IL RAPPORTO ANNUALE

Tutela dei dati personali e intelligenza artificiale: l’EDPS fa luce sulle regole di governance



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L’EDPS ha pubblicato il suo rapporto annuale offrendo una panoramica critica sullo stato della protezione dei dati in Europa e un’attenta riflessione sulla posizione attuale e l’evoluzione della tutela dei dati personali di fronte alle sfide poste dalle tecnologie emergenti

Pubblicato il 10 apr 2024

Francesca Niola

Ph.D Researcher, Sapienza Università di Roma – Fellow ISLC, Università di Milano



Tutela dei dati personali e intelligenza artificiale

Il Rapporto annuale 2023 dell’European Data Protection Supervisor (EDPS) è sempre un momento di riflessione fondamentale sulla posizione attuale e l’evoluzione della tutela dei dati personali, alla luce delle sfide poste dalle tecnologie emergenti.

Questo documento non solo sintetizza le attività svolte dall’EDPS nell’anno di riferimento, ma offre anche una panoramica critica sullo stato della protezione dei dati in Europa, ponendosi come un prezioso strumento di analisi per comprendere le dinamiche in atto e i principi regolatori che governano questo settore.

Un equilibrio tra innovazione e tutela dei diritti fondamentali

Quest’anno l’EDPS ha affrontato temi di stretta attualità, quali l’intelligenza artificiale (AI) e l’uso dei grandi sistemi informatici nell’ambito della sicurezza e della giustizia, dimostrando un impegno costante nel garantire che le nuove applicazioni tecnologiche rispettino i diritti fondamentali alla privacy e alla protezione dei dati personali.

La questione dell’AI, in particolare, si rivela duplice: da un lato, rappresenta una risorsa inestimabile per l’efficienza e l’innovazione; dall’altro, solleva interrogativi pressanti sulle implicazioni etiche e sui rischi per i diritti individuali.

L’EDPS ha proseguito nella sua missione di vigilanza e consulenza, articolando il proprio intervento in una serie di azioni mirate a indirizzare le Istituzioni, gli Organi e le Agenzie dell’UE verso una piena conformità ai principi di protezione dei dati.

Tra le iniziative degne di nota, emerge l’analisi critica sulla proposta regolamentare relativa al materiale di abuso sessuale sui minori, segnalando come tale misura ponga la necessità di equilibrare i metodi di protezione della privacy con il diritto alla dignità e all’integrità del minore.

In questo contesto, l’EDPS non si è limitato a un ruolo reattivo, ma ha assunto una prospettiva proattiva, impegnandosi nello sviluppo di nuovi quadri normativi per l’AI, con l’obiettivo di delineare un equilibrio tra innovazione e tutela dei diritti fondamentali.

Tale approccio critico-analitico testimonia la volontà dell’EDPS non solo di rispondere alle sfide immediate, ma anche di anticipare le evoluzioni future, garantendo che la protezione dei dati personali rimanga un pilastro fondamentale nel panorama digitale europeo.

Le sfide giuridiche e civili delle tecnologie emergenti

L’esame delle tecnologie emergenti, quali l’intelligenza artificiale, il blockchain e l’analisi predittiva, evidenzia il loro potenziale nell’innalzare gli standard di privacy e sicurezza dei dati, un’osservazione che trova riscontro nel Rapporto annuale 2023 dell’EDPS. La natura intrinseca di queste innovazioni tecnologiche apre a modalità avanzate di cifratura e meccanismi di autenticazione che potrebbero rafforzare la protezione dei dati personali.

Nondimeno, la loro integrazione nel tessuto giuridico e sociale non avviene senza sollevare questioni di rilievo in ambito civilistico. L’AI, con la sua capacità di elaborazione dati, interpella il principio di autodeterminazione informativa, fondamento della tutela della privacy, imponendo una riflessione sulla legittimità della raccolta e dell’analisi dei dati in assenza di un consenso informato.

L’analisi delle implicazioni di tali tecnologie nel contesto delle relazioni civili rivela una tensione tra l’autonomia personale e le esigenze di sicurezza ed efficienza che le nuove applicazioni tecnologiche promettono di soddisfare.

Il diritto alla protezione dei dati personali, pertanto, richiede un’interpretazione che sappia conciliare l’innovazione tecnologica con il rispetto dei diritti fondamentali degli individui.

I rischi per la privacy delle nuove tecnologie

In un’ottica costituzionale, le garanzie relative alla privacy e alla protezione dei dati devono essere reinterpretate alla luce delle potenzialità e dei rischi connessi all’uso di tecnologie avanzate. La necessità di un quadro normativo che regoli efficacemente l’impiego di tali tecnologie diventa imprescindibile per assicurare che l’evoluzione digitale non si traduca in una erosione dei diritti fondamentali.

Nel contesto delineato dal Rapporto Annuale 2023 dell’EDPS, l’incidenza della raccolta massiva di dati e l’implementazione dell’intelligenza artificiale svelano una complessità giuridica emergente, che interpella simultaneamente le discipline del diritto civile e costituzionale senza distinzioni nette.

Questa convergenza di profili giuridici rispecchia la natura pervasiva delle tecnologie digitali, le quali, infiltrandosi nelle maglie della società, sollecitano un’esegesi normativa che non può prescindere da un’ottica olistica.

L’analisi delle problematiche legate alla gestione dei dati personali e al rischio di sovraesposizione pone in rilievo la necessità di un equilibrio tra l’innovazione tecnologica e la protezione dei diritti fondamentali.

L’esigenza di minimizzazione dei dati, affiancata al principio di proporzionalità e al consenso informato, sottolinea un approccio giuridico che richiede un aggiornamento costante alla luce delle nuove sfide poste dall’IA e dalle operazioni di trattamento dati che essa comporta.

La sorveglianza e l’automazione delle decisioni tramite algoritmi di intelligenza artificiale evocano interrogativi sul potere discrezionale attribuito alle macchine e sulle potenziali incursioni nella sfera privata degli individui.

Tale contesto sollecita una riflessione sulle modalità con cui il diritto civile e costituzionale può fornire risposte adeguate, mediando tra la tutela della persona e le esigenze di sicurezza e efficienza promosse dalla digitalizzazione.

In questo quadro, la responsabilità civile per violazioni dei dati assume contorni sempre più definiti, imponendo ai detentori dei dati un rigoroso adempimento degli obblighi di sicurezza e di trasparenza. La normativa vigente, pur fornendo un solido punto di partenza, richiede un’interpretazione dinamica capace di adattarsi alle evoluzioni tecnologiche.

Governance e compliance, architrave della protezione dati

Dal punto di vista di una società o di un soggetto economico, la governance interna e la compliance costituiscono l’architrave su cui si erge l’edificio della protezione dei dati nelle organizzazioni.

Infatti, il Rapporto Annuale 2023 dell’EDPS sottolinea l’importanza cruciale di un’efficace governance dei dati e della conformità interna come colonne portanti per la protezione dei dati all’interno delle organizzazioni.

Nel tessuto delle moderne entità istituzionali, la figura del Data Protection Officer (DPO) è fondamentale.

Questa preminenza, enucleata con chiarezza nel rapporto, riflette la sua funzione di custode delle pratiche di gestione dei dati, incarnando l’impegno verso la trasparenza, la responsabilità e, soprattutto, il rispetto dei diritti fondamentali degli individui.

La governance dei dati, pertanto, si configura non solo come uno strumento di compliance, ma come un vero e proprio etos che permea l’organizzazione, garantendo che la gestione e l’uso dei dati personali siano condotti con la massima integrità e sotto la vigilanza di normative precise.

Quest’approccio si traduce in una robusta architettura di accountability, dove le responsabilità sono chiaramente delineate e le pratiche di compliance interna vengono adottate non solo per evitare sanzioni, ma per proteggere attivamente i diritti degli individui, segnalando un’attenzione particolare verso la dimensione etica della protezione dei dati.

Conclusioni

La relazione tra regolamentazione dei dati e normativa civilistica emerge come un filo conduttore che attraversa l’opera dell’EDPS, richiamando l’attenzione sull’interazione sinergica tra il quadro normativo del GDPR e le disposizioni civilistiche, con un accento specifico sul ruolo degli accordi contrattuali, del consenso e della gestione delle violazioni dei dati.

In questo contesto, il rapporto sottolinea come l’efficacia della protezione dei dati personali si radichi in un approccio olistico che integra le diverse sfere del diritto, confermando la centralità del DPO come figura chiave nell’orchestrare tali dinamiche all’interno delle organizzazioni.

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