LA GUIDA PRATICA

Clonazione bancomat e furto della carta di credito: come tutelarsi e i consigli per prevenire le minacce

I rischi connessi ai pagamenti digitali possono riguardare la clonazione del bancomat o il furto della carta di credito, anche tramite sottrazione di credenziali via phishing. Ecco come tutelarsi e fare prevenzione

Pubblicato il 27 Lug 2022

Mirella Castigli

Giornalista

Osservatorio Cyber Crif: come proteggersi dal furto dati bancari

Clonazione del bancomat, smarrimento o furto della carta di credito (carta fisica o delle credenziali – anche via phishing o furto d’identità) sono le tre principali minacce che corrono carta di credito e bancomat. Sono tre rischi connessi all’utilizzo indebito di questi sistemi di pagamento da parte di terzi.

Poiché la carta di credito è in genere collegata a un conto corrente e ad esso è associato il plafond ovvero un fido (il limite massimo di spesa mensile), il rischio è la sottrazione del denaro. Quanto si può perdere dipende dai massimali di utilizzo giornalieri e mensili, sia sulle spese che sui prelievi, impostati dal titolare sulla carta. Ma, soprattutto, dalle strategie messe in campo per prevenire o limitare i danni.

Il Comitato per la programmazione e il coordinamento delle attività di educazione finanziaria, istituito nel 2017 insieme al Decreto del Mef, del Miur e del Mise, spiega quali pericoli si rischia, cosa fare e come proteggersi. 

Ma i delinquenti, sempre più spesso, mandano in pensione i tradizionali furti fisici per organizzarsi in gruppi operanti sul web come cyber-criminali e commettere cyber frodi sempre più minacciose.

Furto di identità: quali dati vengono rubati, a che scopo e quali proteggere

Clonazione carta di credito: cosa fare e come difendersi

Quando malintenzionati riescono a impadronirsi del PIN e a duplicare la carta stessa, con tecniche più o meno raffinate, stanno clonando la carta. La clonazione avviene soprattutto tramite ATM manomessi. Il PIN (Personal Identification Number) è il codice di sicurezza da inserire per fare acquisti negli esercizi commerciali, identificandosi attraverso il terminale.

In assenza del PIN, tuttavia, si firma la memoria di spesa. Infatti, a ogni operazione è necessario identificarsi come titolare della carta. L’esercente, dunque, può verificare l’identità di chi detiene la carta, chiedendogli di mostrare il documento di identità. Il rifiuto a esibirlo al momento del pagamento legittima l’esercente a rifiutare la transazione con la carta di credito. Esistono, inoltre, carte contactless che, per spese fino a 50 euro, non prevedono di inserire il PIN né apporre la firma sulla memoria di spesa.

Negli acquisti online, chi detiene la carta deve inserire tutti i codici identificativi della carta: sul fronte la carta riporta il nome del titolare, il numero e la sua scadenza, mentre sul retro c’è il codice di controllo CVV2 o CVC2 oltre allo spazio in cui apporre la propria firma.

Per incrementare i livelli di sicurezza, molti circuiti offrono anche una password personale “usa e getta”, da digitare nel corso del processo d’acquisto, o comunque un sistema di autenticazione a due fattori (2FA). Fra i sistemi per l’utilizzo sicuro delle carte, è previsto l’invio di SMS al titolare ogni volta che viene effettuata un’operazione, anche di un euro.

L’SMS alert, dunque, avverte il titolare se ha subito lo smarrimento, il furto o la clonazione della carta di credito. L’invio di SMS per ogni acquisto con carta avviene a un costo fissato dalla banca, a spese del titolare della carta. Anche tramite app (e quindi via email e notifiche su smartphone) è possibile monitorare l’estratto conto della propria carta. Da questo o dall’SMS alert un utente scopre se la carta è stata compromessa, in seguito a smarrimento, furto o clonazione.

Denuncia di clonazione del bancomat

Bisogna segnalare immediatamente le operazioni disconosciute, per capire se è avvenuta la clonazione del bancomat. La segnalazione si effettua al numero verde o con una comunicazione mediante gli altri canali che l’emittente della carta mette a disposizione.

L’istituto di credito infatti fornisce un iter di indicazioni: il comportamento da tenere, come, per esempio, bloccare tempestivamente la carta e denunciare lo smarrimento, il furto o la clonazione alle autorità competenti. Il titolare ha 60 giorni di tempo dall’invio (o messa a disposizione tramite app di mobile banking) dell’estratto conto per contestare un addebito. Inoltre sono disponibili altri 13 mesi di tempo per richiedere all’emittente della carta il rimborso dell’operazione fraudolenta.

In che modo i truffatori clonano una carta di credito

La truffa più popolare avviene con la clonazione tramite l’applicazione di uno skimmer sullo sportello dell’ATM. Ma la clonazione può avvenire anche tramite malware introdotto nel computer su cui gira l’ATM. In questo caso il cyber-criminale può agire ancora più indisturbato. Tuttavia esiste una terza tipologia di clonazione: avviene in concomitanza con la lettura del bancomat ad un POS (point of sale).

A ridurre questo rischio è stata l’adozione delle carte contactless, per pagare semplicemente accostando la carta (o lo smartphone o smartwatch con app per i pagamenti digitali) a un terminale. Inoltre per clonare le carte contactless un malintenzionato può usare un lettore Rfid. Vediamo come avvengono queste truffe. Sempre più diffusi sono il phishing, vishing e smishing. Bisogna ricordare che, in nessun caso, la propria banca chiederebbe mai i vostri dati sensibili via email o telefono o Sms. E in particolare mai i dati quali:

  • numero carta, data scadenza e Cvv;
  • codici di sicurezza o PIN;
  • OTP (one time password).

Nessun titolare di carta o bancomat deve fornire alcuna informazione e anzi deve contattare immediatamente il servizio clienti della propria banca: meglio attraverso l’app o il numero verde sul sito reale (e non siti Fake). Oppure conviene telefonare ai numeri verdi, ai numeri dell’istituto bancario o recarsi in filiale. Ma il blocco deve essere tempestivo, appena ci si accorge degli addebiti o del furto.

Uso di un lettore RFID

Le carte contactless sono comode: per piccoli importi non prevedono di digitare il codice Pin, e per ogni transazione basta avvicinare la carta al lettore POS. Ma hanno una vulnerabilità: il chip RFID (Radio Frequency Identification) della contactless, che contiene sotto forma di TAG i dati necessari alle transazioni, può essere intercettato a distanza da un lettore RFID.

Infatti un malintenzionato può avvicinare la carta al lettore (ma anche a distanza: un’antenna RFID ha una portata che può arrivare anche a 12 metri) e tramite uno scambio di energia per induzione, alimenta il chip della carta.

In quella frazione di secondo, tutti i dati presenti possono subire modifiche, aggiornamento, ma soprattutto possono essere esposti a lettura. Dunque un malintenzionato può clonare la carta contactless. La tecnica del power-glitch può lanciare un attacco side-channel per intercettare segnali utili da cui estrapolare i dati.

Basta interrompere per un istante l’alimentazione tra carta e lettore, per rileggere la comunicazione e cercare di rintracciare la chiave segreta. Un truffatore potrebbe sostare dentro un bar o un’attività commerciale con un’antenna in borsa, mentre essa raccoglie i dati delle carte da usare in seguito, magari per effettuare acquisti online se la carta originale non è protetta da password oppure come carte contactless clonata per effettuare piccoli acquisti. Attualmente la chiave segreta di protezione riceve modifiche frequenti per ridurre le probabilità di furto di dati. Nuovi microchip in grado di auto alimentarsi per vanificare il power-glitch sono in arrivo. Intanto l’anti-truffa è in continuo aggiornamento.

Utilizzo dello skimmer

La truffa più popolare avviene con la clonazione tramite l’applicazione di uno skimmer sullo sportello dell’ATM. Lo skipper è inserito in corrispondenza della fessura in cui gli utenti inseriscono la carta. Lo skimmer punta a bloccare l’erogazione dei contanti e allo stesso tempo a memorizzare i dati della carta. Per registrare il PIN, i truffatori hanno istallato una micro telecamera nascosta oppure hanno sovrapposto una tastiera all’originale.

Clonazione bancomat: come difendersi ed evitarlo

Per evitare la clonazione, occorre:

  1. usare sportelli ATM visibili e ben illuminati, magari all’interno dei locali dell’istituto o comunque di aree al chiuso e non all’aperto;
  2. non tenere mai il Pin vicino alla carta; verificare che l’ATM sia perfettamente integro, ossia che non ci siano parti aggiunte (tastiera, mini telecamera eccetera) o staccate;
  3. coprire con l’altra mano la tastiera mentre si sta digitando il PIN ed in ogni caso verificare che rispetti le distanze chi è in coda;
  4. non accettare mai l’aiuto di sconosciuti se la carta resta bloccata o in caso di difficoltà nel corso dell’operazione. Nel caso di difficoltà non bisogna muoversi e contattare la banca telefonicamente, chiedendo assistenza. Prima di allontanarsi, bisogna bloccare prima la carta;
  5. denunciare immediatamente se la carta bancomat viene trattenuta;
  6. non buttare mai la ricevuta nel cestino (contiene parte di informazioni sensibili);
  7. evitare di farsi distrarre da persone quando durante un prelievo;
  8. non cliccare su link ricevuti via email (anche se apparentemente provengono dalla banca) o via Sms. Phishing, smishing e social engineering sono sempre in agguato per ottenere credenziali e svuotare il conto corrente. 

Basta telefonare a uno dei numeri che ha fornito la banca nel momento del rilascio la carta. Sono numeri da chiamare dall’app di mobile banking e che si trovano sul sito della propria banca, ma raggiungibili anche telefonando in filiale; è disponibile anche il numero unico nazionale della Centrale d’Allarme Blocco Carte.

In caso di clonazione, la banca è tenuta a rimborsare tutte le somme prelevate indebitamente, purché il cliente non abbia operato in modo fraudolento o non siano imputabili a suo carico ipotesi di dolo o colpa grave.

Come faccio a capire che hanno clonato la carta

Ci accorgiamo della clonazione della carta solo monitorando l’estratto conto e i movimenti. Dunque, è necessario inserire un Sms alert per tenere sotto controllo le spese sopra un euro, ma soprattutto aprire l’app di mobile banking ad ogni nuova notifica, controllando il conto corrente. Se non si riconoscono gli ultimi movimenti o si ricevono SMS alert che non corrispondono a spese sostenute o a prelievi o effettuati, è probabile che la carta abbia subito una clonazione.

Transazioni sospette

Movimenti sospetti sul conto sono l’unica spia per capire se sia avvenuta la clonazione di una carta o di un bancomat. Riconoscerle è dunque fondamentale per bloccare la carta e denunciare l’eventuale clonazione.

Esistono inoltre URL compromessi di eCommerce in grado di rubare le credenziali a vittime degli attacchi. La migliore strategia in questi casi, è sicuramente disaccoppiare la carta di credito dall’accesso diretto al proprio conto corrente.

Questa attività si può effettuare facilmente attraverso l’uso di una carta prepagata da “caricare” con la quantità di denaro massima che siamo disposti a rischiare in un’eventuale frode online.

In questo modo, pur non bloccando né prevenendo la frode, è possibile contenere il rischio sotto soglie prestabilite e tollerate a priori. Infine conviene sempre verificare la reputazione dell’eCommerce.

Negozi online ad alta reputazione hanno una probabilità minore di essere compromessi.

Furto bancomat: cosa fare e come stare attenti

In caso di furto o smarrimento della carta è necessario bloccarla. Occorre telefonare, sia dall’Italia che dall’estero, al numero telefonico (verde, dunque gratuito) fornito dall’emittente. Una volta comunicato il furto o lo smarrimento, si attivano le procedure di blocco che permettono di evitare rischi e danni economici. Custodire con cura la propria carta e i relativi codici, in particolare separando PIN e carta, serve per evitare di pagare la franchigia in caso di furto, clonazione o smarrimento.

C’è un costo per bloccare il bancomat

Il blocco del bancomat è gratuito. L’unico costo è quello della telefonata che dipende dal proprio operatore telefonico, a meno che non si tratti di un numero verde.

Cosa succede se prelevano con il mio bancomat

Ogni transazione sospetta deve essere segnalata, denunciata e quindi bisogna bloccare carta o bancomat. Una volta comunicato il furto, la clonazione o lo smarrimento, si attivano le procedure di blocco che consentono di evitare rischi e danni economici. Infatti, l’utente è tenuto a pagare solo una franchigia per le operazioni non autorizzate avvenute prima della comunicazione all’emittente. Ma la franchigia è dovuta nel caso in cui l’intestatario della carta non abbia correttamente detenuto lo strumento di pagamento e i relativi codici autorizzativi (come il PIN). Dunque è fondamentale custodire con cura la propria carta e i relativi codici, in particolare separando PIN e carta, per evitare addebiti in caso di eventuale furto o smarrimento.

Possono prelevare con il mio bancomat senza Pin

In caso di furto, clonazione o smarrimenti, è necessario bloccare carta o bancomat. Infatti esistono programmi in grado di attribuire al bancomat o alla carta un Pin – non utilizzabile in Italia, ma all’estero, soprattutto in Paesi con standard di sicurezza inferiori. 

Il sistema più diffuso per svuotare un conto resta la clonazione della carta bancomat allo sportello, tramite uno skimmer, un dispositivo inserito nelle fessure dove si infilano le carte, in grado di carpire i codici segreti. Oppure carpendo le credenziali attraverso phishing e cyber-truffe.

Furto bancomat: come chiedere il rimborso

Per bloccare bancomat o carta bisogna telefonare al numero verde o a quello della propria banca, fornendo alcune informazioni: la banca (ABI), il numero del conto, il codice fiscale, il numero riportato sulla carta eccetera.

Conviene segnarsi la data, l’ora, il nome dell’operatore contattato e il codice di blocco che verrà comunicato. Il codice dovrà infatti essere riportato nel modulo di denuncia da consegnare alla propria banca.  Quindi bisogna sporgere denuncia, recandosi presso il comando di polizia o dei carabinieri.

Nel modulo di denuncia è necessario specificare i dati relativi alla carta e al conto di appoggio e il codice blocco, allegando un estratto dei movimenti che non si riconoscono come propri. Completata la denuncia, il personale addetto provvederà a rilasciarne una copia. Una volta effettuarti il blocco della carta e la denuncia, occorre recarsi in filiale e chiedere alla banca il rimborso degli importi fraudolentemente addebitati. Il titolare truffato ha a disposizione 60 giorni dal ricevimento dell’estratto conto.

Gli step da seguire

Al modulo deve allegare la copia di:

  • denuncia effettuata alle autorità di polizia;
  • carta bancomat tagliata in due;
  • estratto conto che mostra gli addebiti non autorizzati.

Gli istituti bancari, al fine di evitare l’obbligo di rimborso delle somme, potrebbe imputare responsabilità al cliente accusandolo di non aver custodito il bancomat con cura e di aver tenuto il Pin separato dalla carta o sia stato imprudente nel corso delle operazioni di pagamento presso gli esercenti, affinché malintenzionati carpissero il Pin del suo bancomat. L’onere di provare il dolo o la colpa grave del cliente è a carico della banca.

In assenza di comportamento gravemente negligente o doloso da parte della vittima dell’uso fraudolento del bancomat o carta, occorre presentare un reclamo formale, se la banca si oppone alla restituire il maltolto. Senza riscontro o di risposta insoddisfacenti nei 30 giorni successivi al reclamo formale, bisogna rivolgersi all’Arbitro Bancario Finanziario.

Quando non si ottiene il rimborso

Basta una sola distrazione, purché grave, come l’inosservanza delle modalità di custodia della carta e dei codici, a far venir meno il diritto al rimborso. Se la banca prova un comportamento gravemente negligente o doloso da parte del cliente, non rimborsa la vittima. Anche in assenza di dolo o colpa grave da parte della vittima dell’uso fraudolento del bancomat o carta, la banca può opporsi alla restituzione del maltolto. In questo caso bisogna passare a un reclamo formale. Se nei 30 giorni successivi non si ottiene alcun riscontro o la risposta non risulta soddisfacente, bisogna rivolgersi all’Arbitro Bancario Finanziario.

Indebito utilizzo carta di credito: ecco cosa fare

L’articolo del codice penale 493 ter si riferisce all’indebito utilizzo e falsificazione di carte di credito e di pagamento. Esso recita: “Chiunque al fine di trarne profitto per sé o per altri, indebitamente utilizza, non essendone titolare, carte di credito o di pagamento, ovvero qualsiasi altro documento analogo che abiliti al prelievo di denaro contante o all’acquisto di beni o alla prestazione di servizi, è punito con la reclusione da uno a cinque anni e con la multa da 310 euro a 1.550 euro.  Riguarda anche chi possiede, cede o acquisisce carte o documenti di provenienza illecita o comunque falsificati o alterati, oppure ordini di pagamento prodotti con essi. Bisogna bloccare la carta, contattare il proprio istituto di credito e sporgere denuncia sono le prime 3 operazioni fondamentali.  Per prevenire l’indebito utilizzo e bloccare subito si consiglia di abilitare il servizio di alert.

Cosa bisogna fare in caso di addebito su carta di credito

Cruciale è la tempestività, soprattutto nel rivolgersi al proprio istituto di credito per bloccare la carta e le operazioni non autorizzate che sono state compiute da qualche malintenzionato. Si dovrà chiamare il numero verde della banca (anche tramite app) o recarsi di persona presso la filiale più vicina. Sarà anche necessario presentare un’apposita denuncia alla Polizia o ai Carabinieri, da allegare alla richiesta in banca di rimborso della cifra sottratta indebitamente. 

Chiamare il numero verde della propria banca

Ecco le pagine con i numeri per bloccare il bancomat delle principali banche:

Numeri verdi delle carte di credito:

  • 800.970.866 per Mastercard;
  • 800.819.014 per Carta VISA;
  • 06.72900347 per Carta American Express;
  • 800.15.16.16 per CartaSi;
  • 800.652.653 per Postamat;
  • 800.902.122 per Postepay.

Infine, ecco il numero unico nazionale della Centrale d’Allarme Blocco Carte:

  • numero verde 800 822 056 per chi chiama dall’Italia;
  • +39 02 6084 3768 per chi chiama dall’estero.

Per bloccare la carta bisogna fornire alcune informazioni e segnarsi il codice di blocco da riportare nel modulo di denuncia da consegnare alla propria banca. 

Aprire una contestazione dell’operazione

Per contestare l’addebito, il titolare della carta deve rivolgersi al proprio istituto di credito e descrivere con dovizia di particolari e in maniera dettagliata l’operazione che vuole disconoscere indicando il motivo della contestazione.

Tutti gli istituti predispongono sui propri siti i moduli da compilare e spedire alla sede mediante raccomandata o a mezzo posta elettronica. Via home banking è possibile sfruttare i form online, inserendo le informazioni e trasmettere la richiesta via internet dal proprio Pc o dall’app.

Come disconoscere un utilizzo indebito: step fondamentali

Secondo la Legge, il titolare della carta deve comunicare «senza indugio», cioè appena ne viene a conoscenza, ogni operazione di pagamento non autorizzata o eseguita non correttamente.

Gli alert che avvisano immediatamente, con un messaggio sul cellulare, o notifica sull’app dello smartphone o sulla casella di posta elettronica aiutano a controllare tempestivamente i movimenti.

L’obiettivo è contestare l’importo addebitato se non è riconosciuto o se è errato. A questo punto si comunica il furto o lo smarrimento o la clonazione. Quindi, si contesta l’operazione, rivolgendosi al proprio istituto di credito e descrivendo in maniera dettagliata l’operazione da disconoscere indicando il motivo della contestazione.

Attraverso i moduli da scaricare presenti sul sito (o da chiedere in banca) o il form online sull’home banking o via app. Segue la denuncia formale recandosi presso il comando di polizia o dei carabinieri se si intende chiedere il blocco. 

Ricevuta la richiesta di disconoscimento dell’operazione, il gestore della carta restituirà la somma spesa con un riaccredito al cliente. Di regola, il rimborso deve avvenire «immediatamente», dunque entro il primo giorno lavorativo successivo a quello di ricezione dell’istanza di contestazione, salvo in caso di sospetto di frode, che legittimano la banca a mettere in standby il rimborso.

Il pagamento contestato deve essere avvenuto dopo la comunicazione di furto.

Restituzione integrale o franchigia

La restituzione della somma erroneamente addebitata deve essere integrale, a meno che venga addebitata una franchigia, se prevista dal contratto per alcune tipologie di operazioni o fasce di clienti. Tuttavia la franchigia non deve superare la soglia dei 150 euro. Se la banca si oppone alla restituzione del maltolto, è necessario passare a un reclamo formale. Se nei 30 giorni successivi non si ottiene alcun riscontro o la risposta non risulta soddisfacente, bisogna rivolgersi all’Arbitro Bancario Finanziario.

Utilizzo indebito carta di credito: consigli e accorgimenti

Bisogna osservare tutte le cautele e i suggerimenti per custodire con cura carta di credito e Pin e soprattutto evitare di cadere nei tranelli del phishing, smishing eccetera.

Come tutelarsi dai truffatori

Per evitare le truffe connesse alle carte di credito bisogna:

  1. tenere, con cura e separatamente, carte e Pin;
  2. evitare le truffe online (phishing, smishing eccetera): non fornire a nessuno le proprie credenziali (mai via email, Sms o telefono);
  3. mantenere le distanze al bancomat e coprire con una mano l’inserimento sulla tastiera del Pin: lontano da occhi indiscreti;
  4. nel caso di difficoltà al bancomat non bisogna muoversi e contattare la banca telefonicamente, chiedendo assistenza. Prima di allontanarsi, occorre bloccare la carta;
  5. usare il massimo della prudenza, adottare sistemi di alert (via Sms e notifiche via email e in app) e controllare spesso gli estratti conto sull’app, in modo da agire tempestivamente in caso di addebiti sospetti perché potrebbero essere spia di una clonazione o di un furto dei dati.

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Competenze e competitività
PNRR, così i fondi UE possono rilanciare la ricerca e l’Università
Finanziamenti
PNRR, si sbloccano i fondi per l’agrisolare
Sanità post-pandemica
PNRR, Missione Salute: a che punto siamo e cosa resta da fare
Strategie
Sovranità e autonomia tecnologica nazionale: come avviare un processo virtuoso e sostenibile
La relazione
Pnrr e PA digitale, l’alert della Corte dei conti su execution e capacità di spesa
L'editoriale
Elezioni 2022, la sfida digitale ai margini del dibattito politico
Strategie
Digitale, il monito di I-Com: “Senza riforme Pnrr inefficace”
Transizione digitale
Pnrr: arrivano 321 milioni per cloud dei Comuni, spazio e mobilità innovativa
L'analisi I-COM
Il PNRR alla prova delle elezioni: come usare bene le risorse e centrare gli obiettivi digitali
Cineca
Quantum computing, una svolta per la ricerca: lo scenario europeo e i progetti in corso
L'indice europeo
Desi, l’Italia scala due posizioni grazie a fibra e 5G. Ma è (ancora) allarme competenze
L'approfondimento
PNRR 2, ecco tutte le misure per cittadini e imprese: portale sommerso, codice crisi d’impresa e sismabonus, cosa cambia
Servizi digitali
PNRR e trasformazione digitale: ecco gli investimenti e le riforme previste per la digitalizzazione della PA
Legal health
Lo spazio europeo dei dati sanitari: come circoleranno le informazioni sulla salute nell’Unione Europea
Servizi digitali
PNRR e PA digitale: non dimentichiamo la dematerializzazione
Digital Healthcare transformation
La trasformazione digitale degli ospedali
Governance digitale
PA digitale, è la volta buona? Così misure e risorse del PNRR possono fare la differenza
Servizi digitali
Comuni e digitale, come usare il PNRR senza sbagliare
La survey
Pnrr e digitale accoppiata vincente per il 70% delle pmi italiane
Missione salute
Fascicolo Sanitario Elettronico alla prova del PNRR: limiti, rischi e opportunità
Servizi pubblici
PNRR: come diventeranno i siti dei comuni italiani grazie alle nuove risorse
Skill gap
PNRR, la banda ultra larga crea 20.000 nuovi posti di lavoro
Il Piano
Spazio, Colao fa il punto sul Pnrr: i progetti verso la milestone 2023
FORUMPA2022
PNRR e trasformazione digitale: rivedi i Talk di FORUM PA 2022 in collaborazione con le aziende partner
I contratti
Avio, 340 milioni dal Pnrr per i nuovi propulsori a metano
Next Generation EU
PNRR, a che punto siamo e cosa possono aspettarsi le aziende private
Fondi
Operativo il nuovo portale del MISE con tutti i finanziamenti per le imprese
Servizi comunali
Il PNRR occasione unica per i Comuni digitali: strumenti e risorse per enti e cittadini
Healthcare data platform
PNRR dalla teoria alla pratica: tecnologie e soluzioni per l’innovazione in Sanità
Skill
Competenze digitali, partono le Reti di facilitazione
Gli obiettivi
Scuola 4.0, PNRR ultima chance: ecco come cambierà il sistema formativo
Sistema Paese
PNRR 2, è il turno della space economy
FORUM PA 2022
FORUM PA 2022: la maturità digitale dei comuni italiani rispetto al PNRR
Analisi
PNRR: dalla Ricerca all’impresa, una sfida da cogliere insieme
Innovazione
Pnrr, il Dipartimento per la Trasformazione digitale si riorganizza
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PA verde e sostenibile: il ruolo di PNRR, PNIEC, energy management e green public procurement
Analisi
PNRR, Comuni e digitalizzazione: tutto su fondi e opportunità, in meno di 3 minuti. Guarda il video!
Rapporti
Competenze digitali e servizi automatizzati pilastri del piano Inps
Analisi
Attuazione del PNRR: il dialogo necessario tra istituzioni e società civile. Rivedi lo Scenario di FORUM PA 2022
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Pnrr, fondi per il Politecnico di Torino. Fra i progetti anche IS4Aerospace
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PNRR, Colao fa il punto sulla transizione digitale dell’Italia: «In linea con tutte le scadenze»
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Ict, Istat “riclassifica” i professionisti. Via anche al catalogo dati sul Pnrr
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PNRR: raggiunti gli obiettivi per il primo semestre 2022. Il punto e qualche riflessione
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