grandi (VLOP) e motori di ricerca online molto grandi (VLOSE). Vale la pena notare che il DSA impone ai fornitori di divulgare il numero di utenti attivi sulle loro piattaforme, contribuendo allo sviluppo di un ecosistema online trasparente e responsabile.

Il quadro normativo si estende oltre la trasparenza, imponendo ulteriori requisiti a VLOP e VLOSE. Questi requisiti vanno dalla segnalazione di reati penali alla conduzione di valutazione dei rischi annuali, sottolineando l’impegno a tutelare lo spazio digitale da attività illecite.

Conclusioni

Con l’entrata in vigore del DSA e l’implementazione delle sue disposizioni da parte delle aziende tecnologiche, il futuro dell’accountability nello spazio digitale appare promettente.

L’approccio regolamentare armonizzato del DSA si allinea agli obiettivi dell’industria di proteggere gli utenti, preservare la privacy e garantire una maggiore trasparenza.

Sebbene possano emergere sfide nel processo di implementazione, l’impegno dell’UE per un mercato unico digitale sicuro e competitivo sottolinea l’importanza del DSA.

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