Il 2 dicembre il terzo summit dell’Associazione Poliziotti Italiani e Ri-Creazione, con la Polizia Postale, conferirà il premio per l’impegno sociale al Clusit.
“Il Clusit è un’associazione No profit e fondamentalmente fa divulgazione di competenza e di attenzione sul tema della cyber – commenta Gabriele Faggioli, presidente del Clusit -. Per noi è motivo di grande soddisfazione che il tema sia diventato mainstream e all’attenzione di politici e imprenditori. Clusit ha una certa dimensione perché raggruppa 800 fra società, PA e professionisti”.
“Come membro del comitato scientifico dell’Associazione Italiana per la Sicurezza Informatica, questo premio – spiega Federica Maria Rita Livelli, BCI Cyber Resilience Committee – BCI Italy Chapter Leader e membro del Comitato scientifico Clusit – è un ulteriore riconoscimento dell’attività di sensibilizzazione dell’Associazione, anche perché a livello di comitato scientifico e di direttivo, ci sono diverse iniziative atte a supportare la comunità, come per esempio Clusit Scuole che si occuperà di sensibilizzazione ai temi cyber negli istituti superiori nell’area milanese”.
Il Clusit spinge, infatti, per formazione e consapevolezza, “due concetti essenziali nell’attuale panorama cyber”, conferma Fabrizio Saviano, Ciso e dirigente sicurezza in ambito banking, presidente dell’Associazione Ri-Creazione. Formazione e consapevolezza sono priorità nello scenario cyber, tuttavia ciò che manca è la messa a terra.
Oltre alla premiazione, il 2 dicembre si terrà un importante momento di educazione alle truffe.
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Premio per l’impegno sociale al Clusit
Il Clusit verrà premiato al RoboHub di Rozzano, in occasione del terzo summit dell’Associazione Poliziotti Italiani e Ri-Creazione, con la Polizia Postale.
Il premio è importante perché “ancora oggi non c’è una percezione effettiva di cosa sia la cyber security – prosegue Federica Maria Rita Livelli – i giovani sono digitali, ma c’è un appiattimento della ragion critica che si è ridotta nel corso degli anni. Alle giovani menti dobbiamo far capire l’importanza di un approccio scientifico, di verifica, di riprova, partendo sempre dal presupposto aristotelico che non sappiamo mai abbastanza. E lo vediamo, sia a livello di istituzioni che di organizzazioni, la conoscenza è un po’ latitante”.
Invece, rimanere vigili di fronte ai tentativi di phishing e mantenere un approccio critico sono il miglior modo per evitare le truffe. Infatti le offerte troppo accattivanti sono sempre frodi.
Nello scenario cyber, ciò che manca è la messa a terra
“A un convegno – prosegue Federica Maria Rita Livelli – è emerso, alla domanda su chi svolgesse un censimento di hardware, software, patch e vulnerability assessment, che erano pochi a farlo. Le mani che si sono alzate erano pochissime. Eppure i partecipanti erano aziende di altissimo calibro. Purtroppo ci troviamo in un’epoca di grandi proclami e grande decadenza: ciò che manca è la messa a terra“.
Eppure, l’Italia è attaccata quattro volte più del resto del mondo, secondo i dati semestrali del Clusit presentati al recente Security Summit. Le nostre aziende e PA dovrebbero infatti adottare un approccio Zero Trust.
“Tuttavia, se si mettono gli imprenditori di fronte a scenari inquietanti, se si usano trasposizione e metafore, è come se si risvegliassero da un torpore – mette in evidenza Federica Maria Rita Livelli -. Come comunità dobbiamo quindi risvegliare gli animi, far cadere il cosiddetto velo di Maya. Se il re è nudo, le persone devono comprendere che la diffusione di digitalizzazione e innovazione (che non vanno confuse) fanno sì che la nostra mente sia estesa su più ambiti. Dobbiamo far capire che vita professionale e privata sono un continuum, dobbiamo mappare e comporre il nostro puzzle per capire dove intervenire, sul fronte di formazione, sensibilizzazione e consapevolezza”.
Essere consapevoli dei rischi che si corrono è infatti cruciale per valutare le minacce e così giustificare gli investimenti, a partire dalla creazione di un team di threat intelligence e da un programma di formazione continua.
“Non serve un approccio one-shot, ma un vero cammino: come se dovessimo intraprendere un processo iniziatico, dove conosciamo l’inizio ma non si finisce mai. E dove dobbiamo imparare a disimparare per imparare nuovamente, perché tutto è in divenire e per questo motivo la ragion critica svolge un ruolo essenziale. Bisogna prendere per mano le persone, perché non bastano le pillole di awareness: ben venga la gamification, ma forse bisogna affiancarla alla testimonianza di chi ha subito data breach, cyber attacchi e truffe per fare la differenza. Noi invece vediamo solo la punta dell’iceberg degli attacchi, perché le persone e le aziende non vogliono denunciare ed esporsi“, continua Livelli.
Ma da recenti studi emerge che quasi 9 cyber attacchi su 10 sfruttano credenziali rubate e che gli account online, le email e le password (sempre troppo facili da decifrare) costituiscono quasi il 20% delle merci immateriali più comunemente vendute sul dark web.
“Anche con Women for security, essendo cyber lady, dobbiamo puntare sull’educazione alle truffe – avverte Livelli -. Nel dubbio di sospetto phishing, dobbiamo cancellare mail ed Sms: meglio contattare direttamente chi conosciamo e chiedere se ci ha inviato un messaggio di posta elettronica o telefonico oppure se abbiamo fatto bene a cancellarlo se era phishing. Se un messaggio è urgente, chi vi contatta troverà il mondo di comunicare con voi nei canali ufficiali”.
“A volte basta una banale distrazione per cadere in una truffa: si clicca per abilitare il display, se si è inavvertitamente avviato lo screensaver, e invece il clic finisce erroneamente su un link di phishing. Questo è un errore di design, per esempio”.
Inoltre, “gli attori criminali fanno leva sul post-Covid, su una maggiore fragilità emotiva e psicologica, su premi di customer affiliation o sulla compassione o truffe di carattere sessuale – conclude Federica Maria Rita Livelli -. Il rischio è che l’accelerazione della digitalizzazione in pandemia, abbiamo saltato tante tappe, introducendo tanta tecnologia senza accompagnare questi cambi di paradigma, approcci diversi che necessitano formazione e consapevolezza. Dobbiamo educare, educare, educare“.
Fabrizio Saviano conferma l’importanza di formazione e consapevolezza, i motivi che hanno portato l’Associazione Poliziotti Italiani e Ri-Creazione, con la Polizia Postale, a conferire il premio per l’impegno sociale al Clusit.