Si è svolto nei giorni scorsi a Londra un incontro tra esperti di cyber sicurezza del Regno Unito e dell’Ucraina per consolidare il legame tra i due paesi e per discutere di un potenziamento della cyber security.
Il vertice è andato in parallelo con la pubblicazione di nuovi dati sull’attività informatica della Russia contro l’Ucraina nell’ambito della guerra che ormai viene combattuta su più campi da quasi un anno, con attacchi digitali a servizi e infrastrutture critiche in concomitanza con i bombardamenti veri e propri.
Così le armi cyber hanno stravolto le relazioni tra gli Stati
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Un vertice di cyber sicurezza
L’importante momento, così come è stato definito, ha riunito i membri ucraini del Computer Emergency Response Team, CERT-UA, l’inglese National Cyber Security Centre, NCSC, con il direttore Paul Chichester, e il ministro della Sicurezza Tom Tugendhat, per discutere, secondo quanto riportato dal comunicato del governo, di come questa guerra presenti un carattere informatico particolarmente sviluppato e come lavorare alla resilienza dell’Ucraina.
In merito a ciò, il direttore del NCSC, Chichester, ha affermato che “L’Ucraina si è difesa con determinazione nel cyber spazio di fronte all’aggressione russa e il Regno Unito è stato orgoglioso di sostenere questa difesa”, aggiungendo che, appunto, la visita nel Regno Unito ha rappresentato “un momento importante” nelle loro relazioni e un’eccellente opportunità per imparare gli uni dagli altri e costruire una resilienza collettiva.
Il ministro della Sicurezza Tugendhat si è soffermato sul fatto che la lotta dell’Ucraina contro la barbarie russa “va oltre il campo di battaglia e il terrore inflitto alle popolazioni civili. C’è la minaccia reale e persistente di un attacco informatico russo alle infrastrutture critiche dell’Ucraina”.
Nel sostenere l’Ucraina nella difesa informatica contro la Russia sul piano pratico e finanziario, il Regno Unito si è distinto da subito, stanziando a novembre scorso 6,35 milioni di sterline per lo sforzo di cyber sicurezza dell’Ucraina e offrendo l’esperienza di livello mondiale del National Cyber Security Centre.
Gli ultimi dati sulla cyberwar
La questione relativa alla cyber sicurezza in questo clima di guerra si fa sempre più preoccupante, quasi al pari degli attacchi con armi fisiche.
È di qualche giorno fa uno dei più recenti attacchi cyber sferrati da Mosca contro l’Ucraina durante il live streaming di una conferenza stampa del Media Center Ukraine, gruppo di organizzazioni dei media nazionali, proprio sugli attacchi hacker russi.
Il collegamento live è stato interrotto più di una volta da un attacco informatico e uno degli ospiti ha comunicato ai presenti di essere stati vittime del cyber crime da parte della Russia e che comunque avrebbero continuato ad essere online e a trasmettere la conferenza.
Yurii Shchyhol, capo del Servizio Statale per le Comunicazioni Speciali e la Protezione delle Informazioni, ha dato i numeri sulla parte cyber della guerra russo-ucraina, dichiarando ben 2.194 attacchi hacker russi subiti da Kiev nel 2022. Tra questi, 300 sono stati rivolti al settore sicurezza e difesa, più di 400 ai settori commerciale, energetico, finanziario, delle telecomunicazioni e del software e oltre 500 contro organizzazioni governative.
Gli obiettivi più gettonati sono stati servizi pubblici ed energia. Le parole di Shchyhol: “Non cercano nemmeno di nascondere la loro identità. Non usano molti server proxy o alcune apparecchiature pertinenti. Sono tutti criminali di guerra e usano le loro abilità contro l’Ucraina”. Tra gli strumenti più utilizzati c’è la strategia del phishing.
Già prima dello scoppio del conflitto si poteva intuire l’abilità di Mosca nel colpire attraverso il cyber crime. Ricordiamo che è riuscita, infatti, a bloccare siti web e banche ucraine, impedendo a gran parte della popolazione di poter accedere al proprio denaro e lasciare il paese prima dell’invasione.
Altro colpo importante è stato inferto alle infrastrutture dedicate alle comunicazioni che hanno fatto vacillare la rete nazionale. Infatti, sono stati sostituiti oltre 3.200 chilometri di linee di fibra ottica ed elargiti ben 217 milioni di dollari per le reti di comunicazione. Tuttavia, questi sforzi non sono bastati: le interruzioni causate dai Russi si susseguono e la comunicazione con i territori occupati restano difficoltose.
Il direttore della sicurezza informatica della National Security Agency (NSA) statunitense, Rob Joyce, ritiene che, dato che la Russia punta a impattare in maniera forte sul fattore psicologico della popolazione, con il tempo gli Ucraini diventeranno più vulnerabili ai cyber attacchi russi contro le infrastrutture critiche nazionali.
Gli aiuti sul campo
Altro vertice, ma dedicato alle possibili forniture di carri armati pesanti all’Ucraina, si è tenuto nella base militare americana di Ramstein, Germania. Il ministro della difesa tedesco, Boris Pistorius, ha spiegato che le posizioni dei vari Paesi sono contrastanti. Se, di fronte alla richiesta del presidente ucraino Volodymyr Zelensky di accelerare le forniture di armi pesanti, Polonia e Finlandia hanno espresso il loro consenso, non sono stati dello stesso avviso gli altri Stati presenti. La mancanza di unanimità ha scatenato la replica immediata della Russia, tramite il portavoce Dimitri Peskov, che ha voluto rimarcare il carattere illusorio della possibile vittoria ucraina.
Non la pensano così gli Stati Uniti, che, al contrario, ritengono che fornire Kiev di carri pesanti moderni possa rappresentare un vantaggio sul campo di battaglia e, come dichiarato in occasione del vertice da Lloyd Austin, segretario alla Difesa degli Stati Uniti, gli aiuti proseguiranno, con la speranza che ci sia il supporto anche degli altri alleati. 2,5 miliardi di dollari sono, infatti, destinati all’invio in Ucraina di 59 blindati leggeri Bradley, più i 50 mezzi già promessi a inizio 2023 e i 90 dedicati a trasportare le truppe. Si escludono, al momento, carri pesanti del tipo Abrams.
Dal Regno Unito arriveranno 600 missili Brimsone, dalla Danimarca 19 cannoni Caesar di fabbricazione francese, dalla Svezia una serie di cannoni Archer e dalla Finlandia un aiuto militare da 400 milioni di euro per artiglieria e munizioni.
Il timore che accomuna i presenti all’incontro è stato scatenare una risposta ancora più violenta dalla Russia in caso di attacco ucraino con armi pesanti che possa colpire in profondità la Russia.